Apple Music ha annunciato l’attivazione di una nuova funzionalità, Musica aptica, dedicata agli ascoltatori sordi o ipoudenti: utilizzando il Taptic Engine di iPhone, il nuovo tool di accessibilità trasforma la traccia in riproduzione in colpi, trame sonore e vibrazioni sincronizzate con l’audio della canzone. La funzione si attiva con Apple Music, Apple Music Classical, Shazam e app di terze parti supportate, quando iPhone è connesso al Wi-Fi o alla rete cellulare. Il DSP ha inaugurato un nuovo spazio dedicato a Musica aptica, che raccoglie nuove playlist come Beat aptici, Bassi aptici, Vibrazioni aptiche e Successi aptici, una selezione di album e altro ancora.

Gli abbonati al servizio possono iniziare a utilizzare la nuova funzione, supportata su iPhone 12 e versioni successive, a esclusione di iPhone SE (3ª generazione), con iOS 18 o versioni successive.

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Apple Music, attivata la funzione Musica aptica

Industria

Disponibile solo per iPhone 12 e successivi

Sono 17,6 milioni gli italiani che nel 2024 hanno fruito contenuti di audio entertainment come podcast e audiolibri: a rivelarlo è una ricerca di NielsenIQ commissionata da Audible, la società di Amazon dedicata alla produzione e alla distribuzione di contenuti audio.

Secondo l’indagine, dal 2018 a oggi gli ascoltatori di podcast sono cresciuti del +67%, passando dai 10,3 milioni ai 17,2 di quest’anno: la durata di una sessione media di ascolto arriva a sfiorare i 25 minuti. Per il 48% degli italiani l’ascolto dei podcast è un appuntamento settimanale, mentre per l’11% è un’abitudine quotidiana. Il 68% degli intervistati riconosce nel multitasking, ovvero nella possibilità di essere impegnati in altre attività durante l’ascolto, un valore aggiunto offerto dal prodotto.

"Nel corso degli ultimi sei anni, il pubblico italiano dell’audio entertainment è più che raddoppiato grazie alla creazione e allo sviluppo di un’industria, a cui ha contribuito anche Audible con importanti investimenti”, ha commentato Juan Baixeras, Country Manager Spain &amp; Italy di Audible (nella foto): “Solo nel 2023 abbiamo investito 5,5 milioni di euro di cui 1,4 milioni per la produzione di podcast Audible Original. Oggi il settore è più maturo, sia lato ascoltatori, più consapevoli di un tempo nelle loro scelte di ascolto, sia lato industria, più strutturata, formata e variegata nella sua offerta. In un contesto così dinamico, Audible continuerà a investire e produrre contenuti altamente innovativi, pensati unicamente per l’audio, e a dare impulso a tutta la filiera italiana dell’audio entertainment”.

“L’Italia è un paese importante per Audible per il quale continuiamo a investire per creare contenuti sempre nuovi ai fruitori dell’audio entertainment e catturare l’attenzione di nuovi clienti che si possano appassionare sia ai podcast che agli audiolibri”, ha aggiunto Matthew Gain, Senior Vice President and Head of Europe: “Il nostro catalogo di Original in lingua italiana si arricchisce di anno in anno e vanta un’offerta ampia e variegata - oltre 200 i titoli originali declinati in svariati generi. Negli ultimi anni abbiamo poi investito in produzioni sempre più spettacolari e cinematografiche, includendo nel catalogo in italiano serie internazionali di grande pregio, progetti creati esclusivamente per l’audio o titoli cult ripensati per l’audio e in grado di ridurre la distanza tra podcast e audiolibri con l’obiettivo di costruire un’industria dell’audio entertainment solida e in grado di appassionare milioni di italiani anno su anno”.

Tra i generi di podcast preferiti dal pubblico italiano, si segnalano quelli dedicati all’approfondimento (per il 47% degli intervistati), all’informazione (45%), all’inchiesta (36%), all’intrattenimento (34%) e al true crime (29%).

Audible Italia, continuano a crescere podcast e audiolibri

Secondo una ricerca di NielsenIQ per la società di audio entertainment di Amazon

Sono 250mila gli artisti completamente indipendenti - ovvero non legati ad entità discografiche - che nel 2024 hanno aderito al programma Accelerator, serie di servizi che TuneCore - la divisione dedicata a creator ed etichette di Believe - offre agli unsigned per presentarsi ai mercati globali: secondo il report diffuso in queste ore dall’azienda, nel primo semestre di quest’anno gli artisti coinvolti nel programma sono stati “scoperti” 3 miliardi di volte ottenendo complessivamente 10 miliardi di nuovi stream.

Nel rapporto TuneCore sostiene che - sempre nei primi sei mesi del 2024 - circa 85mila artisti sono stati selezionati dalla "tecnologia proprietaria di ottimizzazione del catalogo" di TuneCore Accelerator per essere incluse in uno o più dei suoi programmi di sviluppo della fan base: 30mila degli 85mila artisti individuati dall’algoritmo hanno aderito al programma per la prima volta.

"Gli strumenti di ottimizzazione del catalogo di TuneCore Accelerator hanno contribuito ad aumentare significativamente il valore e la visibilità delle uscite del catalogo degli artisti, con tracce pubblicate più di 18 mesi prima dell'inclusione nel programma che hanno accumulato un aumento medio del 338% negli streaming nella prima metà del 2024 rispetto alla media di base prima dell'inclusione nel programma", ha chiarito l’azienda, che ha registrato in Africa il tasso di crescita più alto (+91%), seguita da est Europa (+86%), America Latina (+68%) e sud-est asiatico (+55%).

"Nel corso degli anni in cui TuneCore ha operato come piattaforma di distribuzione digitale, il settore si è evoluto costantemente, offrendo nuove opportunità e creando nuove sfide per gli artisti che vogliono far sentire la propria musica”, ha concluso la ceo di TuneCore Andreea Gleeson: "Ora più che mai è evidente che gli artisti che si autoproducono, in particolare quelli nelle prime fasi della loro carriera, hanno bisogno di TuneCore più della semplice distribuzione; hanno bisogno di accedere a programmi che possano aiutarli a far arrivare la loro musica al pubblico giusto per gettare le basi per una crescita professionale a lungo termine. Con TuneCore Accelerator, offriamo agli artisti un accesso senza pari a opportunità di marketing e promozione che alimentano la crescita dello streaming, supportano lo sviluppo del pubblico e, in definitiva, aiutano gli artisti a guadagnare di più".

TuneCore, pubblicato l’Accelerator Report 2024

Nel primo semestre 2024 250mila indipendenti hanno aderito al programma: i dati

Fondata a Londra nel 2007 e trapiantata a Los Angeles nel 2013, Your Army è stata una delle realtà di promozione&nbsp;musicale più importanti soprattutto in ambito EDM, dando visibilità ad artisti del calibro di&nbsp;Disclosure, RÜFÜS DU SOL, James Blake&nbsp;e Chemical Brothers. Ora si appresta a un rebranding di grande portata, sotto l'egida dell'inglese ATC, specializzata in&nbsp;management e booking, che ha intenzione di operare su entrambe le sponde dell'oceano atlantico.

Circa, questo il nome della nuova società, sarà guidata da Matt Black, già managing director di Your Army America. Oltre ad assorbire anche le attività americane della concorrente Strange Loop Promo (che faceva già parte del gruppo a partire da inizio 2024), gestirà campagne,&nbsp;promo radiofonica e digitale per numerose etichette tra cui Atlantic, RCA, Capitol, AWAL, Mute, Ninja Tune, XL Recordings e Future Classic.

Dalle ceneri di Your Army nasce Circa

La società di promo e marketing rappresenterà la nuova costola di ATC Management

Dopo gli Oasis, anche i Green Day sono stati travolti da un’ondata di indignazione a causa del <a href="https://musicbiz.rockol.it/tutto-su/dynamic-pricing-210108">dynamic pricing</a>, la modalità adottata da Ticketmaster - la divisione dedicata alla biglietteria di Live Nation - che assegna ai biglietti per i concerti il prezzo a seconda della richiesta sul mercato.

Gli ingressi per gli show che la band di Billie Joe Armstrong terrà a inizio del prossimo marzo tra Melbourne, Sydney e Gold Coast, messi in vendita in prima battuta&nbsp;a prezzi non superiori ai 200 dollari, nelle fasi di acquisto hanno raggiunto picchi superiori ai 500 dollari, più che raddoppiando di fatto il proprio valore.

Alle proteste del pubblico ha risposto un portavoce ufficiale di Ticketmaster. “Piuttosto che far pagare ai fan prezzi illimitati sul mercato secondario, e non essere sicuri che i biglietti siano effettivamente autentici, un numero relativamente contenuto di biglietti che per alcuni eventi vengono valutati seguendo il valore di mercato consente al prezzo generale della maggior parte dei biglietti di essere più accessibile per un numero maggiore di fan”, ha spiegato l’azienda: “Lo stabilire il prezzo non riguarda il far pagare di più i fan, ma ha a che fare con il guardare i prezzi che i fan stanno già pagando sul mercato secondario e spostare quel valore [dal mercato secondario] all'artista”.

Prima ancora che scoppiasse il <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-746521/oasis-rinnegano-dynamic-pricing-per-reunion-tour-chi-decide-prezzi">caso del caro biglietti per il reunion tour degli Oasis</a>, e ancora prima che venissero formalizzate le <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-744692/live-nation-causa-dipartimento-di-giustizia-usa-accuse-monopolio">accuse a Live Nation di abuso di posizione dominante da parte del Dipartimento di Giustizia americano</a>, la multinazionale con sede a Los Angeles aveva voluto chiarire la propria posizione riguardo le politiche di immissione dei biglietti sul mercato. 
 
“I promoter non fissano il prezzo dei biglietti”, <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-742971/come-si-fissa-prezzo-biglietti-dei-concerti-spiegazione-live-nation">aveva chiarito Dan Wall, Executive Vice President for Corporate and Regulatory Affairs di Live Nation</a>: “Si preoccupano molto dei prezzi e di solito sono piuttosto precisi al riguardo, perché le offerte che fanno agli artisti anticipano e dipendono necessariamente dal numero e dai prezzi dei biglietti che probabilmente verranno venduti. (...) Sono gli artisti a fissare i prezzi. L'artista e il suo team ascoltano il parere del promoter e poi decidono”.

Green Day

Dynamic pricing, Green Day nella bufera in Australia

Biglietti a 500 dollari, ma Ticketmaster risponde: ‘E’ il valore di mercato'

E’ in programma per i prossimi 27 e 28 settembre presso il circolo Peppino Impastato di Salemi, in provincia di Trapani, “Festa!”, il primo meeting dei festival promossi da comitati e circoli Arci in tutta Italia: tra i temi al centro della due giorni di discussione ci sono la sostenibilità ambientale, l’attraversabilità degli spazi, i safe space, con l’obiettivo di produrre un manifesto di valori comuni dei festival Arci.

L’evento ospiterà circa 50 tra direttori artistici, organizzatori di festival e dirigenti arci da tutta Italia con il coinvolgimento di giornalisti, musicisti e operatori del settore musicale, oltre a circa 30 festival siciliani: il programma ufficiale della manifestazione è disponibile sul sito di Arci a <a href="https://www.arci.it/app/uploads/2024/09/FestA-programma-completo.docx-1.pdf">questo indirizzo</a>.

“L’accesso alla cultura e agli eventi di spettacolo dal vivo è sempre più condizionato&nbsp;dall’innalzamento spropositato dei costi dei biglietti”, ha spiegato Arci nella nota di presentazione della manifestazione: “Di fronte a questa tendenza globale, esplosa soprattutto dopo la crisi pandemica, l’Arci propone un’offerta culturale, indipendente, accessibile e popolare, con una platea di più di 120 festival in tutta Italia che spaziano da programmi di caratura nazionale e internazionale, a progetti originali che contribuiscono ad animare piccoli paesi ed aree interne, fino alle forme più popolari, che riescono a costruire spazi di aggregazione durante buona parte dell’estate e che spesso sono anche luoghi di attivismo politico".

Arci, il primo meeting dei festival a Salemi a fine settembre

Tanti temi sul piatto per produrre un manifesto di valori comuni

Il rapporto degli Skunk Anansie con l'Italia era già molto stretto: una larga fetta della loro fan base europea risiede infatti qui da noi, tanto che negli anni precedenti&nbsp;si erano appoggiati a una delle più importanti etichette&nbsp;indipendenti locali,&nbsp;Carosello, per lavorare i loro album nel nostro Paese. Da oggi saranno rappresentati in esclusiva da una label italiana,&nbsp;Frontiers.

Frontiers ha base a Napoli. Fondata nel 1996, è specializzata in generi come classic rock,&nbsp;melodic hard rock, progressive e metal, ma ha anche pubblicato alcuni album di importanti artisti internazionali come Def Leppard, Uriah Heep, Journey, Toto, Michael Bolton e molti altri. La firma della band britannica è parte di un progetto di espansione fortemente voluto dall'etichetta, che apre così la sub-label FLG (Frontiers Label Group), che si focalizzerà soprattutto sulla scena alternativa.

"Siamo davvero elettrizzati di lanciare FLG e di dare il benvenuto agli Skunk Anansie nella nostra famiglia" ha dichiarato il CEO dell'etichetta, Serafino Perugino. "E' un momento importante per la storia di Frontiers, una pietra miliare nel nostro percorso per diventare la più importante etichetta rock e metal a livello internazionale". Altrettanto entusiasmo filtra dagli Skunk Anansie: "E'&nbsp;l'inizio di una nuova fase della nostra carriera e siamo grati a FLG, che si unisce a noi nella creazione di una nuova e più fresca visione e direzione musicale, parallelamente alla celebrazione dei nostri molti traguardi"

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Gli Skunk Anansie firmano con l'italiana Frontiers

La band britannica lavorerà sotto l'egida della nuova sub-label dell'etichetta napoletana, FLG 

Cargo Records UK era già un distributore ben radicato all'interno della scena indie di oltremanica e oltreoceano: lavorava infatti con etichette come&nbsp;Fire Records, Hyperdub, Planet Mu e&nbsp;Sub Pop, sia per il fisico che per il digitale. Grazie all'alleanza con due realtà ancora più strutturate, ovvero Beggars Group e Secretly Group, potenzierà i suoi servizi trasformandosi in una nuova realtà: Cargo Independent Distribution.

Oltre a diventare il distributore ufficiale dell'intero gruppo Secretly e a rappresentare le label del gruppo Beggars, Cargo Independent Distribution pianifica di espandere i propri orizzonti. Secretly e Beggars, infatti, si impegnano a implementare la nuova realtà in termini di personale e tecnologie, oltre a gestire strategicamente le operazioni.

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Nasce Cargo Independent Distribution

Il nuovo distributore indie è frutto dell'alleanza di Cargo UK, Beggars e Secretly

A poche ore dall’annuncio delle <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-746773/warner-music-group-kevin-liles-lascia-wmg-elektra">dimissioni del ceo di 300 Elektra Entertainment Kevin Liles</a>, l’organico globale di Warner Music è segnato da un altro clamoroso forfait: Kaz Kobayashi, veterano dell’industria discografica giapponese e da dieci anni presidente e ceo della filiale nipponica della multinazionale, lascerà il proprio incarico entro la fine del 2024. Il dirigente, attualmente, è alla ricerca di un sostituto, la cui identità verrà ufficializzata - come recita una nota dell’azienda diffusa oggi, mercoledì 18 settembre - “a tempo debito”.

"Vorrei ringraziare Simon Robson e l'intero team di Warner Music Japan, passato e presente, che mi sono stati accanto in quello che è stato un viaggio incredibile”, ha fatto sapere Kobayashi: "Sono davvero grato e onorato di essere stato coinvolto nelle vite di molti grandi artisti, tra cui Tatsuro Yamashita e Mariya Takeuchi. Ma tutte le cose belle finiscono e ho deciso che è il momento giusto per me di andare avanti”.

"Vorrei ringraziare Kaz Kobayashi per il suo incredibile contributo all'azienda negli ultimi dieci anni”, ha aggiunto Robson, capo delle operazioni globali per la divisione musica registrata di WMG: "Non solo ha prodotto risultati eccezionali per gli artisti come dirigente aziendale, ma si è anche guadagnato un grande rispetto per aver costruito una profonda fiducia e aver coltivato amicizie con loro. Ha guidato l'evoluzione dell'azienda in Giappone, un mercato musicale molto importante e distintivo".

Questa è solo l’ultimo dei grandi cambiamenti nell’organico di Warner Music: all’inizio dello scorso agosto, dopo vent’anni di militanza nel team oggi guidato da Robert Kyncl, <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-746066/warner-music-riorganizzata-la-divisione-musica-registrata">il CEO della divisione musica registrata di WMG Max Lousada ha annunciato le proprie dimissioni</a> a partire dal prossimo 30 settembre. La riorganizzazione messa in atto da Kyncl mira a rafforzare i servizi agli artisti in ogni fase della loro carriera, creare canali più diretti tra competenze locali e opportunità globali e posizionare l'azienda per una crescita a lungo termine”.

Warner Music, rivoluzione continua: via il ceo anche in Giappone

Kaz Kobayashi abbandonerà il suo incarico entro la fine dell’anno

Si terrà il prossimo 2 ottobre dalle 14.30 alle 17.30 presso la Sala Bossi del Conservatorio Martini di Bologna l’evento organizzato dall’associazione Note Legali “Diritti, tutele e riconoscimento professionale nella musica: lo stato dell’arte”. L’incontro, gratuito e aperto al pubblico, si articolerà in due panel: il primo, intitolato “Diritti e tutele di musicisti, autori e compositori: relazioni sullo stato dell’arte”, sarà - spiegano gli organizzatori - “un momento di aggiornamento e confronto sulla situazione del settore e sulle riforme auspicate, insieme ai rappresentanti delle principali società di collecting e associazioni di categoria”, con gli interventi di Andrea Marco Ricci (Presidente di Note Legali e Consigliere di Amministrazione NuovoIMAIE), Claudio Carboni (Consigliere di Gestione SIAE) e Michele Massimo Pontoriero (Presidente di UNISCA).

Il secondo, previsto per le 16.00, è dedicato al “Riconoscimento legale delle figure professionali dello spettacolo, con un focus particolare su musicisti, autori e compositori”. Interverranno Michele Massimo Pontoriero (Presidente di Italshow), Luigi Sbriccoli (Presidente di UNA – Unione Nazionale Autori), Mario Lavezzi (autore, compositore, ex Presidente del Consiglio di Sorveglianza SIAE e Presidente onorario di UNA – Unione Nazionale Autori). Il panel, al quale potrebbero partecipare anche rappresentanti del Ministero della Cultura, sarà moderato dall’avvocato Alessandro Valenti, docente di Diritto e Legislazione dello Spettacolo al Conservatorio di Bologna.

Note Legali, un evento il 2 ottobre a Bologna

Su diritti e tutele per i musicisti e i creativi

Anche se sono passati ormai quasi cinque anni dall'emergenza Covid, alcuni settori subiscono ancora l'onda lunga della pandemia. Tra questi c'è senz'altro il comparto della nightlife e degli spettacoli dal vivo, soprattutto quelli legati alla musica, che nell'arco di un lustro&nbsp;hanno dovuto affrontare lunghe chiusure e notevoli cambi di passo, con spese spesso ingenti e continui rincari dovuti all'inflazione. Il problema è particolarmente sentito in Inghilterra, dove discoteche e live club sono tradizionalmente molto diffusi, o quantomeno lo erano: nel 2023 si stima che oltre 6.000 venue abbiano chiuso per sempre.

Per porre rimedio a tutto ciò, la NTIA (Night Time Industries Association) ha chiesto aiuto al governo britannico, chiedendo che negli stanziamenti nella finanziaria autunnale siano previste anche delle agevolazioni per il settore. Nello specifico, l'associazione propone di estendere il fondo di aiuto già esistente e di ridurre l'IVA per le piccole realtà indipendenti.

In attesa di una risposta ufficiale, i primi a tendere la mano in forma privata saranno i Coldplay, che hanno annunciato una lodevole iniziativa legata ai loro concerti inglesi di agosto 2025, e in particolare alle dieci date appena annunciate (due al Craven Park Stadium di Hull e sei al&nbsp;Wembley Stadium di Londra). Il 10% di tutti gli incassi, infatti, verrà donato al Music Venue Trust per sostenere&nbsp;i piccoli live club underground e indipendenti, in particolare quelli che supportano gli artisti emergenti.&nbsp;L'idea nasce da una campagna del Trust che chiedeva che su ogni biglietto venduto per i grandi concerti nelle arene e negli stadi, una sterlina venisse devoluta al fondo per i piccoli locali.

Crisi dei club inglesi, si cerca di correre ai ripari

Discoteche e live club britannici chiedono sostegno al governo: i primi aiuti arrivano dai Coldplay

E’ in programma per i prossimi sabato 19 e domenica 20 ottobre il Gran Galà dell'Alta Fedeltà a Milano: l’evento, ideato dal patron dell’etichetta Foné Giulio Cesare Ricci e già tenuto gli scorsi 9 e 10 marzo a Roma, sarà ospitato dagli spazi del Centro Congressi della Torre N e della Torre H dell'Hotel NH Fiera, situato all'ingresso porta sud Fiera Rho Milano. L’ingresso è libero: l’hotel che ospita l’evento dispone di un parcheggio gratuito. Per accedere senza accreditarsi direttamente all’ingresso dell’hotel è necessario registrarsi sul sito ufficiale del Gran Galà all’indirizzo grangaladellaltafedelta.com.

Le maggiori aziende operanti in Italia nell’ambito dell’Hi-Fi allestiranno diverse sale dove saranno riprodotti diversi generi musicali (dalla classica al jazz, dal pop alla musica contemporanea) su supporti fisici come CD, vinili, SuperAudioCD e Original Analog Master Tapes.

“L’obiettivo del mio lavoro estenuante e appassionato, è sempre stato quello di riprodurre sul supporto finale il massimo della qualità possibile, sempre più vicina al master originale, per far rivivere con diversi sistemi d’ascolto l’emozione che normalmente si prova quando la musica vera è davanti a noi”, ha dichiarato Ricci.

Gran Galà dell’Alta Fedeltà il 19 e 20 ottobre a Milano

L’happening a ingresso libero si terrà presso NH Fiera, a Rho

Figura storica della discografia americana, Kevin Liles aveva iniziato la sua carriera come artista (negli anni '80 era un membro della crew di dj Numarx) per poi arrivare a ricoprire ruoli di primo piano nel music business: presidente di Def Jam dal 1999 al 2004, poi vice presidente di Warner Music Group e infine imprenditore con la sua 300 Entertainment, fondata insieme a Lyor Cohen. Dopo l'uscita di Cohen il marchio era stato acquisito da Warner (con un accordo da 400 milioni di dollari) e fuso con Elektra: la nuova etichetta, battezzata 300 Entertainment Elektra, era nata nel 2022 e aveva continuato a operare sotto la sua direzione.&nbsp;

E' notizia di ieri sera, però, che la sua esperienza all'interno del gruppo Warner termina qui: anche&nbsp;se a quanto si apprende non sarà sostituito (e resterà comunque ad assistere il lavoro dei suoi ex collaboratori fino alla fine dell'anno), lascia ufficialmente la guida dell'etichetta a fine settembre, che rappresenta anche la chiusura dell'anno finanziario per WMG. Nel corso dell'estate, altri due importanti dirigenti del gruppo hanno lasciato le loro attuali posizioni: Max Lousada, CEO di WMG, e Julie Greenwald, chairwoman di Atlantic Music Group.

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Grandi manovre ai vertici di WMG: Kevin Liles lascia

E' l'ultimo di una serie di grandi cambiamenti per Warner Music Group, in termini di dirigenza

L’acquisizione di Ticketmaster da parte di Live Nation è, a detta di molti, una delle operazioni di M&amp;A più controverse e discusse dell’industria musicale. La fusione trova radici nella fine del contratto di collaborazione tra la prima biglietteria statunitense – per l’appunto, Ticketmaster – e Clear Channel – oggi Live Nation – che integrava l’attività delle due imprese dal 2001. Sebbene inizialmente la strategia di Live Nation fosse quella di entrare direttamente nel mercato del ticketing attraverso il lancio di una piattaforma proprietaria, la decisione finale fu quella dell’integrazione verticale per incorporamento. Il 10 febbraio 2009 Live Nation e Ticketmaster annunciarono la volontà di fondersi. Come da comunicato stampa, il valore dell’entità economica risultante fu stimato in misura pari a $2,5 miliardi e l’unione delle rispettive attività avrebbe portato alla generazione di $40 milioni di sinergie operative. Ad oggi, la maggior parte degli analisti finanziari sono concordi nel valutare l’impresa oltre i $20 miliardi, la quale rappresenta la più grande impresa operante, non solo nel settore dell’intrattenimento dal vivo, ma di tutta l’industria musicale. Come da rapporto annuale, Live Nation opera in 49 paesi, promuove gli eventi di oltre 6.800 artisti, ha interessi economici – direttamente e indirettamente – in 373 venues nel mondo e nel 2023, tramite Ticketmaster, vendette circa 329 milioni di biglietti.

Le imponenti dimensioni dell’attività del colosso statunitense, seppur affascinanti per alcuni, hanno nel tempo destato la preoccupazione di concorrenti, consumatori e amministrazioni politiche, temendo la formazione di un monopolio associato a pratiche anticoncorrenziali che avrebbero potuto danneggiare i fan e minare l’innovazione del settore stesso. Le preoccupazioni nacquero già nel 2009, a seguito dell’annuncio dell’operazione di M&amp;A, ma le parti coinvolte ed il Dipartimento di Giustizia americano raggiunsero però un accordo che permise la finalizzazione dell’operazione. Tra le condizioni imposte dalla sezione antitrust figuravano la concessione in licenza della piattaforma di ticketing di Ticketmaster a AEG – uno dei più importanti promoter e gestore di venues negli Stati Uniti – ed il disinvestimento da parte della stessa di Paciolan – piattaforma che permetteva a molte location di avere una propria piattaforma di ticketing. L’intento di queste condizioni era quello di creare due nuovi concorrenti per Ticketmaster, ognuno con un diverso modello di business. Accanto a queste condizioni “strutturali” (così definite dallo stesso decreto del Dipartimento di Giustizia), vennero affiancate anche delle condizioni “comportamentali”, le quali, tra le altre, imponevano a Live Nation il divieto di impedire alle venues di scegliere piattaforme di ticketing alternative o di offrire il concerto-servizio di biglietteria all’interno di un unico “pacchetto”. Le condizioni precedentemente imposte sarebbero rimaste valide per un periodo temporale di 10 anni, ma nel 2019 tale durata fu prolungata di ulteriori 5 anni a seguito di presunte violazioni delle suddette condizioni da parte di Live Nation. Alle violazioni conseguirono altresì nuove obbligazioni per la compagnia, tra cui la nomina di una figura interna all’azienda – Antitrust Compliance Officer – e di una esterna ad essa col compito di monitorare il rispetto delle norme imposte. Il culmine di queste tensioni fu raggiunto il 23 maggio di quest’anno, data in cui il Dipartimento di Giustizia americano, insieme ai procuratori generali di 30 Stati d’America, citò in giudizio la società per aver monopolizzato il mercato dell’intrattenimento dal vivo, falsando la concorrenza del settore, arrecando dei danni agli stakeholders di riferimento e inibendo l’innovazione. Quest’ultimo aspetto fa riferimento, tra gli altri, all’incidente avvenuto durante le prevendite del tour americano di Taylor Swift svolte il 15 novembre 2022. Nonostante le alte commissioni imposte dalla biglietteria, furono riportati moltissimi disservizi durante la vendita dei biglietti e molte parti coinvolte si convinsero come l’accusata bassa qualità del servizio fosse conseguenza della mancanza di pressioni competitive da parte di credibili concorrenti. La richiesta del Dipartimento di Giustizia non fu tuttavia l’aumento dei vincoli e delle obbligazioni in capo a Live Nation – come avvenuto nel 2019 – bensì il disinvestimento di Ticketmaster e la cessazione di alcuni accordi pluriennali relativi all’utilizzo di certe location negli Stati Uniti.

La citazione in giudizio di Live Nation rientra nel più ampio spettro di indagini che l’amministrazione Biden sta conducendo nei confronti di diverse multinazionali statunitensi, accusandole di adottare comportamenti monopolistici. Tra queste figurano note multinazionali quali Google, Amazon, Apple e Meta. Rebecca Allensworth – un’esperta in materia di antitrust presso l’università Vanderbilt – ha dichiarato a Business Insider: “Si tratta sicuramente di un'agenda diversa da quella dei precedenti presidenti, credo che Biden stia dicendo che... il consolidamento e il potere che le grandi aziende hanno ottenuto negli ultimi 20, 30 anni non è un bene per il consumatore americano o per gli americani in generale. Penso che sia un tentativo deliberato di togliere un po' del potere di mercato che queste grandi aziende hanno accumulato”. Similmente, Ryan Sandrock – avvocato esperto in antitrust presso Shook, Hardy and Bacon ed ex avvocato del Dipartimento di Giustizia Americano – dichiara: “Penso che vedremo più nuove azioni in termini di indagini e contenziosi rispetto a qualsiasi altro anno precedente (…) Il volume delle attività antitrust è più alto che mai da quando ho iniziato a praticare nel 2003”.

Le accuse rivolte a Live Nation e alla sua controllata Ticketmaster sono molteplici. Il fulcro della tesi mossa dal Dipartimento di Giustizia americano risiede nella capacità di Live Nation di esercitare negli Stati Uniti un’influenza rilevante in tutte le principali fasi della filiera produttiva del settore dell’intrattenimento dal vivo grazie ad i preziosi asset di cui dispone – artisti, venues, servizi di biglietteria. Ciò avviene sia direttamente, attraverso la sua stessa attività o quella di società partecipate, che indirettamente, tramite accordi pluriennali con soggetti esterni al gruppo. Tra questi, viene citato l’Oak View Group – società di real estate che possiede e gestisce numerose venues negli Stati Uniti – la quale, secondo l’accusa, avrebbe potuto essere un potenziale concorrente del gruppo. Secondo il Dipartimento di Giustizia, questa presunta influenza rilevante permetterebbe a Live Nation, da un lato, di innalzare numerose ed insormontabili barriere all’entrata per i nuovi entranti e, dall’altro, utilizzare il proprio potere di mercato per sottrarre ulteriore terreno competitivo agli attuali concorrenti e praticare comportamenti non competitivi verso chi compia scelte non in linea con gli interessi economici della multinazionale. Con riferimento ad i nuovi entranti, viene ad esempio citato l’ostacolato ingresso nel mercato americano di TEG – società leader nel settore dell’intrattenimento dal vivo operante nell’area Asia-Pacifico – e l’acquisizione di diversi promoter locali indipendenti come United Concerts (2017), AC Entertainment (2016) o Logjam Presents (2023). Con riferimento invece agli attuali concorrenti, l’atto di citazione fa implicitamente riferimento al Barclays Center di New York, il quale a seguito del passaggio da Ticketmaster a SeatGeek – piattaforma di ticketing concorrente – quale biglietteria principale, sarebbe stata oggetto di presunti atti di ritorsione da parte di Live Nation, la quale avrebbe indirizzato altrove i propri concerti.

Sebbene le accuse mosse debbano ancora essere accertate dalle autorità competenti, è fuori dubbio come Live Nation sia in possesso di risorse di valore in grado di garantirle una posizione privilegiata all’interno del settore dell’intrattenimento dal vivo. Pollstar – data provider statunitense – suggerisce come 7 dei 10 tour dal più alto fatturato in territorio americano nel 2023 siano stati organizzati da Live Nation. La società vanta infatti nomi di prim’ordine nel proprio portafoglio di artisti, quali ad esempio Bruce Springsteen, Billie Eilish o Coldplay. La società ha poi un’influenza su 265 location in Nord America, tra cui 60 dei primi 100 anfiteatri della nazione – tipologia di location poco diffusa nel vecchio continente, ma molto utilizzata negli Stati Uniti. Basti pensare che AEG – società organizzatrice dell’acclamato tour di Taylor Swift – benché avesse una propria piattaforma di ticketing – AXS – reputò maggiormente conveniente affidare la prevendita a Ticketmaster. AXS dichiarò a CNBC: “Gli accordi esclusivi di Ticketmaster con la maggior parte delle venues del The Eras Tour ci hanno costretto a vendere i biglietti attraverso il loro sistema (...) non avevamo scelta”. Ticketmaster è infatti un ulteriore asset prezioso cui la compagnia può fare affidamento. Secondo stime Bloomberg la quota di mercato di Ticketmaster negli Stati Uniti si aggirerebbe attorno al 60%. Similmente, anche Statista conferma il ruolo da protagonista di Ticketmaster nel mercato statunitense attraverso un sondaggio che mostra come il 61% degli intervistati abbia utilizzato la piattaforma nei 12 mesi precedenti l’intervista.

L’accusa pone particolare attenzione sulla presunta responsabilità di Live Nation per gli alti prezzi dei biglietti, conseguenza delle alte commissioni di vendita imposte da Ticketmaster, le quali graverebbero ingiustamente e sproporzionatamente sul consumatore finale. Attualmente le dinamiche di pricing interne al mercato del ticketing generano parecchia confusione tra i fan, i quali spesso non riescono neppure a discernere gli elementi che compongono e determinano il prezzo finale che sono chiamati a sostenere. Specialmente nel mercato americano le commissioni di vendita possono costituire una quota significativa del prezzo finale del biglietto, raggiungendo soglie maggiori anche del 20%. Questi fattori, uniti ai crescenti cachet degli artisti, al dynamic pricing, alla maggior disponibilità di pacchetti VIP e biglietti premium, contribuiscono ad incrementare il prezzo degli eventi dal vivo, cresciuto in media del 34% rispetto al 2018 secondo una stima di Apollo Global management – società d’investimento statunitense attiva nel private equity. È tuttavia incerto se l’eventuale disinvestimento di Ticketmaster possa davvero ridurre l’onere che i consumatori sono chiamati a pagare per partecipare agli eventi dal vivo e l’opinione degli esperti è ambigua. Da un lato, maggior concorrenza instaurata tra più biglietterie potrebbe portare le aziende ad adottare delle strategie di costo per raggiungere un vantaggio competitivo, le quali determinerebbero una riduzione delle tariffe e delle commissioni richieste al mercato. George Howard – professore di music business e management presso il Berklee College – dichiara in proposito: “quello che possiamo sperare è più innovazione, la quale può potenzialmente portare a prezzi più bassi”. L’innovazione che può derivare da una maggior concorrenza nel mercato potrebbe infatti ridurre i costi sostenuti dalle aziende, le quali potrebbero offrire i propri servizi a prezzi maggiormente competitivi. Dall’altro lato però: “il prezzo dei biglietti è determinato dagli artisti e governato dalle forze di mercato”, come affermato da Curry Baker – Analista presso Guggenheim. La quota principale del prezzo di un biglietto è infatti costituita dal cosiddetto face value, il quale riflette l’anticipo richiesto dall’artista in fase di negoziazione con il promoter. Non è possibile dire a priori che in un regime di mercato più concorrenziale le richieste degli artisti subirebbero delle variazioni. Allo stesso tempo, non è possibile escludere che le dinamiche di negoziazione tra diversi operatori possano portare addirittura ad una crescita degli stessi anticipi minimi riconosciuti agli artisti. Infine, data la posizione di rilievo che Ticketmaster occupa in territorio americano, molta attenzione viene concentrata sulle alte fees che questa richiede ai propri clienti. Potrebbe essere utile approfondire se queste alte commissioni di servizio siano riscontrabili anche rispetto ai principali concorrenti, come AXS o Seatgeek.

Accanto ai consumatori, anche molti artisti medio/piccoli stanno accusando le conseguenze della presunta condizione di monopolio di Live Nation. Tra questi Clyde Lawrence – frontman dei Lawrence – ha sottolineato al New York Times come un più ampio ecosistema di venues, promoters e biglietterie possa giovare a molti artisti. Sebbene le considerazioni del cantante si riferiscano all’intero mercato dei live, la posizione di leadership maturata da Live Nation le permetterebbe di fissare standard e best-practices nei rapporti promoter-artista in grado di influenzare il settore nel suo complesso. Nello specifico Clyde Lawrence ha denunciato la mancanza di trasparenza e accuratezza nelle modalità di ripartizione dei profitti dello show tra organizzatore e artisti. Secondo il cantante infatti, la somma oggetto di spartizione non terrebbe conto di molte voci di ricavo maturate, quali ad esempio le commissioni di vendita della biglietteria, il food &amp; beverage o il merchandising, che comunque verrebbero in molti casi incassate da società direttamente o indirettamente controllate da Live Nation. Parallelamente ai ricavi, la somma oggetto di ripartizione non terrebbe conto neanche di molte voci di costo imputabili, non al promoter, ma agli artisti stessi. L’esclusione di molti costi legati alle spese di viaggio ad esempio fa sì che l’utile non sia poi così remunerativo per molti artisti medio-piccoli. Questa specifica categoria è infatti quella che più soffrirebbe le dinamiche sopra menzionate, costringendo nel peggiore dei casi alcuni musicisti ad abbandonare i tour. Tra le proposte avanzate sul tema, spesso figura l’introduzione di una quota di biglietti la cui vendita venga controllata dagli artisti stessi, ad esempio attraverso appositi “fan club”.

Attualmente è difficile prevedere l’evoluzione del processo giudiziario. Secondo alcuni analisti di Morgan Stanley – banca d’investimento statunitense – è probabile che Live Nation presenti nei prossimi mesi una mozione di rigetto per alcune delle accuse presentate dal Dipartimento di Giustizia Americano. Nei prossimi anni verrà condotta la fase di indagini, la quale potrebbe portare ad un processo già a marzo 2026, secondo quanto riportato in un piano di gestione del processo presentato dalla sezione antitrust del Dipartimento di Giustizia, anche se come specificato da Arun Subramanian – giudice della corte distrettuale di New York – tale data non è affatto certa, data la complicata natura del caso. Sebbene il Dipartimento di Giustizia americano abbia proposto una situazione “strutturale”, quale il disinvestimento della controllata Ticketmaster, non è però da escludere che possano essere concordate altre tipologie di soluzioni che proibiscano l’adozione dei comportamenti anti-competitivi citati, quali ad esempio la sottoscrizione di accordi pluriennali con diverse venues degli Stati Uniti. Allo stesso tempo, la pressione esercitata dall’amministrazione Biden su molte multinazionali statunitensi potrebbe non trovare continuità ed affievolirsi con l’insediamento alla Casa Bianca del nuovo Presidente. Ad agosto di quest’anno però i procuratori generali di 10 nuovi Stati hanno deciso di affiancare i 30 già presenti ed il Dipartimento di Giustizia Americano nella lotta al colosso dell’intrattenimento dal vivo, rendendo quindi molto volatile qualsiasi previsione che possa sfociare nel lungo termine.&nbsp;Live Nation, da parte sua, ha sempre mostrato grande confidenza e sicurezza circa l’esito della sentenza, la quale prevede convergerà a suo favore. Joe Berchtold – CFO di Live Nation – ha dichiarato in una recente intervista: “Mi aspetto che avremo la meglio (…) Non credo che il processo che dovremo affrontare con il DOJ comporterà grandi cambiamenti nel nostro modo di operare”. Senza dubbio diversi anni saranno richiesti per risolvere la controversia e noi tutti operatori del settore rimaniamo in attesa di nuovi sviluppi per scoprire l’evoluzione della vicenda, il cui esito ad oggi risulta tutt’altro che certo.

Il caso Live Nation – Ticketmaster: il punto della situazione

Un sguardo approfondito sulla vertenza legale che potrebbe cambiare il mondo della musica dal vivo

Believe ha annunciato un rinnovo dei vertici per la propria filiale in Messico: la società francese fresca di delisting ha nominato Marco Cataño Head of Artist Services per l’America latina, e José Pablo Molina Head of Label &amp; Artist Solutions per il Messico. Entrambi riporteranno a Alejandra Olea, Managing Director of Americas di Believe.

L’operazione, ha fatto sapere l’azienda in una nota, mira a “rafforzare la posizione in Messico e favorire la crescita del catalogo attuale e futuro di artisti ed etichette di diversi generi locali, come la musica regionale messicana".

"Sia Marco che José Pablo hanno un curriculum eccezionale nell'industria musicale", ha commentato Olea: “Grazie alla loro esperienza e passione per la musica potranno identificare aree di opportunità nel mercato per rafforzare e sviluppare i talenti di lingua spagnola. La loro capacità di attrarre e far crescere gli artisti in modo duraturo è in linea con le priorità di Believe per il Messico e l'America Latina".

"Con l'evoluzione del mercato, questo è il momento perfetto per Believe per continuare a rafforzare la propria offerta di servizi attraverso Artist Services”, ha aggiunto Catano: "Questa espansione sfrutterà la notevole crescita dell'industria musicale messicana e la sua crescente influenza negli Stati Uniti e oltre. Gli artisti indipendenti trarranno grandi benefici da questi servizi, che, attraverso un team specializzato, forniranno loro supporto in aree quali lo sviluppo concettuale, la pianificazione strategica, il marketing digitale e altre opportunità per accelerare la crescita della loro carriera”.

"Sono entusiasta dell'opportunità di sfruttare la mia esperienza e il successo che ho ottenuto con il team video su scala regionale all'interno di un singolo territorio”, ha concluso Molina: "Mi concentrerò sul miglioramento dei processi, sulla scoperta di nuove opportunità e sull'espansione della nostra portata in tutta l'azienda. Non vedo l'ora di lavorare più a stretto contatto con i team di finanza e comunicazione per supportare le nostre etichette e i nostri artisti. Riconosco l'importanza della musica regionale messicana per credere e non vedo l'ora di contribuire a questo movimento vitale, aiutando l'azienda ad approfondire la sua penetrazione nel mercato messicano".

Believe, rafforzata la filiale messicana

Nuovo team dirigenziale per il distaccamento della società in America Centrale

Si è tenuto tra gli scorsi 9 e 12 settembre a Barzio, in provincia di Lecco,&nbsp;il primo songwriting camp organizzato da peermusic Italy, filiale italiana dell’etichetta e società di edizioni fondata a New York nel 1928 da Ralph Peer e oggi organizzata come “multinazionale indipendente” con distaccamenti - tra gli altri Paesi - in Brasile, Germania, Francia, Regno Unito, Australia e Corea.

All’evento hanno preso parte Francesco Fugazza, Ginevra, Sissi, Pierfrancesco Pasini, Bluem, Marcello Grilli, Emanuele Triglia, Pietro Celona, Fabio Pizzoli, Marquis, Ceneri, Masamasa, Domenico Finizio, Palmaria, Sunken e da Madrid l’artista spagnolo Guzmen, la cui presenza - sottolinea l’azienda in una nota - “testimonia la collaborazione tra i team dei diversi paesi” nell’impegno a “creare connessioni artistiche oltre i confini nazionali”.

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 <h3>peermusic Italy Songwriting Camp 2024</h3>
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“I momenti di confronto tra musicisti sono essenziali per stimolare la creatività, in quanto offrono spazi in cui gli artisti possano esplorare nuove direzioni artistiche”, ha dichiarato Francesca Trainini, Managing Director di peermusic Italy: “peermusic, come editore indipendente, promuove la creatività, le nuove collaborazioni e i nuovi contatti. L’obiettivo è far emergere le voci musicali del futuro”.

peermusic Italy, concluso il primo songwriting camp

‘I momenti di confronto tra musicisti sono essenziali per stimolare la creatività’

La proposta del governo olandese guidato da Dick Schoof di alzare a partire dal 2026 l’IVA di prodotti e servizi del mercato culturale e ricreativo - compresi i biglietti dei concerti - dal 9 al 21% è stata fortemente contestata da Kunsten '92, rappresentanza che riunisce oltre 440 realtà appartenenti a vari ambiti (arti, new media, design, promoter) in tutti i Paesi Bassi: se adottato, il provvedimento proposto dall’esecutivo peserà sul settore della musica dal vivo - stando a una stima elaborata da Kunsten '92 - per 350 milioni di euro. Particolarmente critica, secondo i rappresentanti del comparto, sarebbe la concomitanza dell’innalzamento dell’IVA e il taglio ai sostegni statali.

“L'insieme non coordinato di tagli e misure ha un impatto enorme sull'intero settore delle arti e della cultura, sia a breve che a lungo termine”, ha fatto sapere Cathelijne Broers, direttrice del Cultuurfonds, fondo dedicato alle attività culturali e di conservazione ambientale: “Per la prima volta, i dati di questo consorzio sono stati combinati e analizzati e mostrano che l'intero settore delle arti e della cultura è interessato da una perdita di 350 milioni di euro all'anno di entrate. Ciò è dovuto alla diminuzione del pubblico, alla riduzione dei sussidi e alla riduzione delle entrate private”.

"Il settore delle arti e della cultura ha appena vissuto la 'tempesta perfetta': la pandemia di coronavirus, la crisi energetica e gli aumenti dei costi hanno inferto duri colpi a creatori e organizzazioni", ha aggiunto Jeroen Bartelse, co-presidente di Kunsten '92: "Questa analisi mostra che l'accumulo di misure colpirà di nuovo il settore a metà strada. Nel complesso, queste misure hanno un impatto finanziario maggiore dei tagli draconiani del governo Rutte I nel periodo 2010-2012".

Olanda, musica dal vivo sul piede di guerra

Il settore protesta per un aumento dell’IVA sui biglietti dei concerti dal 9 al 21%. E…

Nella mattinata (americana) di ieri gli avvocati di TikTok e quelli in rappresentanza del Dipartimento di Giustizia statunitense <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-746728/tiktok-battaglia-legge-usa-perche-e-diversa-rispetto-al-passato-trump">sono stati ascoltati da una corte d’appello di Washington</a>, presentando argomentazioni profondamente diverse per convincerla.

I primi spingono sul tasto del Primo Emendamento, sostenendo che un divieto dell’utilizzo dell’app violerebbe i diritti del di 170 milioni di utenti americani &nbsp;oltre che di moltissimi creatori di contenuti.

I secondi spingono sul tasto della sicurezza nazionale.

Dalla copertura dei media americani, pare emergere un primo orientamento dei giudici non particolarmente positivo per TikTok: i tre giudici della Corte d'Appello degli Stati Uniti per il Circuito del Distretto di Columbia hanno trascorso più tempo a interrogare i suoi avvocati&nbsp;che quelli del governo e le loro domande si sono concentrate sulle preoccupazioni riguardanti la sicurezza nazionale piuttosto che sul Primo Emendamento.

TikTok ha cavalcato con successo il tentativo dello stato del Montana di vietare l'app, sostenendo che ciò violava la libertà di espressione dei suoi utenti, e conta sul precedente di un'altra app di proprietà cinese, WeChat, che nel 2020 riuscì a far bloccare da un tribunale il divieto dell'ex presidente Donald Trump, citando anch'essa la violazione dei diritti del Primo Emendamento dei suoi utenti. 

Il Dipartimento di Giustizia, tuttavia, ha sostenuto che la legge bipartisan su TikTok si è resa necessaria perché la società madre cinese ByteDance rappresenta una preoccupazione per la sicurezza nazionale. 

Particolarmente significativi&nbsp;due passaggi. Il primo è stato quello in cui Andrew Pincus, uno dei legali di TikTok, ha provato a difendere la proprietà di TikTok facendo notare che anche due eminenti testate statunitensi – “Politico” e “Business Insider” - sono di proprietà di entità straniere (il riferimento è alla casa madre di entrambi i media, il gruppo tedesco Axel Springer) e questo pare non essere un problema.

Al che sia la giudice Neomi Rao che il giudice Douglas Ginsburg sono intervenuti rispondendo che non era il caso di parlare di controllo straniero, ma di “controllo da parte di un avversario”.

Il secondo passaggio&nbsp;si focalizzava invece su un altro argomento forte degli avvocati di TikTok , che hanno insistito su come la corte dovrebbe applicare uno “scrutinio rigoroso” alla legge, facendo riferimento a un tipo di revisione giudiziaria che impone al governo di dimostrare che una legge non viola la costituzione. Ginsburg ha sostanzialmente ridicolizzato il tentativo, parlando di spreco di tempo.

Come in passato, TikTok ha anche enfatizzato&nbsp;il tema dei creatori, evidenziando come un divieto impedirebbe a milioni di essi&nbsp;nonché a numerosi piccoli commercianti di guadagnarsi&nbsp;da vivere con l'app. In una conferenza stampa tenuta all'esterno del tribunale al termine dell’udienza, i creatori Talia Cadet, Kiera Spann e Paul Tran - tra i querelanti&nbsp; in una causa finanziata da TikTok – hanno insistito su come TikTok abbia cambiato le loro vite e che un divieto significherebbe perdere la loro comunità, il loro sostentamento e la loro libertà di espressione.

Il prossimo passo sarà la decisione della corte.

La legge è prevista andare in vigore il prossimo 19 gennaio. Entrambe le parti hanno richiesto di emettere una sentenza entro dicembre, così da avere abbastanza tempo per un possibile ricorso. Il caso, comunque, sembra destinato ad arrivare alla Corte Suprema.

TikTok vs Governo USA: il dilemma tra libertà e sicurezza

Nella prima attesa udienza di ieri a Washington le due visioni (contrapposte) delle parti in causa

Francesco Sartori è stato nominato Marketing Manager Kids &amp; Catalogue di Sony Music Italy: per Sartori si tratta di un ritorno nell’organico della filiale italiana della major - dove tra il 2018 e il 2020 aveva prestato servizio come Digital Partner Development Account Manager - dopo due anni passati nel team di Amazon Music Italy come Label Relations Manager.

Laureato all’Università degli Studi di Palermo con master in Innovation Strategy &amp; Digital Transformation alla 24Ore Business School e in Editoria e Produzione Musicale presso l’Università IULM di Milano, Sartori ha debuttato professionalmente nel 2017 come Assistente di Produzione per Ponderosa Music, per poi entrare in Sony Music Italy come stagista nel 2018.

Sony Music Italy, torna in organico Francesco Sartori

Come Marketing Manager Kids & Catalogue, dopo due anni in Amazon Music Italy

Si è svolta nella serata di ieri, 17 settembre, la prima edizione italiana di Billboard Women in Music, evento - prodotto da Vivo Concerti, e organizzato per la prima volta in Europa - che celebra le donne più influenti nell’industria musicale.

Ad Anna (nella foto) è stato assegnato il premio Woman Of The Year, mentre Gaia che ha ricevuto il premio Hitmaker Of The Year: a BigMama è andato il premio Breakthrough.&nbsp;Ad esibirsi per il pubblico presente in sala sono state Gaia, con un medley dei suoi successi, Federica Abbate, premiata come Songwriter Of The Year e le cantautrici Ariete e Bu Cuaron.

Tra le altre premiate sono da segnalare Laura Pausini (con il premio Icon), Elodie (come Performer Of The Year), Rose Villain (col premio Impact Of The Year), Clara (con il premio Rising Star), Anfisa Letyago (con il premio DJ Of The Year), Marta Salogni (con il premio Producer Of The Year), Marta Donà (come Manager Of The Year) e Sara Potente (come A&amp;R Of The Year).