L’Ufficio dell'Unione Europea per la Proprietà Intellettuale ha pubblicato un nuovo rapporto - il quarto, dal 2019 - sull’andamento del consumo non autorizzato di media in ambito musicale, cinematografico e televisivo nei paesi del mercato unico. Secondo l’indagine, tra il 2021 e il 2023 la pirateria si sarebbe sostanzialmente “stabilizzata” a 10,2 episodi al mese per utente Web: nel contesto generale, la pirateria musicale - soprattutto grazie alla diffusione delle piattaforme di streaming legale - ha registrato una sensibile contrazione, riducendosi in media a un quarto (0,6 episodi al mese per utente) rispetto al 2017. Il veicolo di violazione più diffuso resto lo stream ripping, ovvero la registrazione indebita di contenuti da piattaforme autorizzate come Youtube, che - oggi - rappresenta quasi la metà del consumo illegale in Europa, seguita dal download e - in misura decisamente minore - dal torrenting. I dispositivi mobili sono rimasti il mezzo preferito per consumare musica piratata, registrando complessivamente il doppio degli accessi effettuati da desktop. In Italia, secondo quanto rilevato dall’EUIPO, in ambito musicale lo stream ripping pesa sull’aggregato delle violazioni per il 61%, seguito dal download (21%) e dallo streaming (14%), con percentuali minime di torrenting.