<a href="http://musicbiz.rockol.it/tutto-su/nuovoimaie-453984">NUOVO IMAIE</a> propone una serie di incontri con protagonisti e protagoniste del panorama musicale italiano per parlare dei loro progetti, ma anche per approfondire le dinamiche che ruotano intorno all’essere Artista Interprete Esecutore.

Tornati sulla scena discografica all’inizio dello scorso febbraio con l’EP “Circo Medusa”, ideale evoluzione del secondo album “Medusa” alla realizzazione del quale hanno contribuito ospiti speciali come - tra gli altri - Dj Aladyn, Saturnino e Willie Peyote, i Queen of Saba sono impegnati in questi giorni in un tour partito lo scorso 21 marzo da Torino che nella serata di oggi, 3 marzo, farà tappa al Circolo Magnolia di Milano. Uno show che lo stesso duo definisce “una sorta di spettacolo nello spettacolo”, che - in occasione della data nel capoluogo lombardo - celebrerà “tutte le connessioni e le amicizie che sono nate in questi anni di musica e collaborazione”...

Come nasce Queen of Saba?

Io e Lorenzo ci siamo conosciuti per caso a Venezia nel 2016 e abbiamo deciso da subito di collaborare. Fino al 2019 abbiamo lavorato soprattutto alla produzione di brani nostri, per poi debuttare anche dal vivo. Da quando ci conosciamo siamo cresciuti tanto, e in questo processo di crescita la nostra coscienza militante ha assunto un ruolo importante. Hanno giocato un ruolo importante anche le nostre esperienze di vita; soprattutto la mia, perché vivo a Torino, una città molto attiva e resistente. Ho sempre voluto canalizzare questa mia esigenza, e metterla nelle canzoni è venuto molto naturale, perché sono temi che fanno parte della mia quotidianità.

In questo periodo state portando in tour “Circo Medusa”, l’EP di remix del vostro precedente progetto “Medusa”, e proprio stasera farete tappa al Magnolia di Milano…

Si tratta di una sorta di spettacolo nello spettacolo, con performance di vario tipo che si avvicendano sul palco: la data di Milano sarà anche un momento per celebrare tutte le connessioni e le amicizie che sono nate in questi anni di musica e collaborazione. Tanti ospiti, quindi, alcuni dei quali si esibiranno con noi per la prima volta. Non è una serata improntata semplicemente all’ascolto, ma alla partecipazione attiva: l’idea è che alla fine del concerto lo spettatore dovrebbe sentirsi parte attiva dello show a cui ha assistito.

La vostra musica è un clash pazzesco: canzoni iper pop, orecchiabilissime e ballabilissime, che affrontano argomenti spesso tostissimi e alla fine riescono a mettere d’accordo tutti anche su temi in teoria complessi e divisivi…

Noi siamo grandi fan della musica pop: è un genere sempre un po’ bistrattato, il cui scopo principale è considerato quello di fare soldi, ma in realtà penso che sia uno strumento estremamente prezioso per comunicare con le persone. Nell’ambiente dellə attivistə ci chiediamo spesso come fare a uscire dalla nostra bolla, per non rischiare di parlare e darci ragione tra di noi: creare degli eventi coinvolgenti, in cui la gente viene per cantare, ballare e stare insieme, ci aiuta ad aprire un dialogo anche con mondi lontani. So per certo che ci sono persone che hanno cambiato idea su alcuni temi, dopo essere statə a un nostro concerto. La musica leggera crea immediatamente un senso di comunità, e credo che un terreno comune ci sia sempre, al di là della poetica identitaria e delle ideologie. A nessuno piace la repressione, l’autoritarismo, la negazione del dissenso, e l’unico modo per combattere tutto questo è fare fronte comune, perché la nostra vita è sempre più difficile e alienante e c’è bisogno di un cambio di paradigma per stare tuttə bene ed essere liberə di avere una vita dignitosa.

Si dice spesso che oggi per un musicista esporsi è doppiamente difficile, essendo molto concreto il rischio di perdere follower o contratti importanti...

Portando avanti in modo molto chiaro i nostri ideali c’è stata una sorta di selezione a monte da parte dei nostri fan e delle persone con cui lavoriamo: raramente ci è capitato che ci censurassero o che ci facessero un’opposizione attiva. La cosa che ci viene detta più spesso è che, se continuiamo così, il nostro è destinato a essere un pubblico di nicchia, o che se siamo così radicali prima o poi arriverà una qualche controversia. Ma per quanto ci riguarda, là fuori c’è un numero immenso di persone che non aspetta altro che sentire qualcuno che dica quello che diciamo noi. Io vorrei davvero invitare chiunque abbia una piattaforma e una voce a provare a esporsi, ogni tanto, anche solo per vedere che tipo di risposta può ottenere: potrebbero rimanere sorpresə. C’è chi teme un danno economico, e siamo tutti d’accordo che è bello potersi guadagnare da vivere con la musica, ma parlando per Queen of Saba posso assicurare a chiunque che, pur mettendoci in prima linea su tanti argomenti discussi, riusciamo comunque a campare della nostra arte in modo abbastanza tranquillo. E il fatto di non dover scendere a compromessi e non dover rinunciare a ciò in cui credo non ha prezzo.

Ma nella pratica come si fa a portare in musica la propria lotta, nel 2025?

Purtroppo in questo momento è pieno di artistə che traggono immenso beneficio dal consumo della loro musica da parte comunità LGBTQIA+, ma poi fanno fatica a esporsi su temi veramente radicali, in termini di diritti e rappresentazione; ad esempio faticano a esporsi sui diritti delle persone trans. La musica deve essere un mezzo per raggiungere più persone possibile e un collante sociale, ma noi la facciamo tanto più volentieri proprio perché ci permette di esporci e batterci per ciò in cui crediamo. Io sono una persona molto intransigente, e penso che alcuni temi siano una cartina tornasole, come la questione palestinese: in quel caso, secondo me prendere posizione e dire “Stop al genocidio” significa semplicemente avere empatia e schierarsi dalla parte dell’umanità.

A proposito di comunità LGBTQIA+ e altre categorie sottorappresentate, in questo momento il gender gap resta uno dei problemi più grandi dell’industria musicale italiana, come ha evidenziato anche <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-742423/report-nuovoimaie-fimi-gender-gap-industria-musicale-italiana-2023">un’indagine di NuovoIMAIE</a>...

È un bene che questo tema venga portato alla ribalta con dati oggettivi, perché a volte la risposta generica a questo tipo di problematiche è “Le donne non sono abbastanza brave”, oppure “Le donne non si espongono abbastanza”, o ancora “Voi gay non potete lamentarvi perché siete dappertutto”. Quando si analizzano i numeri nero su bianco, però, è evidente che non è così. La parola chiave, oltre che rappresentanza, è rappresentazione: personalmente, crescendo ho sempre voluto fare della musica il mio lavoro, ma ho sempre fatto fatica a trovare modelli che mi assomigliassero. C’è evidentemente un problema alla base, e non solo tra i performer, ma anche dietro le quinte: se ci sono pochissime persone socializzate donne che fanno il mestiere di tecnica audio o tecnica luci è anche per questo, perché se sembra che nessun’altra lo faccia finisci per convincerti che non sia possibile farlo, che per te non ci sia spazio. Si possono fare tanti gesti significativi partendo dal basso, ma bisogna che anche chi ricopre posizioni decisionali prenda atto della necessità di un cambiamento.

Ad esempio?

Prendi i festival: a decidere chi suona (e quante donne suonano) non è un’entità astratta, sono delle persone. Basterebbe che lo facessero con più consapevolezza. C’è un bellissimo progetto su Instagram, <a href="https://www.instagram.com/bookmorewomen/">Book More Women</a>, che mostra come sarebbero le locandine delle varie rassegne se contenessero solo i nomi delle persone socializzate donne che si esibiscono: sono praticamente locandine vuote, e sono davvero immagini emblematiche del bias che c’è nell’industria musicale. Poi ti dicono “Le artiste donne fanno meno ascolti su Spotify”: beh, chiediamoci perché.

Tra le misure possibili per colmare il gender gap tra gli artisti e i performer, c’è un’altra iniziativa di NuovoIMAIE: il <a href="https://www.nuovoimaie.it/mission/bandi-e-contributi/bandi-musica/bando-genitorialita-2025/">Bando Genitorialità 2025</a>, che offre sostegno economico non solo alle artiste madri, ma anche agli artisti padri…

Questa iniziativa tocca un tema a noi molto caro e vicino: in questi ultimi anni Lorenzo è diventato papà, e tra noi ci siamo ritrovati più volte ad affrontare l’argomento della cura parentale. Un flusso che va in due direzioni, perché se da una parte lui ha senz’altro una serie di privilegi in più in quanto uomo, dall’altro è molto pesante per un padre non venire quasi considerato un genitore, come se l’unico vero genitore meritevole di diritti e tutele è quello che rimane a casa col bambino. È giusto e sacrosanto, quindi, che finalmente esistano strumenti del genere.

Se dovessi proporre altri strumenti utili a creare una situazione più equa all’interno del music business, quali sarebbero?

Beh, innanzitutto più corsi di formazione sui temi sensibili: di recente a Torino ne è stato organizzato uno sul tema del gender gap, ad esempio, per creare anche un momento di confronto tra artiste socializzate donne e altre minoranze di genere. A volte basterebbe davvero fornire gli spazi e i luoghi dove ritrovarsi, e ci si organizza da sé. E poi borse di studio, incentivi per giovani artistə… Tutte iniziative che possono nascere anche dal basso, ma che sarebbero le benvenute da parte di istituzioni che si occupano proprio di tutela alla categoria.

Queen of Saba

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Ballare, pensando: il pop secondo i Queen of Saba

Industria

Il duo sta portando in tour l'ultimo EP 'Circo Medusa': 'Ai nostri show partecipazione attiva'

Nel 2024 il volume di ripartizioni di GEMA è cresciuto del 4,7% su base annua, arrivando a quota 1,13 miliardi di euro: questi i dati pubblicati dalla collecting tedesca nell’anteprima del proprio report annuale, che sarà reso disponibile in forma integrale a maggio.

A trainare la performance sono stati i diritti generati dalla pubblica esecuzione (cresciuti del 13,1%, sempre su base annua) e dal consumo di repertori a livello internazionale (+7,3%). Meno brillanti si sono rivelati i dati relativi ai segmenti del broadcasting (cresciuto di poco meno dell’1%) e dell’online, contrattosi leggermente dai 310,3 milioni del 2023 ai 310,1 milioni dello scorso anno.

"Il 2024 è stato caratterizzato da tensioni geopolitiche, incertezza economica e sviluppi tecnologici dirompenti. In questo contesto, GEMA ha dimostrato stabilità, finanziariamente, organizzativa e culturale", ha dichiarato il CEO della collecting Tobias Holzmüller: "Siamo stati in grado di distribuire oltre 1,13 miliardi di euro ai nostri membri. Questo non è solo un risultato economico, ma anche un'espressione della nostra responsabilità nei confronti dei creator di musica in Germania e nel mondo".

GEMA, nel 2024 ripartizioni su del 4,7%

Per un totale di 1,13 miliardi di euro, secondo il report della collecting tedesca

Amazon Music è stato riconfermato come streaming partner ufficiale (ed esclusivo) dello Stagecoach Festival, il “Coachella del country” organizzato da Goldenvoice in programma tra i prossimi 25 e 27 aprile a Indio, in California. Il live stream avranno luogo sia su Amazon Music che su Prime Video e Twitch: a condurre saranno Kelly Sutton e Amber Anderson del podcast Country Heat Weekly, che offriranno interviste dal backstage con i protagonisti dell’evento.

Accanto alle dirette, Amazon offrirà anche l’opportunità di acquistare merchandising sia del festival che degli artisti presenti nel cartellone, come - tra gli altri - gli headliner Zach Bryan, Jelly Roll e Luke Combs.

Stagecoach, ancora a Amazon Music la diretta

Si rinnova la streaming partnership tra il festival di Goldenvoice e il DSP

La scorsa settimana Spotify ha lanciato, <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-751072/spotify-presentata-la-nuova-fase-di-advertising">durante l’evento&nbsp;“Spotify Advance”&nbsp;dedicato a brand e agenzie pubblicitarie tenutosi a New York</a>,&nbsp;Spotify Ad Exchange (SAX), una&nbsp;piattaforma interamente programmatica, che automatizza l’acquisto e la vendita di spazi pubblicitari tramite un&nbsp;sistema d’asta, perfettamente integrato con Google e altri partner dell’ad-tech.

Una piattaforma programmatica consente agli inserzionisti di accedere in tempo reale agli utenti registrati di Spotify attraverso aste automatizzate: l'iniziativa mira a semplificare il processo di acquisto e vendita di spazi pubblicitari, offrendo maggiore flessibilità e misurabilità agli inserzionisti. SAX è integrato con partner tecnologici pubblicitari di rilievo come&nbsp;Google Display &amp; Video 360,&nbsp;Magnite,&nbsp;Yahoo DSP&nbsp;e&nbsp;Adform.

Oltre a SAX, Spotify ha introdotto altre due novità. La prima è&nbsp;Spotify Gen AI Ads, uno strumento basato sull'intelligenza artificiale generativa che assiste gli inserzionisti nella creazione di script e voice-over per gli annunci. Questo strumento è supportato dalle agenzie interne di Spotify,&nbsp;Creative Lab&nbsp;e&nbsp;AUX, offrendo soluzioni creative avanzate per le campagne pubblicitarie. La seconda riguarda il&nbsp;potenziamento delle sue capacità di misurazione della performance con nuove soluzioni come&nbsp;Spotify Brand Lift&nbsp;e aggiornamenti a&nbsp;Spotify Pixel. Questi strumenti forniscono agli inserzionisti dati più dettagliati sull'efficacia delle loro campagne, permettendo ottimizzazioni più precise e una migliore comprensione del ritorno sugli investimenti.

Secondo il rapporto dell'IFPI&nbsp;del 2025, i ricavi globali dello streaming musicale supportato da pubblicità sono cresciuti solo dell'1,2% nel 2024, indicando una stagnazione in questo segmento. In questo contesto, le iniziative di Spotify rappresentano uno sforzo significativo per rivitalizzare e incrementare i ricavi pubblicitari, offrendo soluzioni più avanzate e integrate per gli inserzionisti e rispondendo alle sollecitazioni delle major, sue licenziatarie dei cataloghi.&nbsp;

L'introduzione di SAX e degli strumenti basati sull'IA da parte di Spotify evidenzia una strategia volta a consolidare la sua posizione nel mercato pubblicitario digitale. Integrando tecnologie avanzate e collaborando con partner di rilievo, Spotify non solo mira a incrementare i propri ricavi pubblicitari, ma anche a offrire agli inserzionisti strumenti più efficaci e misurabili. Mosse che intendono posizionarla come un attore chiave nel panorama della pubblicità programmatica, potenzialmente competendo direttamente con giganti del settore come Google e Meta. Come le due conglomerate, anche Spotify è un attore di primo piano dell’economia dei dati.

Spotify ha lanciato SAX: perché, e cos’è

Il DSP punta sulla pubblicità programmatica per conquistare più inserzionisti

In un lungo post pubblicato sul proprio canale personale X Bill Ackman, fondatore e CEO di Pershing Square Capital Management, ha fortemente criticato la politica protezionistica adottata da Donald Trump nei confronti degli scambi con gli altri paesi. Pur riconoscendo alla presidente americano qualche ragione - “ci sono paesi che hanno approfittato di noi, proteggendo le loro aziende a spese di milioni di posti di lavoro e della nostra crescita economica” - Ackman ammette che “imporre dazi massicci e sproporzionati sia ai nostri amici che ai nostri nemici” significhi “scatenare una guerra economica globale contro il mondo intero in una volta sola”, distruggendo - di conseguenza - “la fiducia nel nostro Paese come partner commerciale, come luogo in cui fare affari e come mercato in cui investire capitali”.

Poi, l’avvertimento. Se Trump non tornerà sui suoi passi negoziando con i partner una rimodulazione (ovviamente al ribasso) delle tariffe, “gli investimenti (negli Stati Uniti, ndr) si fermeranno, i consumatori chiuderanno i loro portafogli e danneggeremo gravemente la nostra reputazione con il resto del mondo, che richiederà anni, se non decenni, per essere riabilitata”.

“Quale CEO, quale CDA si sentiranno a loro agio nell'assumere impegni economici a lungo termine nel nostro Paese nel mezzo di una guerra nucleare economica?”, si chiede Ackman: “Nessuno. Quando i mercati crollano, i nuovi investimenti si fermano, i consumatori smettono di spendere soldi e le aziende non hanno altra scelta che ridurre gli investimenti e licenziare i lavoratori”.

“Gli affari sono questione di fiducia. E il presidente (Trump, ndr) sta perdendo la fiducia dei leader economici in tutto il mondo”, ammette Ackman: “Le conseguenze per il nostro paese e per i milioni di cittadini che l’hanno sostenuto, in particolare i consumatori a basso reddito che sono già sotto un'enorme quantità di stress economico, saranno gravemente negative. Non è questo che abbiamo votato”. Quindi l’appello finale: o Trump si deciderà “a correggere questo sistema di dazi ingiusto” o gli Stati Uniti imboccheranno la strada alla volta di “un inverno nucleare economico autoindotto”, che metterà gli USA in ginocchio. “Che possano avere la meglio le menti più lucide”, è l’auspicio finale di Ackman.

La posizione del finanziere newyorchese figlio dell’immobiliarista Lawrence David Ackman è rilevante, per l’industria musicale, essendo Pershing Square il terzo azionista (<a href="https://musicbiz.rockol.it/news-724607/pershing-square-10-universal-music">per il 10% del capitale azionario</a>) di Universal Music Group (che, lo scorso gennaio, su richiesta proprio di Ackman ha ricevuto il via libera per <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-749370/universal-music-sara-quotata-anche-sulla-borsa-americana">una quotazione secondaria anche a Wall Street</a>), dopo la famiglia Bolloré (al quale sono intestate il 28% delle quote, il 18% delle quali direttamente, con il restante 10% nel portafoglio di Vivendi) e Tencent (che detiene un’unica tranche di azioni pari al 20%). Nel board di Tencent siede anche un rappresentante del governo di Pechino - più precisamente Yang Siu Shun, 68 anni, membro della Conferenza Politica Consultiva del Popolo Cinese: la Cina, uno dei paesi più colpiti dai dazi americani (tanto da aver probabilmente bloccato il negoziato per l’acquisizione dell’operatività americana di TikTok da Bytedance, dato per “imminente” dal vicepresidente J.D. Vance lo scorso giovedì e smentito dallo stesso Trump nemmeno 24 ore dopo), non pare aver alcuna intenzione di assecondare la politica di Washington sedendosi al tavolo negoziale.

Ackman (Pershing Square) contro i dazi di Trump

L'azionista di Universal Music: 'Stiamo andando verso un inverno nucleare economico autoindotto'

La Società Italiana degli Autori ed Editori ha diffuso oggi, lunedì 7 aprile, una nota ufficiale riguardante la riorganizzazione dei propri servizi sul territorio nazionale, che riportiamo - qui sotto - integralmente.

<blockquote>
La SIAE, in merito alle notizie riportate dagli organi di stampa sull’ammodernamento della rete territoriale della società, è naturalmente disponibile a incontrare nuovamente le organizzazioni sindacali confederali, come sempre avvenuto in passato.

Nelle more di questo ulteriore incontro, la SIAE desidera precisare quanto segue.

In via preliminare, va ricordato che il rapporto di lavoro dei dipendenti della SIAE, in quanto ente pubblico economico, sono regolati esclusivamente dal diritto privato.

Con riferimento invece al piano industriale e alla ristrutturazione aziendale della società, è doveroso puntualizzare che:

&nbsp;- Il piano di evoluzione organizzativa della rete, finalizzato anche alla riduzione dei costi non più sostenibili senza alterare l’efficienza dei servizi prestati e senza compromettere i livelli occupazionali, è stato oggetto di informativa sindacale, come previsto dalla normativa vigente;

- in termini di presenza sul territorio nazionale, SIAE proseguirà a operare in piena continuità e assicurando i propri servizi per tutti, anche grazie al supporto delle agenzie mandatarie della società;

-&nbsp;la SIAE ha previsto per tutti i dipendenti coinvolti nella ristrutturazione la possibilità di trasferirsi in altri uffici.&nbsp;

In conclusione, la riorganizzazione della rete territoriale della SIAE non prevede alcuna riduzione della copertura e della qualità dei servizi. Il piano è l’esito di un percorso di trasformazione organico avviato nel settembre 2023 e diretto a perseguire l’ammodernamento della Società e delle sue articolazioni, anche alla luce dell’evoluzione digitale dei propri servizi.
</blockquote>

SIAE, riorganizzazione per servizi più efficienti sul territorio

La nota ufficiale della collecting

Il solido rilancio del mercato discografico innescato dalla diffusione dello streaming ha avuto, come inevitabile rovescio della medaglia, l’aumento esponenziale della competizione tra etichette per sopravvivere e affermarsi sul panorama della musica registrata: le politiche delle major, che in virtù della propria potenza di fuoco finanziaria stanno attuando strategie di acquisizione espansive, soprattutto nei confronti di società di servizi e distribuzione, costringe le indipendenti a sfruttare i propri punti di forza, ovvero l’agilità nell’adattarsi ai nuovi scenari e la rapidità nell’intercettare nuovi segmenti di pubblico al quale rivolgersi. A spiegarlo è Mauro Farina, Vicepresidente responsabile per il Settore Sviluppo e Nuovi Modelli di Business di PMI - Produttori Musicali Indipendenti e co-fondatore di The Saifam Group, etichetta e società di edizioni veronese che da oltre quarant’anni rappresenta una delle realtà indipendenti più solide sul panorama italiano. Sulla base della propria esperienza personale, Farina spiega come per una indie sia fondamentale non solo anticipare le tendenze musicali, ma anche rivolgersi a nicchie potenzialmente molto redditizie neglette - per ragioni numeriche - dai grandi operatori, rivitalizzare risorse dormienti (anche con partnership major) e collaborare con altre label. Togliendosi dalla testa una volta per tutte che scalare le classifiche sia l’unico modo per sopravvivere sul mercato. “Perché sarebbe bello fondare un’etichetta pensando di sfornare solo hit. Ma…”

<h3>Dai Club Dogo al fitness: l’importanza delle nicchie</h3>

“Riguardo la produzione fonografica, ci siamo accorti che - sebbene l'avvento del downloading prima e dello streaming poi abbiano comunque portato le persone ad avvicinarsi maggiormente alla musica rispetto al passato - la frammentazione degli incassi generata da queste due svolte è stata quasi devastante, specialmente per certe aziende indipendenti”, racconta Farina: “Come Saifam, quindi, ci siamo concentrati sulle nicchie. Nei primi anni Duemila abbiamo esplorato il mondo urban, pubblicando i primi album di - tra gli altri - Fabri Fibra e Club Dogo, che adesso sono considerati big anche a livello mainstream. Poi abbiamo pensato che la tecnologia potesse favorire lo sfruttamento dei nostri contenuti musicali appunto in aree alternative, come - per esempio - il fitness. Nel nostro processo di diversificazione alla ricerca di nuovi modelli di business, è stata una svolta: tra il 2006 e il 2007 ci è venuta l’idea di un app che consentisse a tutti gli istruttori al mondo di avere un contenitore di musiche fatte ad hoc per tutte le discipline possibili. Idea che poi è stata sviluppata negli anni successivi, diventando anche un tool di editing in grado di mixare i brani adattandone i bpm a seconda delle playlist. L’idea ha fatto breccia a livello internazionale, diventando oggetto di una grande operazione commerciale che ha coinvolto anche Serena Williams e Jane Fonda come testimonial. A oggi, investiamo dai 500mila euro a un milione di euro all'anno per produrre contenuti specifici, e contiamo più di 360mila istruttori in tutto il mondo che sono abbonati a questo nostro ‘piccolo Netflix’ dedicato alle palestre, creato per diversificare il fatturato cercando di comprendere quali fossero le aree dove poter sviluppare contenuti musicali senza la necessità di scalare fino al primo posto in classifica”.

<h3>La collaborazione tra indipendenti e major</h3>

“Quattro anni fa, con Sony Music Italy, abbiamo aperto una divisione di Saifam chiamata Music Now!, con il proposito di ristampare su licenza titoli di catalogo attuando un’operazione trasversale di riscoperta di determinati artisti su scale numeriche contenute”, prosegue Farina: “Penso, per esempio, all’opera di rivalutazione sulle <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-750364/sony-music-publishing-saifam-music-now-original-soundtracks-series">colonne sonore del catalogo di Sony Music Publishing</a> avviata con la collaborazione di Roberto Razzini. E’ un discorso non solo commerciale, ma anche artistico, che coinvolge - ove possibile - gli artisti stessi e le rispettive fan base. Penso anche all’<a href="https://musicbiz.rockol.it/news-749477/warner-music-italy-partnership-su-piu-fronti-con-saifam-group">operazione con Warner Music</a>, annunciata a fine gennaio: anche in questo caso, i nostri partner hanno recepito e sposato la volontà di monetizzare prodotti ‘dormienti’ molto meritevoli di essere riscoperti.

<h3>L’importanza della tecnologia: l’utilizzo etico dell’intelligenza artificiale</h3>

“Lo sviluppo tecnologico mi interessa molto, e lo seguo da vicino”, assicura Farina: “Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale, soprattutto nel caso dei modelli generativi, fondamentale è avere un approccio etico e creativo, e non speculativo, nell’applicazione. Per esempio, abbiamo iniziato un processo di “restauro” delle tracce vocali del nostro catalogo italo-dance anni ‘80, correggendo tanto la qualità delle tracce audio quando la pronuncia inglese degli interpreti protagonisti delle registrazioni d’epoca. E’ un processo molto importante, forse anche più della rimasterizzazione: l’italo-dance è ancora molto popolare a livello internazionale, e una pronuncia inglese credibile può contribuire al rilancio dei prodotti su scala globale”.

<h3>Cosa significa essere indie</h3>

“Il grosso vantaggio di un’etichetta indipendente è proprio l’approccio al lavoro discografico: la forza motrice resta la passione, la voglia di fare qualcosa di nuovo, di bello”, conclude Farina: “E di collaborare: nel nostro caso, penso al supporto fornito - in termini sia economici che di infrastrutture - a Vibra Records. Noi siamo sempre disponibili a collaborare con le piccole label: ci è capitato di siglare accordi con le major proprio per gestire la transizione dei nostri partner indipendenti nella loro fase imprenditoriale post-Saifam, riuscendo a mantenere comunque un cordone ombelicale che permetta eventuali, future collaborazioni. L’importante è trovare persone serie e motivate con le quali lavorare. Anche perché noi sentiamo la responsabilità sociale di dare lavoro a tante persone. Lo staff, per me, è la cosa più importante. Mi sento legato a vita allo staff di Saifam. Penso, per esempio, ai produttori: ne abbiamo più di dieci in altrettanti studi che lavorano in esclusiva per noi, come collaboratori monomandatari, non dipendenti. Alcuni di loro, quando hanno iniziato a collaborare con noi, avevano solo un computer portatile. Oggi, coi soldi generati dalla musica per fitness, si sono pagati uno studio e hanno ampliato le proprie attività professionali. E’ un genere di ecosistema dove ognuno ha bisogno dell’altro. E dove noi, per mantenere la nostra struttura attuale, abbiamo bisogno di un fatturato annuo tra gli 8 e i 9 milioni di euro. Quindi dobbiamo essere molto precisi in quello che facciamo: noi preferiamo le nicchie perché sono un settore facilmente individuabile e - soprattutto - molto fidelizzato. Altrimenti dovremmo cercare di campare solo con le hit e i numeri uno: certo, a tutti piacerebbe farlo, ma come si fa a mettere in piedi un’etichetta, creare e mantenere posti di lavoro basandosi solo sulle hit?”.

Essere indipendenti oggi: parla Mauro Farina (Saifam Group)

Esistere (e resistere) come etichetta ‘senza dover andare primi in classifica’

L’associazione di etichette indipendenti Impala ha annunciato il lancio di Digital Forward, iniziativa progettata “per fornire alle aziende musicali indipendenti le informazioni di cui hanno bisogno per orientarsi nel panorama digitale in continua evoluzione”. Sviluppato in collaborazione con CMU e cofinanziato dall'UE per i prossimi quattro anni, il progetto fornirà ai membri dell’associazione informazioni approfondite su streaming, tendenze digitali, dinamiche di mercato, modelli di business emergenti e altro ancora.

“Il panorama digitale è in continuo cambiamento e le etichette indipendenti, grandi o piccole che siano, hanno bisogno degli strumenti e delle intuizioni giuste per competere", ha dichiarato la presidente di Impala Helen Smith: “Con Digital Forward ci assicuriamo che i nostri membri ricevano le informazioni giuste al momento giusto per sfruttare al meglio gli sviluppi digitali chiave, indipendentemente dalle loro dimensioni. Impala è orgogliosa di essere riconosciuta come una rete UE che rappresenta le aziende musicali indipendenti europee: questo progetto è un ottimo esempio di ciò che possiamo fare con tale supporto”.

“Dai nuovi algoritmi dei social media ai modelli di streaming in evoluzione, le etichette indipendenti affrontano un ambiente in rapido cambiamento”, ha aggiunto Dan Waite, CEO di Better Noise Music e Presidente del Comitato Digitale di Impala: “Digital Forward fornirà informazioni pratiche per aiutare i membri ad adattarsi, crescere e sfruttare appieno le opportunità digitali. Questa iniziativa mira a garantire che gli indipendenti abbiano accesso alle ultime intuizioni in un modo che sia su misura per le loro esigenze”.

Impala, ecco Digital Forward

‘Per potenziare le etichette indipendenti nell’era digitale’

Audacia Innovations, startup di servizi per artisti ed etichette, ha annunciato l’introduzione nella propria offerta di Celia, strumento White Label potenziato dall’intelligenza artificiale che può essere integrato nei siti delle label, in modo da poter gestire in autonomia le attività strategiche, di comunicazione e marketing di uno o più artisti.

Celia, oltre a visualizzare obiettivi e trend per Spotify, Youtube, Instagram e TikTok, permette di “generare strategie coerenti per ogni piattaforma in base alle preferenze e alle reazioni di follower”, monitorando il sentiment e generando contenuti video, grafici o testuali coerenti.

“Utilizzando algoritmi di intelligenza artificiale avanzati e continuamente monitorati dagli strateghi di Audacia specializzati per canale, il generatore analizza i dati demografici, stilistici e personali dell’artista e crea automaticamente strategie e contenuti coerenti”, spiega la società: “L’artista potrà anche dare il proprio feedback che verrà utilizzato per affinare ulteriormente strategie e contenuti. Grazie a Celia le etichette hanno un notevole risparmio di tempo, e riescono a fornire ai propri artisti una guida professionale allo scopo di disciplinarli e gestirne il calendario con strategie personalizzate ed aggiornate con trend e best practice”.&nbsp;

“Audacia unisce intelligenza artificiale ed expertise umana per rendere la vita degli artisti e dei loro team discografici, più facile”, ha commentato Luca Stante, Presidente di Audacia: “La soluzione White Label è il risultato di tre anni di esperienza su più di 100 clienti, ed abbiamo già in fase avanzata di progettazione altri importanti strumenti che rilasceremo nei prossimi mesi”.

Audacia Innovations, arriva Celia

L’AI della società italiana metta a disposizione un servizio White Label: i dettagli

<a href="https://musicbiz.rockol.it/tutto-su/groover-484823">Groover</a>, startup francese che gestisce&nbsp;una&nbsp;piattaforma di promozione musicale&nbsp;che mette in contatto&nbsp;artisti&nbsp;(emergenti o indipendenti) con&nbsp;curatori musicali, influencer, giornalisti, A&amp;R, ha annunciato un’integrazione con Soundcloud e il lancio delle classifiche e nuove funzionalità.

L’integrazione con&nbsp;SoundCloud&nbsp;prevede che gli artisti possano importare le informazioni delle proprie tracce direttamente da quel servizio di streaming, rendendo più veloce la procedura di invio su Groover.

Le&nbsp;classifiche&nbsp;aiutano a scoprire i brani più di tendenza sulla piattaforma e sono state introdotte unitamente a&nbsp;una&nbsp;nuova categoria dedicata ai DJ,&nbsp;profili migliorati per i “curatori”, il supporto per le lingue&nbsp;tedesco, spagnolo, portoghese e italiano e&nbsp;nuovi&nbsp;strumenti di condivisione social&nbsp;per gli artisti.

Groover è stata fondata nel 2018 da Dorian Perron, Romain Palmieri e Rafaël Cohen, con l'obiettivo di mettere in contatto artisti indipendenti con professionisti e media dell'industria musicale.&nbsp;Nel corso degli anni ha attirato l'attenzione di diversi investitori istituzionali e business angels. Tra gli investitori istituzionali figurano OneRagtime, Trind, Techmind, MozzaAngels, Partech, Bpifrance (tramite il fondo Tech &amp; Touch), Verve Ventures e FrenchFounders. Inoltre, tra gli investitori privati si annoverano Yann Miossec e altri.&nbsp;Groover ha completato diversi round di finanziamento per sostenere la sua crescita:&nbsp;1,3 milioni di euro da business angels nel 2019, un finanziamento da&nbsp;6 milioni di euro co-guidato da Partech e Bpifrance nel 2021 e&nbsp;un round di Serie A da 8 milioni di dollari (circa 7,5 milioni di euro) guidato da OneRagtime, Trind, Techmind e MozzaAngels, con la partecipazione di investitori esistenti come Partech e Bpifrance.&nbsp;

Groover, integrazione con SoundCloud

La piattaforma promozionale lancia anche le classifiche

Il network Cities of Music dell’Unesco ha lanciato Equaliser, “progetto open source per la parità di genere, ideato per aumentare la partecipazione e le opportunità per le donne (incluse le persone non binarie, transgender e intersessuali) che entrano o lavorano nel settore musicale”. Il programma è stato lanciato in fase sperimentale nel 2019 in quattro città incluse nel network, Adelaide, Auckland, Hannover e Norkopping, che hanno varato e portato a termine progetti per colmare la diseguaglianza di genere nel settore musicale.

Il programma prevede tre moduli di sviluppo professionale, che includono eventi di coaching e networking dedicati a professioniste già affermate, workshop per operatrici del settore musicale in tutti gli stati occupazionali (dipendenti e freelance) e giornate di formazione.

"Equaliser ci offre una piattaforma per affrontare e sfidare la disuguaglianza sistemica che persiste nella nostra comunità musicale globale", ha dichiarato la coordinatrice dell'UCOM Sandra Wall, alla quale ha fatto eco la Goodwill Ambassador UNESCO for Creative Cities Maria Francesca Merloni: “La musica è il linguaggio dell’anima. Parla attraverso vibrazioni potenti che, indipendentemente dal genere, dalla latitudine o dall’orientamento, comunicano l’essenza e la verità di ogni individuo. Onore e gratitudine alle Città Creative della Musica per aver immaginato e realizzato il progetto Equaliser, in un momento in cui la necessità di un dialogo profondo e senza confini è più forte che mai”.

Tutti i dettagli del programma sono disponibili sul sito ufficiale equaliserglobal.com.

Gender gap, l’Unesco lancia Equaliser

Un progetto per la parità di genere nel settore musicale

Welcomeland, società italiana che ha ereditato il know-how e l’esperienza di Knowmark impegnata nella guida di un gruppo di lavoro internazionale che include piattaforme tecnologiche specializzate nel tracciamento dei contenuti digitali, università e professionisti attivi nei campi del machine learning, della forensics e della tutela dei diritti, ha avviato lo sviluppo di Fraude, sistema integrato dedicato alla rilevazione automatica di contenuti musicali generati con AI e alla tutela del diritto d'autore nello scenario in continua evoluzione delle piattaforme di streaming.

Il progetto - spiega l’azienda - “nasce dalla necessità sempre più urgente di rispondere alla diffusione di musica prodotta artificialmente – spesso tramite modelli generativi addestrati su brani esistenti – e all’uso improprio di strumenti di distribuzione e monetizzazione sulle piattaforme digitali”.

Fraude, come spiegato da Welcomeland, si basa su un sistema modulare che integra tecnologie di fingerprinting audio avanzato in grado di rilevare plagi; un modello di post-analisi automatizzata basato sul confronto dei metadati, durate e similitudini parziali; un’analisi semantica delle lyrics, utile per identificare contenuti generati da AI testuali; strumenti di monitoraggio in tempo reale di brani pubblicati sulle principali piattaforme DSP; algoritmi in fase di sviluppo per la rilevazione dei cosiddetti watermark naturali, caratteristiche audio ricorrenti nei contenuti generati artificialmente.

Fraude - conclude Welcomeland, che ha già presentato il progetto agli stakeholder - “si propone come supporto tecnico e operativo per la certificazione e la tutela dei cataloghi musicali in un contesto in cui l’intelligenza artificiale pone sfide inedite per il copyright”.

AI e streaming, Welcomeland presenta Fraude

Un sistema integrato per la rilevazione della musica generata con intelligenza artificiale

La domanda “Ma sono anche dazi nostri?” serpeggia in cento e una declinazioni, tutte divertenti e basate su un’assonanza irresistibile che, però, non riesce a nascondere né i triliardi di euro bruciati nell’economia mondiale in 48 ore né le fondate preoccupazioni su cosa potrà accadere nelle prossime 48 settimane, e oltre. E tocca provare a rispondere: come i dazi influenzeranno l’industria musicale?

I dazi: cosa e perché

Serve chiarire subito cosa sono i dazi e perché, in generale, vengono introdotti.

I dazi doganali (o tariffe) sono tasse imposte su beni importati da un Paese straniero. Vengono calcolati come percentuale sul valore del bene o come importo fisso per unità. Sono una misura di politica commerciale adottata dagli Stati per regolare il commercio internazionale.

La loro introduzione ha vari obiettivi, tra cui proteggere l’industria nazionale (rende i prodotti esteri più costosi, spingendo i consumatori a scegliere quelli fabbricati internamente), ridurre il deficit commerciale (se un Paese importa molto più di quanto esporti, può usare i dazi per frenare le importazioni e migliorare il saldo della bilancia commerciale), aumentare le entrate statali (dazi come fonte di gettito fiscale), esercitare pressione politica o negoziale (i dazi come leva nelle trattative internazionali per spingere altri Paesi a rivedere accordi commerciali, standard normativi o pratiche ritenute sleali).

In questa situazione in particolare, quali dovrebbero essere i vantaggi per gli U.S.A.? In breve: rilancio della produzione interna (imprese locali meno esposte alla concorrenza estera), stimolo all’occupazione in settori protetti (manifattura, agricoltura, tecnologia), maggiore potere negoziale (gli Stati Uniti potrebbero ottenere concessioni su altri tavoli). E quali i possibili contraccolpi? Sempre in breve: aumento dei prezzi per i consumatori, contromisure da parte dei Paesi colpiti, danni alle filiere globali, rischio per l’export americano, instabilità finanziaria.

Dazi e industria musicale

A prima vista l’introduzione dei dazi potrebbe apparire qualcosa di distante dall’industria musicale. In realtà, diverse implicazioni dirette e indirette meritano attenzione e, tra loro, molte dipendono da un paio di tipologie dei potenziali contraccolpi elencate sopra, e cioè i danni alle filiere globali e l’instabilità finanziaria. Entrambe possono riverberarsi con intensità diversa a seconda dei comparti dell’industria, anche considerando che le percentuali dei dazi sono diverse in base alle classi merceologiche e alle geografie (e che ci sono tutti i presupposti perché possano cambiare sia in meglio che in peggio).

Alcune ipotesi concrete riguardano <a href="https://www.rockol.it/news-750654/i-dazi-ue-contro-gli-usa-possono-colpire-gli-strumenti-musicali">l’incremento dei costi per strumenti musicali</a>, apparecchiature, hardware e software musicale. Se i dazi colpiscono prodotti tecnologici ed elettronici, il risultato sarà un aumento dei prezzi per produttori e studi di registrazione, sale prove e locali live. Ad esempio: un’interfaccia audio o una chitarra americana potrebbe costare di più in Europa (e viceversa), impattando direttamente sui budget degli addetti ai lavori.

Preoccupano poi parecchio i potenziali ostacoli alla circuitazione live internazionale, perché con le tensioni commerciali e le possibili contromisure potrebbero emergere nuove barriere doganali o costi aggiuntivi per trasporti e logistica delle tournée, maggiore burocrazia nei visti o nelle autorizzazioni temporanee (work permit) e conseguente riduzione della presenza di artisti europei negli U.S.A. (e viceversa) per motivi economici.

Questo potenziale impatto su festival, promoter e scambi culturali si acuirebbe sulla linea di business che riguarda il merchandising, che rappresenta una quota importante del business artistico. I dazi su tessili, materiali plastici o stampa potrebbero aumentare i costi di produzione e distribuzione, rendere più difficile gestire i magazzini internazionali, penalizzare gli e-commerce transatlantici di artisti e label indipendenti.

Un clima geopolitico più teso, inoltre, comporterebbe la riduzione degli investimenti transatlantici: major, fondi, DSP potrebbero ridurre o ristrutturare operazioni nei mercati colpiti da instabilità o barriere fiscali: stop a nuove sedi, progetti culturali o partnership crossborder, forse con maggiore focus su mercati interni o emergenti.

Impatto dei dazi U.S.A. sul business della musica dal vivo

L’industria della musica dal vivo – fortemente dipendente da catene logistiche globali e circuitazione internazionale – è tra i settori potenzialmente più colpiti dall’introduzione di nuovi dazi statunitensi su prodotti europei e dalle possibili contromisure UE, che stanno creando un clima di incertezza economica e operativa.

Gli impatti principali sul live business possono riguardare:

<ul>
	<li>
	l’aumento dei costi di produzione per strumentazione, impianti audio/luci, materiali scenografici e componenti elettroniche soggetti a dazi (nonché maggiori oneri per noleggi e acquisti da fornitori internazionali);
	</li>
	<li>
	incremento di costi di logistica e trasporti: le tariffe colpiscono il trasporto transatlantico di attrezzature e le pratiche doganali diventeranno più complesse; è maggiore anche il rischio di ritardi e di aumento dei costi assicurativi;
	</li>
	<li>
	il peggioramento della burocrazia: visti artistici, carnet ATA, import/export temporanei diventano più complessi e costosi da gestire.
	</li>
</ul>

Effetti negativi, quindi, potrebbero manifestarsi nel medio termine sul booking internazionale, con festival e venue che potrebbero privilegiare artisti domestici per contenere costi e una parallela diminuzione dell’accessibilità a tournée negli Stati Uniti per artisti europei e viceversa. Tra le conseguenze concrete c’è inoltre un aumento dei prezzi per il pubblico, perché se i costi ricadono sui biglietti il rischio di inflazione nei prezzi dei concerti diventa elevato. Forse peggio ancora, potrebbe ridursi la programmazione internazionale nelle venue di media capienza. Insomma, c’è il rischio di una brusca frenata nella mobilità artistica, soprattutto per crew e tour manager.

Impatto dei dazi sullo streaming

E come i recenti dazi imposti dagli Stati Uniti sulle importazioni europee e le possibili contromisure dell'Unione Europea potrebbero avere conseguenze sull'industria dello streaming musicale? Nel contesto attuale, emergono alcune considerazioni.

L’impatto diretto si prospetta come limitato sulle piattaforme di streaming, che operano principalmente nel dominio digitale, offrendo contenuti attraverso infrastrutture online. Poiché i dazi colpiscono principalmente beni fisici, l'impatto diretto su queste aziende è relativamente contenuto.

Possibili effetti indiretti attraverso l'hardware e l'ecosistema musicale potrebbero derivare dal costo superiore di dispositivi elettronici come smartphone, tablet o smart speaker, che inciderebbe in parte sul modo in cui i consumatori accedono ai servizi di streaming rallentando l'adozione o l'aggiornamento a tecnologie più avanzate e influenzando indirettamente l'utilizzo delle piattaforme di streaming.

Forse ci si dovrebbe preparare a una versione rivisitata della reazione che artisti ed etichette discografiche ebbero ai tempi della pandemia, quando il crollo dei business fisici dell’industria musicale (vinili, CD e soprattutto merchandise, come conseguenza del blocco del live) spinse la filiera a focalizzarsi maggiormente sulle entrate derivanti dallo streaming. Stavolta conosciamo in anticipo le critiche alla sostenibilità del modello per una grossa parte della filiera.

Ma il punto vero è che un clima di incertezza economica influenza sempre la spesa dei consumatori, soprattutto quella per beni e servizi discrezionali, inclusi gli abbonamenti a servizi di streaming musicale.

Dazi e music publishing

L’effetto delle tariffe sul settore dell’editoria musicale è principalmente indiretto. Riguarda soprattutto tre voci. La prima è l’aumento dei costi per strumenti e attrezzature musicali, che potrebbe influenzare la creazione di nuove opere musicali (riduzione del catalogo disponibile per l'editoria musicale). La seconda è la diminuzione delle entrate da performance dal vivo (una parte significativa delle entrate dell'editoria musicale proviene dai diritti di esecuzione pubblica e una diminuzione dei concerti potrebbe tradursi in minori royalties per gli editori). La terza, di nuovo, deriva dal clima di incertezza economica che l’introduzione dei dazi può determinare influenzando la spesa dei consumatori.

La label e le tariffe

Anche le case discografiche si trovano esposte a effetti economici indiretti ma sostanziali, in particolare sul versante fisico, logistico e promozionale. Le cinque aree critiche di impatto per le label sono le seguenti:

<ol>
	<li>
	Produzione e distribuzione di supporti fisici: i dazi su vinili, CD e materiali correlati possono far lievitare i costi di produzione; le esportazioni bi-direzionali Europa- U.S.A. rischiano rincari e ritardi; le label indipendenti che ancora contano molto sul fisico sono potenzialmente più vulnerabili.
	</li>
	<li>
	Merchandising: penalizzato il commercio di T-shirt, bundle, poster (aumenti di prezzo su tessili, stampa e logistica); rischio di minori margini o perdita di competitività sul mercato statunitense; impatto diretto su e-commerce e tour sales.
	</li>
	<li>
	Difficoltà logistiche per tournée promozionali: gli artisti potrebbero affrontare spese più alte per trasporti e permessi.
	</li>
	<li>
	Riorganizzazione delle filiere: alla maggiore complessità contrattuale e gestionale potrebbero corrispondere una possibile delocalizzazione della produzione per evitare dazi (stampa vinili in Asia...?) e il rischio di rallentamenti o perdita di controllo sulla qualità.
	</li>
	<li>
	Pressione sulle label indipendenti: mentre le major hanno forza negoziale e risorse per assorbire i costi, le indie potrebbero dovere ridurre le uscite fisiche e i lanci internazionali e rallentare scouting e firme di nuovi artisti.
	</li>
</ol>

Conclusioni

In sostanza, la nuova fase protezionistica rappresenta una minaccia concreta per la circolazione culturale e artistica transatlantica.

Per il live, i dazi non colpiscono solo merci, ma anche modelli di business, sostenibilità dei tour e accessibilità alla musica dal vivo.

La potenziale diminuzione delle performance dal vivo, inoltre, non gioverebbe alle entrate degli editori musicali.

Poi, se è vero che le tariffe non colpiscono direttamente il “diritto d’autore”, la catena fisica e promozionale che sostiene gran parte dell’attività delle etichette e dei publisher ne subisce l’impatto: la prospettiva di una polarizzazione – con gli operatori più grandi che rafforzerebbero il loro dominio digitale mentre i più piccoli sarebbero chiamati a rivisitare le proprie strategie – non è improbabile.

Infine, sebbene le piattaforme di streaming musicale non siano direttamente colpite dai dazi sulle merci fisiche, le variazioni nella spesa dei consumatori dovute a un clima economico incerto potrebbero farsi sentire.

Sì, sono anche dazi nostri.

I dazi e l’industria musicale

Cosa potrebbe accadere? Un’analisi dei potenziali impatti

La UK Charts album della settimana dal 4 al 10 aprile vede in prima posizione la nuova entrata “Rushmere” dei Mumford &amp; Sons, seguito da un’altra nuova entrata, “Dreams on Toast” dei Darkness, e da “Eternal Sunshine” di Ariana Grande, tornato nella Top 40 a 51 settimane dal suo ingresso in classifica. Oltre a quelle già citate, nel altre nuove entrate della settimana sono:

“Forever is a Feeling” - Lucy Dacus (5) 
“Rent’s Due” - Nemzzz (6) 
“Deep Thoughts” - Lil Durk (20)

La UK Charts singoli della settimana dal 4 al 10 aprile vede in prima posizione, stabile, “Ordinary” di Alex Warren, seguito - come sette giorni fa - da “Pink Pony Club” di Chappell Roan e da “Anxiety” di Doechii.

Le nuove entrate nella Top 50 sono:

“Dilemma” - Nemezzz feat Central Cee (39)

<a href="https://www.rockol.it/classifica-fimi-billboard-uk-radio-dischi-piu-venduti?preview=a608820c8b02f821fd24a9f57f9db081#Classifichee%20polemiche&amp;refresh_ce" target="_blank">Classifiche: speciale e aggiornamenti continui qui</a>.

Mumford & Sons

Classifiche UK, novità 10 aprile: Mumford & Sons subito in testa

‘Rushmere’ è l’album più ascoltato della settimana

La classifica Top Album FIMI/GfK Top of the Music sponsored by SCF della settimana dal 29 marzo al 4 aprile vede in testa la nuova entrata “La bellavita” di Artie 5ive, seguito dall’ex testa di serie “Tutta vita” di Olly e da un’altra nuova entrata, “Futuri possibili” di Franco126. Oltre a quelle già citate, le nuove entrate nelle prime cinquanta posizioni sono:

“Eternal Sunshine Deluxe: Brighter Days Haed” - Ariana Grande (7) 
“Canzoni per anni spietati” - Negrita (9) 
“Parsifal - L’uomo delle stelle” - Roby Facchinetti e Stefano D’Orazio (15) 
“The Dark Side of the Moon” (50th Anniversary) - Pink Floyd (37) 
“Rushmere” - Mumford &amp; Sons (41)

Nella classifica Top Singoli FIMI/GfK Top of the Music sponsored by SCF della settimana dal 29 marzo al 4 aprile si riconfermano, stabili come già successo la scorsa settimana, “Balorda nostalgia” di Olly al primo posto, seguita da “La cura per me” di Giorgia a secondo e “Incoscienti giovani” di Achille Lauro a terzo.

Le nuove entrate nelle prime cinquanta posizioni sono:

“Sogno americano” - Artie 5ive (4) 
“FW/ss25” - Artie 5ive (8) 
“Pietà” - Artie 5ive feat Kid Yugi (10) 
“Montecarlo” - Artie 5ive (15) 
“Brazy” - Artie 5ive feat Tony Boy (18) 
“Are U Crazy?” - Artie 5ive feat Capo Plaza (21) 
“Dodge Durango” - Artie 5ive (30) 
“Intro (La bella vita)” - Artie 5ive (32) 
“Tu” - Artie 5ive (34) 
“Litorale” - Artie 5ive feat Guè (38) 
“Ogni amico mio” - Artie 5ive (41) 
“Nottetempo” - Franco126 &amp; Giorgio Poi (49)

<a href="https://www.rockol.it/classifica-fimi-billboard-uk-radio-dischi-piu-venduti?preview=a608820c8b02f821fd24a9f57f9db081#Classifichee%20polemiche&amp;refresh_ce">Classifiche: speciale e aggiornamenti continui qui</a>.

Artie 5ive

Classifiche, novità 4 aprile: Artie 5ive subito in vetta

‘La bellavita’ è l’album più ascoltato della settimana

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha prorogato la scadenza del Protecting Americans from Foreign Adversary Controlled Applications Act, che aveva previsto il blocco di TikTok su tutto il territorio americano a partire da domani, sabato 5 aprile,&nbsp;in caso di mancata cessione dell’operatività della piattaforma cinese controllata da Bytedance a un’azienda locale: come confermato dal New York Times, nella giornata di oggi Trump - come già annunciato diverse settimane fa - ha deciso di prorogare ulteriormente l’applicazione della legge bando di altri 45 giorni, fissando così la nuova scadenza per la metà del prossimo mese di giugno.

"L'accordo richiede più lavoro per garantire che tutte le approvazioni necessarie siano firmate", ha fatto sapere il presidente USA in un post pubblicato sul proprio account ufficiale Truth, spiegando di non vedere l’ora di “lavorare con la Cina” e di prendere in considerazione l’idea di sfruttare il negoziato per il passaggio di mano del social negli USA per ridefinire i dazi imposti a Pechino.

USA, TikTok: Trump proroga la scadenza della legge bando

Contrariamente a quanto annunciato da JD Vance, per ora niente accordo

In vista della prossima edizione, in programma a Taranto tra i prossimi 17 e 21 giugno, Medimex ha attivato un call pubblica per selezionare 13 progetti musicali che potranno esibirsi durante le giornate del Festival.

La scadenza per aderire all’iniziativa è fissata per le ore 13 del prossimo 2 maggio. I progetti possono rispondere alla call compilando tutti i campi richiesti nel webform presente a <a href="https://www.medimex.it/webform/webform-showcase-medimex-2025/" target="_blank">questo indirizzo</a>.

Nel dettaglio, la ricerca riguarda sei progetti musicali di genere World e Jazz e sette per progetti musicali Indie, Pop, Rock, Urban, Hip Hop, Elettronica, Alternative. Ogni showcase avrà una durata di 20 minuti e, tutti i selezionati, saranno programmati presso lo Spazioporto in due serate diverse, 18 e 19 giugno.

Showcase@Medimex è realizzato in collaborazione con Assomusica, KeepOn Live, I‑Jazz, Rete Italiana World Music.

Medimex 2025, aperta la call per gli showcase

La music convention alla ricerca di 13 progetti musicali

Il Consiglio di Stato ha depositato oggi, venerdì 4 aprile, l’ordinanza con la quale ha respinto l'istanza della RAI che chiedeva la sospensione della <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-748645/festival-di-sanremo-il-tar-assegnazione-illegittima-alla-rai">sentenza con la quale il TAR della Liguria ha giudicato illegittimo l’affidamento del Festival di Sanremo alla RAI</a>, imponendo al Comune di indire una gara pubblica per l’assegnazione del marchio “Festival della Canzone Italiana” e dell’organizzazione dell’evento.

<a href="https://musicbiz.rockol.it/news-750372/festival-di-sanremo-il-consiglio-di-stato-decidera-il-22-maggio">Così come già annunciato</a>, il prossimo 22 maggio lo stesso Consiglio di Stato si pronuncerà in merito all’appello - presentato dal servizio pubblico - contro la sentenza del tribunale amministrativo ligure dello scorso 7 dicembre.

Mentre il Comune della cittadina ligure ha fatto sapere di <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-750467/festival-di-sanremo-delibera-comune-regole-prossimo-partner-televisivo">essere già pronto all’attivazione del bando</a>, la RAI - secondo un’indiscrezione riferita da ADNKronos - starebbe studiando l’organizzazione di <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-750529/festival-di-sanremo-rai-studia-possibile-alternativa">una manifestazione alternativa</a> in un’altra città che si differenzi dal tradizionale Festival.

Festival di Sanremo, respinta la sospensiva richiesta dalla RAI

Confermata dal Consiglio di Stato l’udienza del 22 maggio prossimo

<a href="https://musicbiz.rockol.it/news-748886/virgin-music-group-umg-acquisira-downtown-music">L’acquisizione di Downtown Music da parte di Virgin Music Group</a>, la divisione dedicata ai servizi per artisti ed etichette di Universal Music Group, potrebbe essere esaminata dall’antitrust dell’Unione Europea: a richiedere il vaglio dell’authority prima del perfezionamento dell’accordo, che dovrebbe essere chiuso entro quest’anno, sono stati i Paesi Bassi, che appena qualche settimana fa hanno visto <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-750538/universal-music-l-acquisizione-discreta-di-8ball-music">una delle loro indie di punta, 8Ball Music, venire inglobata dalla major</a> guidata da Lucian Grainge.

Soddisfazione per la richiesta è stata espressa dall’associazione di etichette indipendenti europee Impala, <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-750388/umg-e-l-acquisizione-di-downtown-l-appello-di-impala-alla-ue">che già all’indomani dell’annuncio dell’operazione si era dimostrata molto critica</a>. “Questa richiesta è un passo cruciale per porre fine alla strategia di Universal Music”, ha dichiarato la presidente di Impala Helen Smith: “E dimostra due cose: che i regolatori vedono la minaccia che questa strategia rappresenta per il mercato, e che le conseguenze vanno oltre i confini nazionali. A essere in gioco&nbsp;è la concorrenza in Europa, e la diversità del nostro mercato nel suo complesso”.

UMG - Downtown, dall’Olanda richiesta di esame dell’antitrust UE

Soddisfatta Impala, che già aveva espresso critiche verso l'acquisizione

Per conoscere le ultime novità musicali della settimana, questo articolo ti fornirà l'elenco completo e sempre aggiornato delle nuove canzoni uscite venerdì. Ogni settimana, artisti e band pubblicano nuovi brani, album o EP su tutte le piattaforme digitali. Se vuoi rimanere al passo con le ultime uscite, non perderti <a href="https://www.rockol.it/singoli">l'elenco sempre aggiornato con tutte le novità musicali</a>. Questa settimana parliamo di Polar Cat, Elodie, Leo Gassmann, Venerus e Piotta.

<h2>In Dreams - Polar Cat - Distrokid</h2>

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Focus track del disco ‘A Resistance’, il disco pubblicato oggi, 4 aprile, che segna il debutto solista di Fabio Generali con il progetto Polar Cat, ‘In Dreams’ scorre tra percussioni ipnotiche ed una cassa ovattata che riportano ad un onirico downtempo di armonie quasi synthpop, esperimenti vocali ed un quartetto di viole da gamba. ‘In Dreams’ parla nel linguaggio dei sogni e ci porta in un viaggio elettronico allo stesso tempo notturno ed indecifrabile, limpido e consolatorio. Prodotto da Livio Magnini, ‘A Resistance’ racchiude l’universo sonoro di Polar Cat, tra venature posts-classiche e post-rock alternativo.

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<a href="https://testicanzoni.rockol.it/testi/in-dreams-polar-cat-ctid-200166793">Leggi il testo di "In Dreams" </a>

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 <a href="https://www.rockol.it/singoli">Scopri qui</a> tutti i singoli in uscita!
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<h2>Mi Ami Mi Odi - Elodie - Universal</h2>

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Il nuovo album di Elodie,&nbsp;"Mi ami mi odi", è prevista per il 2 maggio. Il primo singolo, la title track&nbsp;"Mi ami mi odi", è da oggi&nbsp;disponibile in radio e su tutte le piattaforme digitali. Contestualmente, verrà pubblicato&nbsp;anche il videoclip&nbsp;del brano&nbsp;realizzato da Attilio Cusani.&nbsp;Il singolo "Mi Ami Mi Odi" è&nbsp;prodotto da Dardust.

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<a href="https://testicanzoni.rockol.it/testi/mi-ami-mi-odi-elodie-ctid-201507712">Leggi il testo di "Mi Ami Mi Odi" </a>

Elodie Di Patrizi ha 25 anni, è nata a Roma ma vive a Lecce da circa un anno. Una sua caratteristica, a livello di look, è rappresentata dal colore dei capelli, fucsia: "Tu hai i capelli color fucsia che nel vecchio teatro portava sfortuna... ma a noi non importa", le ha detto Maria De Filippi al momento dell'ingresso nell'edizione 2016 di "Amici". Si classifica seconda (dietro il vincitore Sergio Sylvestre), debutta discograficamente con l'album UN'ALTRA VITA, prodotto da Emma Marrone e... 
<a href="https://www.rockol.it/artista/elodie/biografia">Leggi la biografia completa </a>

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 <a href="https://www.rockol.it/singoli">Scopri qui</a> tutti i singoli in uscita!
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<h2>E poi sei arrivata tu - Leo Gassmann - Universal</h2>

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Leo Gassmann esce con&nbsp;il singolo "E poi sei arrivata tu". Il brano è pubblicato sotto l'etichetta EMI RECORDS ITALY / UNIVERSAL MUSIC ITALIA. La canzone è stata&nbsp;scritta da Gassmann con Marco Rissa e prodotta con Matteo Costanzo.

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<a href="https://testicanzoni.rockol.it/testi/e-poi-sei-arrivata-tu-leo-gassman-ctid-201508363">Leggi il testo di "E poi sei arrivata tu" </a>

Leo Gassman, figlio di Alessandro e dell’attrice Sabrina Knaflitz, è un cantante e chitarrista romano. 
Il suo percorso musicale inizia a 7 anni quando impara a suonare la chitarra classica, a 9 anni entra al conservatorio di Santa Cecilia e dopo 5 anni si rende conto che la musica classica non fa per lui, così abbandona la chitarra e si dedica al canto. 
Nel 2018 prende parte alla dodicesima edizione del talent show X Factor: arriva fino alla semifinale. . Uscito dal programma, ha... 
<a href="https://www.rockol.it/artista/leo-gassmann/biografia">Leggi la biografia completa </a>

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 <a href="https://www.rockol.it/singoli">Scopri qui</a> tutti i singoli in uscita!
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<h2>Ti penso - Venerus - Universal</h2>

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"Ti Penso" è il nuovo singolo di Venerus. La traccia è pubblicata per Asian Fake / Emi Records e segna il ritorno&nbsp;dopo quasi due anni dall'uscita del suo ultimo album, "Il segreto".

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<a href="https://testicanzoni.rockol.it/testi/ti-penso-venerus-ctid-201508014">Leggi il testo di "Ti penso" </a>

Venerus è il progetto musicale di Andrea Venerus (1992), originario di San Siro, Milano. A 18 anni si trasferisce a Londra dove per 5 anni approfondisce le sue conoscenze musicali e comincia a lavorare a progetti personali, venendo a contatto con le scene musicali di Brixton e di Notting Hill. 
Terminato il periodo in terra inglese l’artista registra un disco a Roma e, rimasto affascinato dalle atmosfere della città, vi si trasferisce: lì ora vive e lavora al suo progetto solista. Sotto... 
<a href="https://www.rockol.it/artista/venerus/biografia">Leggi la biografia completa </a>

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 <a href="https://www.rockol.it/singoli">Scopri qui</a> tutti i singoli in uscita!
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<h2>Tu me piaci - Piotta - La Grande Onda</h2>

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 <img src="https://images.rockol.it/lb37PR4W-WcvAzlJvxAXzO2zQ00=/200x200/smart/rockol-img/release-single/tu-me-piaci-piotta-cover-single-ts1743746477.png">
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Piotta presenta la colonna sonora intitolata "La Scuola Romana" per il film documentario di Marco Spagnoli, “Tu me piaci”. Questo progetto musicale accompagna il film. La traccia principale, “Tu me piaci”, è associata alla voce del narratore Carlo Verdone.

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Nato a Roma nel 1973, Tommaso Zanello debutta da liceale come dj in alcune radio romane. All’inizio degli anni Ottanta scrive i suoi primi rap con lo pseudonimo “Er Piotta”. Collabora con i Colle der Fomento e Ice One, poi fonda i Robba Coatta con i quali produce i primi brani. Nel 1997 debutta da solista con “La banda der trucido” e “Ciclico”, inclusa nella colonna sonora del film “Torino Boys”; l’anno dopo pubblica il singolo “Spingo io”, e nel 1998 ha un grande successo con il singolo... 
<a href="https://www.rockol.it/artista/piotta/biografia">Leggi la biografia completa </a>

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Nuova musica uscita in Italia settimana del 2022-02-06

Questa settimana nuovi singoli per Polar Cat, Elodie, Leo Gassmann, Venerus e Piotta

Nuovi singoli, le uscite del 4 aprile

La classifica USA degli album più venduti della settimana compresa tra il 30 marzo e il 5 aprile vede in testa - stabile - “Music” di Playboi Carti, seguito dalla nuova entrata “I Said I Love You First” di Selena Gomez e Benny Blanco e da “GNX” di Kendrick Lamar, stabile in terza posizione. Oltre a quella già citata, le nuove entrate nella top 50 sono:

“For Melancholy Brunettes (&amp; Sad Women)” - Japanese Breakfast (45)

Nelle prime tre posizioni della chart dei singoli americana sono presenti: “Luther” di Kendrick Lamar e SZA (stabile in prima posizione), “Die With a Smile” di Lady Gaga e Bruno Mars (in risalita dalla terza posizione) e “A Bar Song (Tipsy)” di Shaboozey, in risalita dalla sesta posizione.

Le nuove entrate nelle prime cinquanta posizioni sono:

“Just in Case” - Morgan Wallen (4) 
“I’m a Little Crazy” - Morgan Wallen (17) 
 
<a href="https://www.rockol.it/classifica-fimi-billboard-uk-radio-dischi-piu-venduti?preview=a608820c8b02f821fd24a9f57f9db081#Classifichee%20polemiche&amp;refresh_ce">Classifiche: speciale e aggiornamenti continui qui</a>.