In occasione del <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-748199/mmw2024-convegno-apertura-spotify-fimi-siae-nuovoimaie-assoconcerti">convegno di apertura dell’ultima edizione della Milano Music Week</a> il presidente di NUOVOIMAIE Andrea Miccichè, discutendo della remunerazione offerta dalle piattaforme streaming agli artisti - in particolar modo&nbsp;da Spotify, presente al tavolo (seppure per solo una parte dell’evento) - aveva introdotto il tema di un compenso aggiuntivo destinato agli artisti che non percepiscono quello previsto per l’utilizzazione digitale delle opere. Questo tipo di remunerazione - un diritto connesso - è previsto dall’articolo 80 della Legge sul Diritto d’Autore italiana, ed è riservato agli artisti interpreti ed esecutori non titolari di un contratto di partecipazione ai ricavi generati dal consumo sulle piattaforme digitali delle opere che hanno contribuito a creare. Per avere un’idea delle proporzioni del volume d’affari al quale ci si sta riferendo, conviene riprendere gli <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-750752/discografia-nel-mondo-e-in-italia-andamento-mercati-nel-2024">ultimi dati resi noti da FIMI</a> lo scorso 19 marzo: nel 2024, in Italia, i ricavi da streaming hanno rappresentato il 67% del totale delle entrate dell’industria nazionale della musica registrata, per un importo complessivo pari a 308,1 milioni di euro. Importo, è bene specificarlo, da considerare&nbsp;al netto del totale generato dall’ascolto delle opere, una parte del quale viene trattenuto dalle piattaforme a titolo di compenso per il proprio servizio. Considerato - <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-752059/spotify-loud-clear-20-ricavi-yoy-artisti-italiani-streaming">come osservato dall’ultimo rapporto Loud &amp; Clear di Spotify, sempre riferito al 2024 e diffuso lo scorso 22 maggio</a> - che i ricavi da streaming per gli aventi diritto in Italia stanno crescendo a doppia cifra, tanto da più che triplicare nel giro di cinque anni e arrivare a lambire la soglia dei 150 milioni di euro, e che l’italiano è entrato nel “club” di lingue che a livello mondiale generano annualmente ricavi superiori ai 100 milioni di euro, si parla di una risorsa importante che - più che un sostegno - potrebbe assomigliare a una nuova, importante, linea di reddito. Tuttavia la situazione, come spiega Miccichè, non è affatto facile… 
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Cosa dice, di preciso, l’Articolo 80 della Legge sul Diritto d’Autore?

Per come è formulato attualmente, l’articolo introduce il diritto dell'artista a ricevere una remunerazione specifica che deve essere adeguata e soprattutto proporzionata ai ricavi generati dall’utilizzo digitale delle opere, quando le stesse sono offerte per la cosiddetta “messa a disposizione” degli utenti. La norma è stata modificata grazie al recepimento in Italia della direttiva Copyright, il cui fine era quello di ridurre il value gap che viene generato tra coloro che diffondono contenuti protetti e coloro che i contenuti li creano, li producono o li eseguono. Nel diritto connesso esistono due tipi di diritti: i diritti esclusivi e quelli a compenso. I diritti esclusivi sono espressamente menzionati, e sono quelli che la legge attribuisce al produttore con l’articolo 72 ed all’artista&nbsp;con l’art. 80. Si tratta di diritti che sono nella disponibilità delle parti e spesso, contrattualmente, l’artista cede i propri diritti esclusivi al produttore, che quindi ne diventa titolare. Genera un semplice diritto al compenso la “pubblica diffusione di fonogrammi” (per esempio, attraverso le radio, le televisioni, in rete); rientra invece tra i diritti esclusivi un caso particolare di pubblica diffusione costituito – come detto - dalla “messa a disposizione” del fonogramma. Per esempio: Spotify esercita un diritto di messa a disposizione, con una propria banca dati di fonogrammi che rende disponibili al pubblico in modo che l'utente possa scegliere quale fonogramma sentire nel momento e nel luogo che vuole. Il punto rilevante è il seguente. Affinchè si possa propriamente parlare di “messa a disposizione” (diritto esclusivo, ai sensi degli artt. 72 e 80) e non di “pubblica diffusione” (diritto di credito, ai sensi dell’art. 73) è necessario che sussistano due requisiti: un primo requisito è quello oggettivo - la banca dati a disposizione – ed un secondo è quello soggettivo - l’utente che decide cosa ascolta e quando. In assenza di uno o di entrambi i requisiti rientriamo nell’alveo della semplice “pubblica diffusione” e quindi la diffusione del fonogramma genera un diritto di credito per l’artista. Lo scenario normativo prevede infatti che quando si consuma il diritto esclusivo di messa a disposizione l’artista, anche in caso di cessione al produttore, ha diritto ad una remunerazione aggiuntiva (art. 80), mentre quando il fonogramma è semplicemente pubblicamente diffuso, ha diritto ad ottenere il pagamento di una somma (art. 73). Nel caso di remunerazione aggiuntiva spettante all’artista per la “messa a disposizione” la legge non indica chi sia il soggetto - che sia il servizio streaming o il produttore – obbligato al pagamento. Fatto sta che, a oggi, questa remunerazione aggiuntiva non viene versata agli artisti. Chi ha un contratto che prevede una parte di royalties, naturalmente percepisce le stesse in base a quanto previsto nell’accordo (anche se talvolta in una misura eccessivamente bassa e quindi soggetta ad essere adeguata). Tuttavia, la grandissima schiera di artisti che partecipano alla realizzazione di fonogrammi e che hanno dei contratti a forfait, cioè tutti i comprimari - i turnisti e gli eventuali primari che non hanno una remunerazione proporzionata agli incassi - non ricevono niente né dalle piattaforme streaming che mettono a disposizione i fonogrammi né dai produttori discografici o dai titolari dei diritti che legato contrattualmente alle piattaforme. Questo vulnus del mercato attuale sta arrecando danno a decine di migliaia di artisti, che non stanno godendo del diritto alla remunerazione introdotto dalla normativa europea sul copyright che l’Italia ha recepito. 
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Per quella che è la sua opinione, come si potrebbe uscire da questa impasse?

Non indicando la legge chi sia il soggetto debitore, a mio avviso sussiste almeno un obbligo solidale verso i soggetti che partecipano alla diffusione del fonogramma, cioè il licenziante (il produttore) e il licenziatario (cioè la piattaforma streaming): in sostanza, sarebbe legittimo chiedere il pagamento sia all’uno sia all’altro. 
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Crede sia possibile quantificare una cifra di quanto non corrisposto in un periodo di tempo definito, per esempio nel 2024?

Non saprei dire, perché la cifra dovrebbe essere proporzionata ai ricavi, la cui entità io non conosco. Se noi prendessimo i ricavi che vengono generati dallo sfruttamento della messa a disposizione da parte delle grandi piattaforme e applicassimo una percentuale del del 20% come stabilito con la RAS [il diritto al compenso che la legge riconosce, sui repertori pubblicati dal 1963, in favore degli artisti che non abbiano stipulato con le case discografiche un contratto che preveda una remunerazione ricorrente, ndr], probabilmente potremmo averne un’idea. Ma, appunto, bisognerebbe conoscere il fatturato delle piattaforme. C’è poi da considerare come nell’offerta di Spotify, per esempio, non ci sia solo la messa a disposizione: gli utenti che ne fruiscono gratuitamente possono ascoltare i brani scegliendo solo il primo, per poi ascoltare gli altri nell’ordine che decide la piattaforma, con gli intermezzi pubblicitari. A mio avviso, e in mancanza del requisito soggettivo della scelta dell’utente, questa non è più una messa a disposizione, ma una emissione, come avviene in radio. In questo caso si supera la messa a disposizione per entrare nella pubblica esecuzione, che non prevede più il diritto esclusivo, ma il diritto di credito ai sensi dell’art. 73. I problemi, quindi, sono due: il primo riguarda il mancato pagamento della remunerazione prevista dell'Articolo 80, mentre il secondo è riferibile al mancato pagamento del diritto di credito previsto dall'Articolo 73. Ecco perché stiamo entrando in un contenzioso con Spotify… 
&nbsp;

La vertenza sarà avviata solo verso Spotify o anche verso tutti gli altri servizi streaming che operano in Italia?

Per il momento questo tipo di contestazione l'abbiamo fatta a Spotify. In futuro la muoveremo a tutti coloro che adottano questo stesso modello, e - anche in riferimento all'Articolo 80 - nei confronti di chi non sta pagando. 
&nbsp;

Le vie legali seguono il fallimento di tentativi negoziali?

Con i produttori discografici sostanzialmente non siamo riusciti ad avviare nessun tipo di trattativa, perché loro hanno sostenuto che il pagamento non sarebbe dovuto. Quindi adesso ci stiamo rivolgendo alle grandi piattaforme, in attesa di una risposta. Nel caso le parti dovessero continuare a rimandarci dall’una all'altra, avremmo un problema. 
&nbsp;

Quando avete approcciato le case discografiche, con chi vi siete rapportati? Con le associazioni di categoria o con le singole aziende?

Per il momento l'interlocuzione c'è stata a livello ufficioso, con l'industria, con le major, ma non con le rappresentanze. 
&nbsp;

Ha idea di che orizzonte temporale può avere questo procedimento?

Mi auguro che tutto si possa risolvere tra quest'anno e il prossimo anno. E’ paradossale, perché la filiera, quando si è trattato di convincere l'Unione Europea o il Parlamento Italiano a introdurre delle norme per la riduzione del value gap, si è rivelata estremamente unita, ma quando si tratta di riconoscere agli artisti un compenso loro dovuto&nbsp;fa subito un passo indietro. Non è carino: gli artisti non possono essere usati e strumentalizzati in virtù della loro immagine pubblica soltanto quando si tratta di portare a casa dei diritti. 
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Da ormai più di un anno Spotify <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-740414/artist-centric-spotify-adotta-la-soglia-dei-1000-stream-al-mese">non remunera più i fonogrammi che stanno sotto la soglia dei mille stream all’anno</a>: questa scelta come impatta sulla remunerazione aggiuntiva?

In linea di principio, benché Spotify abbia deciso di non remunerare gli aventi diritto sulle opere che non superano questa soglia, gli artisti comprimari che hanno contribuito alla realizzazione di queste opere hanno comunque diritto alla remunerazione aggiuntiva. Poi, ovviamente, in sede negoziale si potrebbero trovare delle soluzioni che tengano conto di economie talmente esigue da far costare più il calcolo del dovuto del compenso da erogare. Ma questo è un altro discorso: questa decisione non può essere presa senza di noi.

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I conti che non tornano tra piattaforme streaming e artisti

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NUOVOIMAIE verso l’azione legale contro Spotify: parla il Presidente Andrea Miccichè

Universal Music Italia e Feltrinelli Librerie hanno annunciato l’apertura di “Universal Music Dropzone”, un temporary store allestito all’interno della libreria Feltrinelli di Corso Buenos Aires 33 a Milano, aperto al pubblico dal 5 dicembre 2025 al 31 gennaio 2026.

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Lo spazio - “inedito, dedicato ad appassionati di musica e collezionisti”, spiegano le aziende in una nota, è frutto della sinergia tra Universal Music Italia e Feltrinelli Librerie, e nasce “con l’obiettivo di trasformare il pop – up store in un vero e proprio punto di contatto fisico per la community”. “Qui infatti i fan potranno trovare e acquistare per la prima volta i prodotti fisici fino a oggi disponibili unicamente sull’e-commerce ufficiale di Universal Music Italia: vinili rari, edizioni speciali e capi di merchandising esclusivi di artisti italiani e internazionali”, hanno spiegato i promotori dell’iniziativa: “L’allestimento è stato curato proprio nell’ottica di offrire un’esperienza immersiva, dove design e musica dialogano per celebrare gli artisti di ieri e di oggi in un viaggio emozionale senza tempo.

UMG Italia e Feltrinelli, apre a Milano Universal Music Dropzone

Un temporary shop ‘dedicato alla vendita di prodotti rari ed esclusivi’

Per conoscere le ultime novità musicali della settimana, questo articolo ti fornirà l'elenco completo e sempre aggiornato delle nuove canzoni uscite venerdì. Ogni settimana, artisti e band pubblicano nuovi brani, album o EP su tutte le piattaforme digitali. Se vuoi rimanere al passo con le ultime uscite, non perderti <a href="https://www.rockol.it/singoli">l'elenco sempre aggiornato con tutte le novità musicali</a>. Questa settimana parliamo di Laura Pausini, Jole, Chiello, Alberto Urso, Sebba e Il Pagante.

<h2>Ritorno ad amare - Laura Pausini - Warner</h2>

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Il 5 dicembre 2025 è uscito il nuovo singolo di Laura Pausini, intitolato "Ritorno ad Amare". Questo brano anticipa l'uscita dell'album di cover "Io Canto 2", prevista nei mesi successivi. Il singolo, originariamente scritto e interpretato da Biagio Antonacci nel 2001, è pubblicato da Warner Records / Warner Music Italy su tutte le piattaforme digitali. La produzione e gli arrangiamenti sono a cura di Paolo Carta e Laura Pausini stessa. Il brano è accompagnato da un videoclip diretto da Luca Tommassini, che include elementi visivi ispirati ai videoclip preferiti della cantante e omaggi a Freddie Mercury.

Nata il 16 maggio 1974 a Faenza, cresciuta a Solarolo (Ravenna), Laura Pausini è figlia di un pianista di pianobar, che la incoraggia a cantare fin da bambina, e comincia poi a portarla con sé in qualche serata. Dopo essersi fatta notare a Castrocaro, nel 1993 propone a Sanremo “La solitudine”: sia il brano che il personaggio sfondano e la canzone, vincitrice della sezione “Nuove proposte”, proietta la 18enne cantante ai vertici delle classifiche e pone le basi della discografia di Laura... 
<a href="https://www.rockol.it/artista/laura-pausini/biografia">Leggi la biografia completa </a>

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<h2>Mica male - Jole - Linea Due</h2>

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Jole presenta il suo secondo singolo intitolato "Mica Male", disponibile in radio e in formato digitale dal 5 dicembre 2025. Il brano è pubblicato sotto l'etichetta Linea Due e sarà incluso nel prossimo album Specchi ed altre riflessioni. Mica Male affronta tematiche legate alle dinamiche amorose contemporanee, con un sound che incorpora elementi Soul e R&amp;B. La canzone è caratterizzata dalla partecipazione di Alfredo Golino alla batteria, mentre la produzione è stata realizzata da Leonardo Marcucci e Clemente Ferrari. Il progetto ha ricevuto supporto da MiC e SIAE, che promuovono la musica italiana e contribuiscono allo sviluppo di nuovi artisti.

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<h2>Lupo - Chiello - Universal</h2>

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Il 5 dicembre 2025, sarà disponibile in formato digitale il nuovo singolo di Chiello, intitolato "Lupo". Questo brano è pubblicato sotto l'etichetta Universal Music Italia. Secondo un comunicato stampa, "il testo del brano affronta tematiche legate alla condizione umana, esplorando aspetti complessi e profondi". In concomitanza con l'uscita del brano, l'artista&nbsp;parteciperà per la prima volta al Festival di Sanremo 2026.&nbsp;Il suo primo album, "Oceano Paradiso", ha ottenuto una certificazione oro poco dopo la pubblicazione.

<a href="https://testicanzoni.rockol.it/testi/lupo-chiello-ctid-230282798">Leggi il testo di "Lupo" </a>

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<h2>Come Noi Mai - Alberto Urso - Dischi dei Sognatori / Urso label</h2>

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Il 5 dicembre 2025, Alberto Urso pubblica il suo nuovo singolo intitolato "Come noi mai". Il brano è disponibile su tutte le piattaforme digitali e in rotazione radiofonica. Questa uscita è realizzata sotto l'etichetta Dischi dei Sognatori e Urso Label, con distribuzione a cura di Warner/ADA Music Italy.

Il singolo è stato scritto dallo stesso artista e - come spiegato in un comunicato stampa -&nbsp;trae ispirazione da esperienze personali, riflettendo un amore che persiste oltre la sua conclusione. Il testo esplora temi di memoria e quotidianità, affrontando momenti di intimità e fragilità.

<a href="https://testicanzoni.rockol.it/testi/come-noi-mai-alberto-urso-ctid-230239896">Leggi il testo di "Come Noi Mai" </a>

Alberto Urso è un cantante classe 1997 originario di Messina, diplomato in teoria e solfeggio al conservatorio della sua città e poi in canto lirico al conservatorio di Matera. 
Ha studiato canto con il maestro Francesco Zingariello e con la soprano Daria Masiero, sax con il maestro Orazio Maugeri, pianoforte jazz con il maestro Francesco Pisano e batteria con il maestro Francesco Pullia. 
Nel 2010 prende parte a "Ti lascio una canzone", trasmissione condotta su Rai Uno da Antonella... 
<a href="https://www.rockol.it/artista/alberto-urso/biografia">Leggi la biografia completa </a>

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<h2>Qualcosa di più - Sebba - Tyrus Records</h2>

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Dal 5 dicembre 2025 è disponibile in rotazione radiofonica il nuovo singolo di Sebba, intitolato "Qualcosa di più". Il brano è già accessibile sulle piattaforme digitali. "Qualcosa di più" è presentato in un comunicato stampa come "un brano pop che incorpora elementi di synth moderni e influenze degli anni '80. La canzone esplora la trasformazione di un incontro fisico in un'esperienza emotiva. La produzione presenta una scrittura diretta e mantiene l'identità melodica del pop italiano". Il videoclip associato al singolo è diretto da&nbsp;Marzio Golino, che utilizza riprese in 4K e tecniche di montaggio per accentuare i momenti chiave del video.

<a href="https://testicanzoni.rockol.it/testi/qualcosa-di-piu-sebba-ctid-229529970">Leggi il testo di "Qualcosa di più" </a>

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<h2>Milano Cortina - Il Pagante, Ludwig</h2>

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A pochi mesi dall’uscita dell’ultimo album "FOMO", Il Pagante pubblica il&nbsp;nuovo singolo "Milano Cortina" con Ludwig, in radio e in digitale da venerdì 5 dicembre in licenza esclusiva M.A.S.T. / Believe. Nel comunicato stampa si legge: "Il brano, che gioca con riferimenti all’immaginario olimpico e alle abitudini della vita urbana contemporanea, unisce sonorità pop-dance e l'irriverenza tipica de Il Pagante, esaltando la loro cifra stilistica immediata e riconoscibile".

<a href="https://testicanzoni.rockol.it/testi/milano-cortina-il-pagante-ludwig-ctid-228809612">Leggi il testo di "Milano Cortina" </a>

Il Pagante nasce come pagina Facebook nel 2010. Fondata da Guglielmo Panzera e Alfredo Tomasi, l’idea originaria era quella di fare sarcasmo su determinati atteggiamenti radicati nel sostrato giovanile milanese, consolidatisi nel tempo e diventati fonte di omologazione di massa. 
L’idea che sta alla base delle canzoni prodotte è quella di ricreare ambienti e situazioni tipicamente giovanili, attraverso indagini approfondite riguardanti il mondo della vita notturna, la scuola, il... 
<a href="https://www.rockol.it/artista/il-pagante/biografia">Leggi la biografia completa </a>

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Scrivici all’indirizzo singoli@rockol.it, ti daremo tutti i dettagli utili per comunicare e promuovere al meglio la tua nuova produzione!

Nuova musica uscita in Italia settimana del 2022-02-06

Questa settimana nuovi singoli per Laura Pausini, Jole, Chiello, Alberto Urso, Sebba e Il Pagante

Nuovi singoli, le uscite del 5 dicembre

<a href="http://musicbiz.rockol.it/tutto-su/nuovoimaie-453984">NUOVO IMAIE</a> propone una serie di incontri con protagonisti e protagoniste del panorama musicale italiano per parlare dei loro progetti, ma anche per approfondire le dinamiche che ruotano intorno all’essere Artista Interprete Esecutore.

E’ la storia di una crescita - interiore, prima ancora che artistica - quella di DINìCHE, all’anagrafe Veronica Di Nocera, cantautrice e producer napoletana segnalatasi al grande pubblico poco prima della scorsa estate, come vincitrice di 1MNext, il concorso legato al Concerto del Primo Maggio sostenuto da NUOVOIMAIE che l’ha portata a esibirsi sul palco di Piazza San Giovanni, aggiudicandosi un premio di 10mila euro per l’organizzazione di un tour. Nata artisticamente durante il Covid, DINìCHE si è fatta conoscere con i brani “Sospesi” e “Nisida”, che hanno anticipato il suo EP di debutto, "In tiemp’ (on time)", uscito all’inizio di quest’anno. Dopo una serie di esperienze live decisamente importanti - oltre al Concertone, Di Nocera è stata opening act di artisti come Ermal Meta (per il quale ha aperto le date del tour di “Buona fortuna”), oltre che “spalla” di Georginess, Federico Baroni, Avincola, Caffellatte e Marco Sentieri - l’artista si sta preparando ad affrontare il primo tour “in proprio”, che prenderà il via il prossimo 17 gennaio da Firenze… 
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Com’è stato salire sul palco del Concerto del Primo Maggio?

Per me è stata la prima volta in assoluto davanti a un pubblico del genere, quindi - per certi versi - è stato spaventoso, ma allo stesso tempo esaltante. Esibendomi al Concertone mi sono resa conto di poter fare cose che non credevo di essere in grado di fare, come gestire un palco così grande.

Il contesto è come te lo immaginavi?

Non immaginavo che una “macchina” così grande potesse funzionare anche così bene: noi artisti del contest - 1MNext - non abbiamo avuto modo di fare il soundcheck, eppure sul palco i tecnici sono riusciti a far girare tutto alla perfezione. E’ incredibile la quantità di persone che lavora dietro le quinte, per offrire uno spettacolo di quelle proporzioni. NUOVOIMAIE ha svolto e continua a svolgere un ruolo importantissimo per noi artisti. Penso, per esempio, ai contributi erogati nel periodo della pandemia: per me sono stati fondamentali, perché mi hanno permesso di registrare nuovi brani e tenere in vita il mio progetto, in un momento - tra l’altro - estremamente critico.

Se riuscita a percepire la presenza del pubblico? In una situazione del genere, non è una cosa da dare per scontata…

Prima di suonare mi hanno presentata. Quando - durante il mio set - mi sono avvicinata alla passerella del palco ho sentito il boato del pubblico: le prime tre o quattro file erano composte da ragazze e ragazzi di Napoli, che hanno ballato e partecipato in modo estremamente attivo alla mia performance. E’ stato bellissimo.

Credo sia stata una cosa molto importante per te, dato che il progetto Diniche è nato durante la pandemia, quando i concerti erano l’ultima cosa alla quale si pensava…

Sinceramente, non pensavo di arrivare fino a questo punto. Sono sempre stata un’interprete, poi - quando finalmente mi sono decisa ad avviare il mio progetto, con canzoni originali - è arrivato il Covid: in quel periodo ho cercato in tutti i modi di restare a galla, ma avevo a disposizione solo i social e le piattaforme. Insomma, tutto si risolveva davanti allo schermo del PC. All’inizio volevo parlare di tematiche sociali, come per esempio il bullismo, che ho vissuto in prima persona, ma poi ho capito che avrei dovuto fare un ulteriore passo avanti per dare al progetto che avevo in mente un senso…

Cioè?

Parlare di me. Dovevo trovare il coraggio di farlo. Stavo affrontando certi temi in chiave pop, ma non mi divertivo più. Così mi sono presa un attimo di pausa, ho pensato a quello che volevo fare davvero. Ho iniziato a scrivere in tre lingue [italiano, napoletano e inglese, ndr], nonostante me l’avessero sconsigliato tutti. Anche persone molto importanti…

Perché?

Dicevano che il mix tra napoletano, inglese e italiano non sarebbe stato considerato radiofonico, e che non avrebbe mai funzionato.

Strano, perché adesso le piattaforme offrono opportunità di globalizzazione enormi alle realtà locali: per dirne una, <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-752059/spotify-loud-clear-20-ricavi-yoy-artisti-italiani-streaming">l’italiano è diventata l’ottava lingua, per royalties generate, su Spotify</a>. Davvero ti interessa la radio?

La spinta per iniziare un percorso artistico non me l’ha data la volontà di finire in radio, ma solo la voglia di parlare di me, quindi l’ossessione di “funzionare” a tutti i costi non l’ho mai avuta. Le cose sono leggermente cambiate con “Nisida” [il primo singolo dall’EP “In Tiemp (On Time)”, ndr], che è stata una scommessa fatta alla pari tra me e l’etichetta che mi ha seguito [la Talentoliquido, ndr]: il brano è entrato in diverse playlist in tutto il mondo, dalla Svezia al Giappone. Per noi è stata una grande soddisfazione, perché quando l’abbiamo pubblicato non avevamo minimamente l’intenzione di farlo diventare un caso sui DSP, e invece è successo. E la cosa mi rende estremamente felice, perché permette alla mia voce di essere ascoltata da persone che mai avrei pensato di poter raggiungere.

E per quanto riguarda le radio?

L’importanza delle radio, per come la vedo io, è legata a doppio filo agli eventi dal vivo organizzati dalle varie emittenti: a me interessa quello, non l’airplay fine a se stesso…

Dal punto di vista discografico preferisci procedere per singoli o lavorare su progetti più estesi?

L’idea di sfornare una canzone nuova al mese per soddisfare le dinamiche del mercato digitale non mi piace: l’ho fatto, in passato, e non ho intenzione di ripetere l’esperienza.&nbsp; Con “In Tiemp (On Time)” sono riuscita a farmi conoscere grazie a un prodotto strutturato, “coltivato”, che ha un senso compiuto, quindi continuerò su questa strada. Il prossimo EP - che spero di ultimare entro il prossimo novembre - sarà ancora più sperimentale del primo, perché mi piace pensare di proporre sempre qualcosa di nuovo: che senso avrebbe, del resto, collegarsi a qualcosa di preesistente?

In quanto vincitrice del Premio NUOVOIMAIE al contest 1Mnext, hai avuto l’opportunità di organizzare il tuo primo tour: ci puoi dare qualche dettaglio?

Mi piacerebbe sperimentare e portare la mia musica in contesti diversi dal solito. E’ vero che il mio sound nasce per i club, ma proprio per questo tour ho scelto di fare dei passi “alternativi”, cercando luoghi e situazioni nuove, che potessero valorizzare al meglio quello che faccio. Grazie a Palace Agenzia, che ha curato l’organizzazione dell’intero tour, suonerò in diverse location in tutta Italia, letteralmente da nord a sud, ognuna scelta proprio per questo spirito di ricerca ed esplorazione. Le prime date confermate sono quelle del 17 gennaio 2026 al Lumen di Firenze, del 6 febbraio al Sonica, di Siracusa, del 7 febbraio al Prima Classe di Ragusa, del 17 febbraio al Detune di Milano, e del 20 marzo ai Giardini Luzzati, a Genova. E poi ci sono ancora due date - una a Roma, per Spaghetti Unplugged, e l’altra a Napoli - ancora da annunciare. Sul palco mi accompagneranno Rebecca Palazzolo (bassista e producer), Marco Iannuncci (DJ e producer) e Andrea Mattia (batterista).

DINìCHE

DINìCHE, o del coraggio di essere sé stesse

‘Ho capito che per crescere mi serviva il coraggio di parlare di me. E…’

Ha ufficialmente avviato la propria attività Cockpit Records, label fondata dall’imprenditore Nicola Caletti (nella foto, a sinistra), dal musicista Luca Zamponi (a destra) e dall'esperto di marketing Davide Magnone (al centro): la label - spiegano i fondatori - ha come mission quella di “coprire tutti gli aspetti dell’industria musicale, dalla produzione alla distribuzione, fino all’editoria e alla gestione del catalogo degli artisti presenti nel roster”.

“L’idea di fondare questa etichetta nasce dall’incontro tra me e Luca Zamponi durante il mio percorso di studi in NAM, dove ho conseguito il diploma di Fonico/Sound Engineer e il Master in Music Business &amp; Artist Management”, ha spiegato Caletti:&nbsp;“Il feeling è stato immediato e molto forte: entrambi concordavamo sul fatto che, in questo momento storico, ci fosse bisogno di una casa discografica in cui la parola casa fosse il termine preponderante. Successivamente, al team si è aggiunto anche Davide Mangione, esperto di marketing. La nostra volontà è quella di creare una realtà in cui professionisti affermati e talenti promettenti possano collaborare a 360 gradi, in un contesto in cui il musicista si senta pienamente supportato e possa concentrarsi sulla parte artistico-creativa”.

L’etichetta è stata presentata durante la scorsa edizione della Milano Music Week: il primo progetto discografico curato da Cockpit Records è il trio Noirè (composto da Alice Valenti, Michelle Halili e Ludovica Paolone), che esordirà sul mercato discografico il prossimo 12 dicembre con il singolo “Polvere di sabbia”.

Nasce Cockpit Records

Per volontà dei fondatori Nicola Caletti, Davide Mangione e Luca Zamponi

Warner Music Group ha voluto ricordare Steve Cropper, chitarrista, autore e produttore - noto soprattutto come co-fondatore dell’home band della Stax, i Booker T. &amp; the M.G.’s - venuto a mancare il 3 dicembre scorso all’età di 84 anni.

"Siamo profondamente addolorati per la scomparsa di Steve Cropper, uno dei musicisti più influenti nella storia della musica moderna”, ha fatto sapere Kevin Gore, President Global Catalog della major: “Il legame di Steve con Warner Music Group è profondo: dal suo lavoro fondamentale con la house band della Stax Records e con artisti di successo come Booker T. &amp; the MG's e Otis Redding, al suo ruolo di architetto del sound soul dell’Atlantic Records, grazie alle collaborazioni con Wilson Pickett, Sam &amp; Dave, i Blues Brothers e molti altri. Chitarrista brillante, è stato anche un produttore e compositore magistrale, co-autore di classici senza tempo come ‘(Sittin' On) The Dock of the Bay’ di Redding e ‘In The Midnight Hour’ di Pickett. L'immenso contributo di Steve è alla base della nostra cultura musicale e inviamo le nostre più sentite condoglianze alla sua famiglia, ai suoi amici, ai suoi fan e ai suoi innumerevoli colleghi musicisti in tutto il mondo”.

Warner Music ricorda Steve Cropper

‘Uno dei musicisti più influenti nella storia della musica moderna’

Le tre major hanno scelto l’ultima parte del 2025 per imprimere una svolta decisa al controverso rapporto tra industria della musica registrata e Gen AI, partecipando in varie forme a tre accordi.

<a href="https://musicbiz.rockol.it/news-755014/ai-universal-music-e-udio-hanno-raggiunto-un-accordo">Il 29 ottobre 2025 Universal Music Group e Udio hanno chiuso un contenzioso legale e siglato un accordo “industry-first”</a>* per una nuova piattaforma di creazione/streaming AI licenziata, con modelli addestrati solo su musica autorizzata, con filtraggio e fingerprinting integrati.

<a href="https://musicbiz.rockol.it/news-755508/in-rampa-di-lancio-klay-il-dsp-a-misura-di-ai">Il 20 novembre Klay Vision Inc. da un lato e UMG/UMPG, Sony/SMP, WMG/WCM dall’altro hanno ufficializzato un framework multi-major</a> per un “Large Music Model” addestrato solo su musica licenziata e un prodotto di “active listening” interattivo in abbonamento, posizionato esplicitamente come pro-artista e non come generatore meme-prompt.

<a href="https://musicbiz.rockol.it/news-755613/ai-warner-music-sigla-un-accordo-con-suno">Il 25 novembre 2025 Warner Music Group e Suno hanno chiuso un contenzioso legale e siglato un accordo “industry-first”</a> che introduce una nuova fase nella creazione musicale AI autorizzata, con modelli addestrati solo su repertorio approvato dagli artisti e con limiti all’uso e al download fissati da licenze a pagamento.

In cosa si assomigliano i tre accordi?

In cosa differiscono?

Che prodotti e servizi vengono prodotti?

Che rapporto c’è tra lo streaming come lo conosciamo e quello abitato dalla AI?

Qual è la posizione degli artisti e delle indie?

Quale scenario possibile potrebbe prendere forma nei prossimi 12-24 mesi?

Rispondiamo a queste domande approfondendo la materia in due parti. Cominciamo con la prima.

PARTE PRIMA

Original Sin

L’inizio ideale della vicenda potrebbe intitolarsi come un celebre brano degli INXS (o di John Hiatt; o di Meat Loaf; o di Elton John). Perché tutto prende corpo da un “peccato originale” commesso da Suno e Udio. Nel 2024, infatti, <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-745385/intelligenza-artificiale-maxi-cause-delle-major-a-suno-e-udio">UMG, Sony e WMG (via RIAA) avevano fatto causa a entrambe per avere addestrato i propri modelli di AI generativa applicata alla musica su brani protetti da copyirght senza disporre della licenza</a>. Di qui, uno schema classico: causa → transazione extra giudiziale → licenza + partnership sul prodotto/servizio.

Anche preso nota delle conseguenze del peccato, quello che oggi si posiziona come il 'terzo incomodo' – Klay - ha invece optato per un posizionamento diverso, proponendosi da subito come fully licensed.&nbsp;

Un’occhiata alla narrazione che ne è scaturita può essere utile. In tutti e tre i casi quella ufficiale è così parafrasabile: "Stop al training in zona grigia, si parta con modelli addestrati su corpora approvati, con diritti chiaramente definiti”. Infatti viene dichiarato esplicitamente che su Udio la nuova piattaforma sarà alimentata da “generative AI” addestrata su musica autorizzata, con ambiente protetto e filtraggio/fingerprint; su Suno il comunicato di WMG lega la chiusura dell’accordo al passaggio a modelli “AI licensed” che sostituiranno quelli attuali già nel 2026; su Klay il modello è descritto come Large Music Model (una variante ad hoc dell’LLM – Large Language Model, con la postilla che sarà “trained entirely on licensed music”).

Gli accordi: le similitudini

Tutti gli accordi coprono sia master che publishing, ovvero sono dotati di una componente doppia: nel caso di Udio l’intesa UMG riguarda sia musica registrata che edizioni e viene presentata come nuova fonte di ricavo per artisti e autori UMG; nel caso di Suno ECSA (European Composer and Songwriter Alliance) rileva che paiono coperti entrambe le tipologie di diritti; Klay, infine, avrebbe firmato separatamente con UMG/UMPG, SME/SMP, WMG/WCM – cioè sia lato master che lato publishing per tutte e tre le major.&nbsp;

L’impostazione è sintetizzabile in “AI come DSP” e presuppone, quindi, una licenza full-stack (master + publishing) sulla cui base costruire prodotti complessi senza dover negoziare caso per caso.

Inoltre è marcata l’enfasi sul controllo da parte degli artisti e sulla modalità opt-in. In modalità varie nei tre accordi si dichiara che gli artisti avranno controllo sia sul “se” che sul “come” la loro identità e le loro opere potranno essere usate. In maggiore dettaglio:&nbsp;

- per Suno–WMG l’uso di nome, immagine, likeness, voce e composizioni è esplicitamente considerato opt-in, con pieno controllo ai titolari;&nbsp;

- per Udio–UMG la piattaforma parla di un sistema in cui gli artisti possono impostare permessi su voce/stile, e di credito/compenso per uso dei loro brani nei pool licenziati;

- per Klay è fortissimo il posizionamento sul “rispetto dei diritti” e sul fatto che la piattaforma “esalta, non sostituisce” la creatività umana.&nbsp;

C’è una nuova grammatica all’orizzonte, quella che al momento recita: “AI pro-artist”, in antitesi a una AI parassita.

Infine, spicca lo spostamento verso modelli in abbonamento accompagnato a limiti precisi sui download. Tutti gli accordi convergono su un modello a subscription con download limitati o sospesi, mentre si passa ai modelli licenziati. Udio prevede download sospesi nel periodo di transizione, con focus su crediti, tier Pro/Standard e preparazione del nuovo servizio a pagamento. Suno prevede che dal 2026 il download sarà disponibile solo con account a pagamento, con limite mensile e extra solo a pagamento, mentre la gratuità sussiste solo sul versante streaming/sharing. Klay, che a differenza delle altre due piattaforme non ha una legacy da “ripulire”, è stata lanciata direttamente come abbonamento interattivo.

Gli accordi: le differenze

Le differenze sono sostanziali ed evidenziano di fatti tre modelli strategici a sé stanti.

Udio–UMG

Lo schema del modello prevede: piattaforma proprietaria + alleanza con una singola major. Il perimetro attuale include un partner principale, la major Universal Music Group, con licenze sui propri cataloghi e su quelli di UMPG (Universal Music Publishing Group – le edizioni del gruppo); gli altri concorrenti non rientrano ancora nel quadro. Il servizio potrebbe definirsi Udio-centrico e combina creazione di musica generativa, opzioni di personalizzazione e remix e streaming con condivisione all’interno di un “walled garden” controllato.

All’interno di questo schema Udio sembra cercare di affermarsi come una sorta di “DSP 2.0” proprietario che integra da subito AI e streaming; UMG si assicura corsia preferenziale (catalogo, marketing, visibilità) con uno dei player di AI musicali più forti, prima che eventuali concorrenti multi-label (come Klay) dominino l’interfaccia col consumatore. Come insegnano gli ancestrali e fallimentari casi delle piattaforme che le major cercarono di creare all’inizio del terzo millennio (chi ricorda PressPlay, con l’alleanza Sony Music e Universal music, e MusicNet, con l’alleanza Warner Music, BMG e EMI…?), è elevato il rischio correlato al sistema chiuso UMG-centrico che spinge le altre major a cercare altri campi base (es. Klay, Suno).

Suno–WMG

Lo schema del modello prevede: creator tool di massa + partnership di scala. Il perimetro attuale include un partner principale, la major Warner Music Group, e anche in questo caso un player unico ma con una base utenti molto ampia. Il servizio ha al centro Suno come tool creativo per oltre 100 milioni di creator, con modelli licenziati previsti al debutto nel 2026 e un insieme di regole più rigide su download e monetizzazione. Rispetto a quella del precedente, la narrazione qui è più orientata alla valorizzazione della comunità creativa, pur restando centrale il manifesto "AI pro-artist”. La base utenti enorme di Suno prelude a un utilizzo B2C massivo e ne fa un riferimento papabile per future intese con UMG e Sony, con WMG che si intesta la palma e il vantaggio di prima entrata. Da non trascurare la recente acquisizione di Songkick da parte di WMG: così, potenzialmente, Suno può superare i confini delle canzoni realizzate con l’AI per entrare più in profondità nella filiera esperienziale (ticketing/discovery live): se l’innesto si concretizzasse e funzionasse, anche la missione-superfans sarebbe a buon punto.

Klay – tre major:

Si tratta di una infrastruttura orizzontale multi-label. Il perimetro è ampio e include tre “doppi partner”: UMG + UMPG, SME + SMP, WMG + WCM, ossia tutte e tre le major e le relative divisioni editoriali. Il prodotto è pensato come una piattaforma di “active listening” che permette all’utente di rimodellare l’ascolto (stile, intensità, elementi) con strumenti interattivi, grazie a un modello addestrato solo su musica licenziata e un posizionamento esplicito: non un meme-generator che funziona via prompt, ma un “nuovo servizio in abbonamento che celebra gli artisti”. La narrazione è rassicurante, perchè Klay si propone come un'infrastruttura comune, come un licensing framework costruito insieme alle major per essere poi esteso a indie, artisti, editori, autori. Forte è l'enfasi su guardrail, attribuzione, tutela del copyright, con il risultato di proporsi come un “force multiplier” per l’arte umana.

A ben vedere il modello ricorda da vicino…

(<a href="https://www.rockol.it/news-755757/klay-suno-udio-e-major-la-nuova-architettura-dell-industria-2">vai alla seconda parte</a>)

Klay, Suno, Udio e major: la nuova architettura dell’industria -1

Analisi comparata di tre accordi che preludono a ulteriori scenari di cambiamento: parte prima

(<a href="https://www.rockol.it/news-755756/klay-suno-udio-e-major-la-nuova-architettura-dell-industria-1">leggi la prima parte</a>)

La Spotify della prossima generazione…?

A ben vedere il modello di Klay ricorda da vicino… quello di Spotify; il twist è che qui la piattaforma è AI native. Ma siamo di fronte allo stesso tipo di accordi multi-major che hanno reso possibile lo streaming, anche se il nuovo focus è su un'esperienza interattiva e trasformativa, in antitesi al dominio della playlist e al consumo passivo. Con questo accordo, le major scongiurano il pericolo di restare ostaggi di singole piattaforme come Suno e Udio e costruiscono un'area neutrale multi-catalogo sotto il loro controllo negoziale. Sulla mappa ideale che si forma intorno all’incrocio tra musica e AI, Klay occupa il ruolo della Svizzera: neutrale, con l’ambizione di fungere da standard di fatto.

Analisi comparata: dove si toccano, dove divergono i modelli

Dimensione 1 – Posizionamento nella filiera

- Udio: piattaforma verticale “all-in-one” (creazione + consumo) con una major forte alle spalle (UMG)*.

- Suno: creator tool di massa che ora si lega a WMG ma resta, in teoria, multi-repertorio sul lungo periodo.

- Klay: strato infrastrutturale orizzontale che punta a lavorare con tutti, comprese le indie, come “motore” AI sotto servizi diversi.

Dimensione 2 – Focus di prodotto

- Udio: da text-to-music generalista a piattaforma ibrida dove creare, remixare, fare mashup, ascoltare e streammare in licenza*.&nbsp;

- Suno: rafforza la parte di “creazione a distanza di un click” per milioni di utenti; aggiunge monetizzazione via “premium download”, con vista sulla scena live via Songkick.&nbsp;

- Klay: l’orientamento non è “creami una canzone da zero”, ma “aiutami a trasformare quella che ascolto”; agli occhi delle major è l’ideale per sperimentare nuove forme di ascolto e di personalizzazione evitando di incoraggiare e alimentare scatenare un oceano di UGC (User Generated Content) incontrollato.

Dimensione 3 – Governance degli artisti

Tutti parlano di controllo degli artisti, ma in maggiore dettaglio:

- Suno–WMG è l’accordo più esplicito a livello di opt-in per identità (nome, immagine, voce, composizioni) in nuove creazioni AI.&nbsp;

- Udio–UMG*&nbsp;insiste su “artists set permissions” e compensazione quando il loro materiale entra nei pool licenziati.&nbsp;

- Klay pone al centro il rispetto del copyright, ma nel comunicato si parla più di visione etica generale che di meccanica di consenso artista-per-artista.&nbsp;

Dimensione 4 – Economia dei diritti e rischio “modello streaming 2.0”

ECSA (European Composer &amp; Songwriter Alliance - l’alleanza europea dei compositori) sottolinea che i dettagli su coinvolgimento, consenso e remunerazione degli autori sono ancora opachi in tutti e tre i casi.&nbsp;Insomma: benedice gli accordi come necessari ma li bolla di insufficiente trasparenza, sottolineando il rischio di replicare le disfunzioni del modello di ripartizione dei comensi da streaming e il problema degli autori sotto pagati.

L’accusa non troppo velata si declina così:

- Udio–UMG*: Universal Music si garantisce la posizione di controllore dei diritti per il catalogo più ampio, con possibilità di replicare nel mondo AI il ruolo avuto nello streaming.

- Suno–WMG: Warner Music si inserisce in una piattaforma che vanta già una consistente massa critica di utenti, e potrebbe negoziare meccanismi di revenue-share (e, magari, anche accordi in equity non visibili dall’esterno).&nbsp;

- Klay / 3 major: è qui che si nota più nettamente un parallelo quasi diretto con le prime licenze negoziate tra discografici e Spotify: multi-major, multi-diritto, piattaforma in fase di early-stage: per ECSA è altissimo il rischio che gli autori arrivino tardi e siano costretti ad accettare condizioni “prendere o lasciare”.

Considerazioni

La “guerra all’AI” delle major è finita? Sì, seguiranno solo battaglie di posizione grazie a precedenti importanti. Anche Open AI e player del suo calibro – grazie anche, su un fronte diverso, alla <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-755271/gema-vittoria-in-tribunale-contro-openai">sentenza Gema</a> – dovranno prenderne atto.

Siamo entrati nella prevedibile fase di normalizzazione regolata: quella in cui “se paghi, possiamo parlare”.

Oggi abbiamo di fronte tre archetipi di rapporto AI–catalogo:

“Piattaforma proprietaria con major di riferimento” (Udio–UMG)*

“Creator tool di massa che si legittima con una major” (Suno–WMG)

“Infrastruttura orizzontale multi-major” (Klay–UMG/SME/WMG).

Fotografiamoli bene prima che siano storia. È molto probabile che nel giro di 12–24 mesi assisteremo a parecchie ibridazioni tra questi modelli (e anche tra nuovi oggi non ancora espliciti). È tutt’altro che lunare immaginare Suno che firma con altre major, Udio che apre ad altri cataloghi, Klay che viene integrata da DSP tradizionali.

La questione non è mai stata tecnologica. È sempre stata (e rimarrà legale). E la si sta smarcando. Ma la prossima fase sarà quella in cui la questione si farà politica e riguarderà soprattutto autori e indie.

* L'accordo siglato da Univesal Music con Udio è stato replicato, lo scorso 20 novembre, <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-755486/intelligenza-artificiale-wmg-sigla-accordi-con-udio-e-stability">anche da Warner Music</a>.

Klay, Suno, Udio e major: la nuova architettura dell’industria -2

Analisi comparata di tre accordi che preludono a ulteriori scenari di cambiamento: parte seconda

Lo scorso 21 novembre&nbsp;L'Unione Europea di Radiodiffusione (EBU) <a href="http://www.rockol.it/news-755518/modificato-meccanismo-voto-eurovision-song-contest-trasparenza">ha annunciato una modifca al regolamento di Eurovision</a>, di fatto <a href="https://www.rockol.it/news-754709/eurovision-rinviato-voto-partecipazione-di-israele-boicottaggio">rinviando ad oggi la decisione ed il voto sulla partecipazione di Israele</a> alla prossima edizione, richiesto da diversi paesi per via del conflitto a Gaza. 
Oggi si è svolta a Ginevra la riunione dei membri di EBU in cui si doveva decidere sul regolamento. A favore del nuovo regolamento si è espressa la maggioranza dei membri: "Questo voto significa che tutti i membri dell'EBU che desiderano partecipare all'Eurovision Song Contest 2026 e accettano di rispettare le nuove regole sono idonei a prendervi parte", di fatto aprendo le porte alla partecipazione di Israele e bloccando un voto diretto. "Ai partecipanti in rappresentanza dei membri dell'EBU è stato chiesto di votare a scrutinio segreto per stabilire se fossero sufficientemente soddisfatti delle nuove misure e garanzie annunciate il mese scorso, senza dover votare sulla partecipazione all'evento dell'anno prossimo", si legge sempre nella nota.

Questo complesso processo ha avuto come risulato&nbsp;una spaccatura, con diversi paesi - Spagna, Irlanda, Paesi Bassi, che hanno già annunciato che non prenderanno parte all'edizione 2026, in svolgimento Wiener Stadthalle di Vienna, in Austria, il 12, giovedì 14 e sabato 16 maggio 2026. Diversi altri paesi hanno annunciato che prenderanno una decisione nei prossimi giorni. Nella serata di oggi, giovedì 4 dicembre, anche la Slovenia ha annunciato di aver ritirato la propria partecipazione alla prossima edizione del concorso.

In un comunicato di EBU, si legge che "I membri dell'EBU mostrano un chiaro sostegno alle riforme volte a rafforzare la fiducia e a proteggere la neutralità dell'Eurovision Song Contest, consentendo a tutti i membri di partecipare", e che l'assemblea ha scelto di non votare, con la lista completa dei paesi partecipanti che verrà comunicata entro natale.&nbsp;La Presidente dell'EBU, Delphine Ernotte Cunci, ha dichiarato:&nbsp;"Il risultato di questa votazione dimostra l'impegno condiviso dei nostri membri nel tutelare la trasparenza e la fiducia nell'Eurovision Song Contest, il più grande evento musicale dal vivo al mondo.&nbsp;Vorrei ringraziare tutti i membri per i loro contributi ponderati, rispettosi e costruttivi durante la sessione odierna e durante l'ampio processo di consultazione intrapreso quest'anno.&nbsp;Queste discussioni hanno portato a modifiche significative al regolamento dell'Eurovision Song Contest, garantendo che rimanga un luogo di unità e scambio culturale".

Ma le modifiche di regolamento non sono bastate a placare gli animi: queste modifiche permetteranno comunque a Israele di partecipare - a differenza di quanto avvenne all'inizio della guerra in Ucraina, quando Russia e Bielorussia vennero escluse dalla competizione.&nbsp;Paesi Bassi, Spagna,&nbsp;Irlanda e Slovenia hanno già annunciato che boicotteranno la manifestazione. Secondo quanto riporta l'ADNkronos,&nbsp;&nbsp;l'emittente olandese Avrotros ha comunicato che "Dopo aver soppesato tutte le prospettive, Avrotros ha concluso che, nelle attuali circostanze, la partecipazione non può essere conciliata con i valori pubblici che sono fondamentali per la nostra organizzazione", mentre l'emittente pubblica irlandese Rte ha comunicato:&nbsp;"A seguito dell'Assemblea generale invernale dell'Ebu tenutasi oggi a Ginevra, in cui è stata confermata la partecipazione di Israele all'Eurovision Song Contest 2026, la posizione di Rte rimane invariata. Rte non parteciperà all'Eurovision Song Contest 2026, né trasmetterà la competizione. Rte ritiene che la partecipazione dell'Irlanda sia inaccettabile, data la spaventosa perdita di vite umane a Gaza e la crisi umanitaria che continua a mettere a rischio la vita di così tanti civili. Rte è profondamente preoccupata per l'uccisione mirata di giornalisti a Gaza durante il conflitto e per il continuo diniego di accesso al territorio ai giornalisti internazionali".

ESC 2025: Spagna, Paesi Bassi, Irlanda e Slovenia lasciano

Spaccatura in EBU: confermato il nuovo regolamento, senza voto sulla partecipazione di Israele

Universal Music Italia ha annunciato ufficialmente la firma di un accordo di licenza per tutto il mondo della distribuzione di tutto il catalogo musicale di Gianna Nannini e dei suoi prossimi progetti artistici, segnando il ritorno dell’artista all’interno del proprio roster.

“L’accordo di licenza per la distribuzione del repertorio musicale di Gianna Nannini costituisce un passo strategico per Universal Music Italia, che rafforza così la propria presenza nel mercato grazie anche alla valorizzazione di cataloghi musicali di grande rilevanza artistica”, ha commentato, in una nota, l’azienda guidata in Italia dal Presidente &amp; CEO Alessandro Massara (nella foto, alla sinistra dell'artista): “Gianna è considerata, infatti, una delle artiste più rappresentative della musica italiana, icona e voce inconfondibile del rock d’autore, che con la sua forza interpretativa e una presenza scenica unica continua a essere un punto di riferimento assoluto nel panorama musicale contemporaneo”.

“Con questa operazione Universal Music Italia conferma il proprio impegno nel sostenere la musica italiana di valore promuovendo in tutto il mondo cataloghi musicali di rilievo e di valenza culturale”, conclude la nota della label, alla quale ha fatto eco Massara: “Siamo orgogliosi di accogliere nuovamente a casa un’artista del calibro di Gianna Nannini. Le sue canzoni, amate in Italia e conosciute anche all’estero, fanno parte della nostra storia e della nostra identità culturale. Averla di nuovo con noi è un privilegio che ci emoziona profondamente”.

Universal Music Italia, Gianna Nannini torna nel roster

Un nuovo accordo di licenza per ‘celebrare un legame che ritorna e si rafforza’

A poche ore dalla pubblicazione del <a href="https://www.rockol.it/news-755749/i-piu-ascoltati-del-2025-secondo-spotify">rapporto annuale Wrapped</a>, Spotify ha annunciato - per i prossimi 5 e 6 dicembre - l’apertura, a Milano, del Wrapped Park: lo spazio, ospitato da Torneria Tortona, in via Tortona 32, sarà accessibile gratuitamente (previa registrazione a <a href="https://eventospecialespotify.splashthat.com/" target="_blank">questo link</a>) tra le 16,30 e le 23.

“L’evento è un omaggio agli amanti della musica di tutta Italia e rafforza ulteriormente il legame tra fan e artisti, celebrando un anno di ascolti e scoperte tramite Spotify”, ha spiegato l’azienda, in una nota: “Al Wrapped Park, gli artisti che hanno reso memorabile il 2025 per tantissime persone, sono celebrati con giostre a tema che introducono i visitatori all’interno del loro immaginario, tra luci, suoni e installazioni interattive. Easter egg e photo opportunity distribuite lungo il percorso e spazi dedicati a snack e bevande completano il viaggio, trasformando la musica in un’esperienza immersiva da condividere con gli amici e gli altri fan”.

Tra le installazioni principali sono presenti il Carosello delle Baddie dedicato ad ANNA, il Bowling di Sfera Ebbasta &amp; Shiva, il Ring di Olly, i Tarocchi di Lucio Corsi, la Cabina Telefonica di Gaia, il Toro Meccanico di Lazza, la Pesca dei Pinguini Tattici Nucleari, Il tiro al bersaglio di Alfa e il photo booth tema fuorilegge di Rose Villain.

Spotify, arriva a Milano il Wrapped Park

Per ‘celebrare, dal vivo, la musica più ascoltata del 2025’

Live Nation ha annunciato una partnership pluriennale con la società produttrice di bevande analcoliche Hiyo Social Tonics: l’operazione - ha spiegato la multinazionale - prevede anche l’ingresso dell’azienda guidata da Michael Rapino nel capitale azionario di Hiyo.

“Oggi i consumatori cercano nuove opzioni per quanto riguarda il modo in cui connettersi, divertisi e socializzare, e la partnership con Live Nation ci pone al centro di questo cambiamento", ha dichiarato Evan Quinn, CEO di Hiyo: "E’ un'opportunità straordinaria per portare i nostri tonici sociali e di benessere in alcuni dei locali musicali più iconici del Paese, raggiungendo milioni di fan nei momenti che li fanno sentire più connessi".

"I fan si divertono in modi diversi durante un concerto: a volte con una bevanda alcolica, a volte con alternative analcoliche, e spesso con un mix di entrambe", ha aggiunto Tom Allison, Senior Vice President of New Ventures di Live Nation: "Mentre i gusti dei fan continuano a evolversi, Hiyo si adatta naturalmente a ciò che desiderano in futuro. Siamo entusiasti di portare il marchio nei nostri locali e di contribuire a sostenere la loro prossima fase di crescita".

Live Nation investe nei soft drink

L’azienda annuncia una partnership con Hiyo Social Tonics

Per celebrare il cinquantesimo anniversario di “Wish You Were Here”, uno degli episodi più celebri del catalogo dei Pink Floyd, Sony Music Italy aprirà un pop-up store dedicato in via Ripa di Porta Ticinese 47, a Milano, tra i prossimi 12 e 14 dicembre. Presso lo store - definito come occasione per “immergersi nel mondo della band” - sarà disponibile, tra gli altri articoli, anche un’esclusiva edizione limitata in vinile bianco di “Wish You Were Here”.

In anteprima, come apertura straordinaria, già giovedì 11 dicembre dalle ore 20.30 sarà possibile acquistare nello store tutte le nuove edizioni di “Wish You Were Here 50”: 3LP, 1LP, 2CD, Blu-ray e cofanetto deluxe.&nbsp;Per ogni acquisto ci sarà in omaggio una shopper brandizzata.

L’allestimento del pop-up store segue <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-755410/milano-music-week-pink-floyd-wish-you-were-here-ristampa-stash">l’iniziativa attuata dall’etichetta - in collaborazione con Rockol - in occasione della scorsa Milano Music Week</a>, che ha avuto per protagonisti Luca Fantacone, Director Catalogue di Sony Music Italy, Nino Gatti, storico e archivista dei Pink Floyd, e Stash, voce e leader dei The Kolors, che ha regalato al pubblico intervenuto una versione acustica della title track dell’album.

Pink Floyd, a Milano un pop up store per ‘Wish You Were Here 50’

In via Ripa di Porta Ticinese 47, a Milano, tra il 12 e il 14 dicembre

Tra i molti risvolti negativi della Brexit c'è anche quello che riguarda i tour pan-europei, che sono diventati molto più difficili sia per chi dall'Unione Europea vorrebbe suonare in Gran Bretagna, sia per chi dalla Gran Bretagna vuole andare a suonare nel resto d'Europa. Per contrastare il dilagare di burocrazia e altri impedimenti logistici, diverse organizzazioni, enti e artisti hanno dato vita a una nuova realtà, la Cultural Exchange Coalition: al momento hanno aderito più di 50 aziende da ambo i fronti del confine UE, tra cui&nbsp;il Contemporary Visual Arts Network, l'European Music Exporters Exchange, la European Music Managers Alliance, la Independent Society of Musicians e molti altri.

"Gli attuali accordi post-Brexit non aiutano&nbsp;gli artisti, il pubblico e le venue, danneggiano i margini di crescita e gli introiti e sminuiscono l'importanza vitale di un sano scambio culturale" dichiara il comunicato della CEC, che nasce anche in risposta al primo summit congiunto UK-EU, che si è svolto nel 2025 ed è culminato in una dichiarazione congiunta in cui i vari Paesi coinvolti si impegnavano a&nbsp;"promuovere gli scambi culturali", senza però una precisa strategia su come farlo. L'ambizione è proprio quella di spingere la politica a prendere sul serio l'impegno in questione.

Live, UK e UE si alleano: nasce la Cultural Exchange Coalition

L'associazione chiede di snellire la burocrazia per i tour pan-europei, in sofferenza dopo la Brexit

E' un garbuglio legale che prima o poi doveva verificarsi, visto l'andamento rapido con cui si evolve l'intelligenza artificiale generativa in ambito musicale. E a quanto pare il primato nell'intraprendere questo tipo di azione&nbsp;spetta a FAMM, l'etichetta di Jorja Smith, superstar del contemporary R&amp;B inglese, che si è rivolta agli avvocati per ottenere una fetta delle royalties del brano "I Run", una hit EDM diventata virale su TikTok&nbsp;nelle ultime settimane.

La canzone in questione porta la firma di Haven, un produttore indipendente, che però ha dichiarato fin dall'inizio che si è avvalso di Suno per generarne la linea vocale. Sostiene di avere addestrato l'intelligenza artificiale attraverso "diversi campioni di&nbsp;voci soul", ma l'etichetta di Jorja Smith è fermamente convinta che abbia utilizzato nello specifico il&nbsp;repertorio della loro artista, "utilizzando perfino il nome di Jorja (senza permesso) per suggerire al pubblico che fosse proprio lei a cantare", recita una nota di FAMM, che accusa il produttore anche&nbsp;di avere utilizzato varie strategie di distribuzione per evitare un takedown della traccia, effettivamente rimossa dalle piattaforme dopo avere ottenuto un notevole successo (basti pensare che settimana scorsa era nella top 40 inglese). Il fatto che si trattasse di una precisa strategia, secondo l'etichetta, sarebbe anche dimostrato dal fatto che dopo che "I Run"&nbsp;è diventata virale, Haven ha contattato FAMM perché avrebbe voluto che la vera Jorja Smith partecipasse a un remix del brano.

Nel frattempo la traccia è stata incisa nuovamente con la voce di una nuova cantante,&nbsp;Kaitlin Aragon, stavolta umana, ed è proprio questa seconda versione che sta scalando le classifiche.&nbsp;FAMM continua però a sostenere che non sarebbe mai stata un successo se non fosse stato per la somiglianza della&nbsp;prima versione&nbsp;con la voce e lo stile di Jorja Smith, di cui Haven avrebbe tratto "indebito vantaggio". Proprio per questo è più determinata che mai a chiedere una fetta delle royalties generata dalla canzone, anche nella sua nuova versione: "A titolo dimostrativo, le redistribuiremo tra tutti gli autori che hanno contribuito a costruire il catalogo di Jorja Smith" prosegue il comunicato della label. "Ci troviamo&nbsp;in un territorio inesplorato: l'AI sta già impattando sul nostro modo di consumare musica. Dobbiamo parlare di ciò che implica per i creativi".

Training AI e royalties: scoppia il caso Jorja Smith vs Haven

La voce di Smith sarebbe stata utilizzata come modello per il brano AI 'I Run', diventato virale

Era stato preventivato che a partire da maggio 2026, una volta terminate le Olimpiadi invernali e le Paralimpiadi, la nuovissima Arena Milano sarebbe entrata in funzione anche per i concerti. Come da tabella di marcia, quindi, è stato finalmente annunciato il primo evento musicale della venue, ovvero&nbsp;“LA PRIMA NOTTE - Music Opening Ceremony” di Luciano Ligabue,&nbsp;in programma il 6 maggio 2026: "Non una data qualsiasi, ma uno show unico per ascoltare i grandi classici e le hit più recenti, con una resa sonora e visiva mai sperimentata prima", recita il comunicato. 

Come è noto, infatti, Arena Milano presenta caratteristiche uniche per l'Italia, come una acustica e una visibilità&nbsp;di nuova generazione,&nbsp;svariati&nbsp;servizi premium e una nuova concezione&nbsp;dell’offerta food &amp; beverage, con postazioni self-service interattive e&nbsp;ristoranti gourmet. Anche dal punto di vista del ticketing introduce delle novità:&nbsp;il pubblico potrà infatti scegliere non solo i biglietti tradizionali, ma anche soluzioni premium che offrono posti a sedere a ridosso del palco, un ingresso dedicato per rendere l’arrivo più fluido e l’accesso a servizi di bar esclusivi per tutta la serata, oltre a suite private, lounge dedicate, skybox e il Premium Club per un'esperienza ancora più di lusso.

“Aprire il nostro palco con Ligabue è una dichiarazione d’intenti” dichiara&nbsp;Luca Martinazzoli, managing director di Arena Milano. “La sua energia e il suo impatto culturale rappresentano alla perfezione ciò che vuole essere: momenti straordinari, identità forti e live entertainment di livello internazionale. Questa première mostrerà tutto il potenziale della venue e la collocherà in modo definitivo sulla mappa come nuovo punto di riferimento per il live entertainment in Europa”.

Arena Milano, annunciato il primo concerto per il 6 maggio 2026

Sarà Ligabue ad aprire le danze a Santa Giulia con il suo "La prima notte - Music Opening Ceremony"

Il festival benefico Aperyshow, nel 2026, si terrà&nbsp;dal 24 al 26 aprile e dal 30 aprile al 3 maggio 2026 presso l’ex Dogana di Treviso: ad annunciarlo sono stati gli organizzatori della manifestazione.

“Aperyshow di quest’anno ha radunato oltre 300 artisti - tra deejay, cantanti, gruppi live e performer – un pubblico di 170mila persone e <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-754023/aperyshow-2025-donati-oltre-150mila-euro-in-beneficenza">devoluto 151.500 euro in beneficienza</a>: numeri che ne certificano la costante crescita e che richiedono spazi sempre più grandi", ha&nbsp;spiegato Riccardo Checchin, event manager di Aperyshow:&nbsp;"Adesso si apre una nuova fase del nostro festival e siamo entusiasti di poter annunciare la nostra nuova casa, l’ex Dogana di Treviso. In questo momento ci preme innanzitutto ringraziare le Amministrazioni e gli enti pubblici che in questi anni ci hanno accompagnato passo dopo passo, in particolare la Regione Veneto ed il Comune di Treviso nella persona del sindaco Mario Conte per aver accolto Aperyshow 2026 in un’area funzionale ai grandi eventi di oltre 50mila metri quadrati, con la possibilità di due stage musicali. Proseguiamo così la nostra missione di unire le persone grazie alla forza della musica, con progetti e iniziative a sostegno del mondo della disabilità, della ricerca oncologica e dell’inclusione sociale”.

“Siamo davvero felici di accogliere Aperyshow Charity Event a Treviso, in una location speciale come l’ex Dogana. È un appuntamento che anche in altre città ha avuto un grande successo e il fatto che oggi approdi qui conferma quanto la nostra Città sia una meta di forte richiamo, capace di attrarre eventi, persone ed energie nuove", ha fatto sapere&nbsp;il Sindaco di Treviso Mario Conte:&nbsp;"Questa manifestazione porta musica, divertimento, voglia di stare insieme e soprattutto un grande messaggio di solidarietà. Per noi è un’occasione per dare ulteriore dinamismo al nostro contesto e creare momenti in cui la comunità possa ritrovarsi e vivere emozioni positive. Ringrazio gli organizzatori per aver dimostrato fin da subito grande interesse nei confronti di Treviso, una città che ha voglia di musica e di grandi eventi”.

Aperyshow, nel 2026 il ritorno all'ex Dogana di Treviso

'Si apre una nuova fase del nostro festival'

La catena di abbigliamento americana Pacific Sunwear of California, anche conosciuta come PacSun e controllata dal fondo di private equity Golden Gate Capital, è stata citata in giudizio da Warner Music Group con l’accusa di violazione di copyright: la major si è rivolta al tribunale per ottenere un risarcimento pari a 43 milioni di dollari per l’utilizzo improprio di 290 brani presenti nel proprio catalogo, per i quali è stato chiesto un indennizzo pari a 150mila dollari l’uno.

Secondo lo staff legale di WMG PacSum avrebbe utilizzato canzoni appartenenti ai cataloghi del gruppo firmate da artisti come Dua Lipa, Bruno Mars, Lizzo, Cardi B e Ariana Grande per la realizzazione di video promozionali pubblicati su TikTok e Instagram. La sonorizzazione di contenuti prodotti dagli utenti con musiche depositate non è di per sé proibito: entrambe le piattaforme social, infatti, sono in possesso di licenze che autorizzano lo sfruttamento dei cataloghi dei principali player discografici, sia major che indipendenti. Tuttavia i regolamenti di entrambe le piattaforme specificano come l’utilizzo commerciale di musica non rientri tra quelli autorizzati da propri accordi di licenza: la tesi dei legali di WMG è che lo sfruttamento attuato da PacSum possa essere considerato una vera e propria sincronizzazione, operazione che - come è noto - richiede una licenza diretta concessa dall’avente diritto. "La stessa PacSun ha riconosciuto di guadagnare centinaia di milioni di dollari all'anno, di cui 797,8 milioni di dollari nel 2023 e oltre 900 milioni di dollari nel 2022", ha specificato la major - riferisce MBW - nella denuncia depositata presso un tribunale della California: “Gli imputati hanno avuto un enorme successo nell'utilizzare questa strategia di marketing, ottenendo milioni di follower sulle piattaforme dei social media e, di conseguenza, guadagnando centinaia di milioni di dollari di entrate annuali. Tuttavia, gli imputati hanno ottenuto tale successo attraverso la loro palese, volontaria e ripetuta violazione del copyright”.

I precedenti legali, apparentemente, deporrebbero a favore della major: nel 2022 Universal Music e Sony Music avevano avuto la meglio, in una causa analoga, sulla società produttrice di energy drink Bang Energy. Tuttavia diverse cause incentrate sullo stesso tema - l’utilizzo commerciale di brani depositati sui social network - non sono ancora arrivate a sentenza: tra le altre, ci sono quella di Universal Music contro la catena di ristoranti tex-mex Chili’s e quella della stessa <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-751469/warner-music-maxi-causa-a-crumbl">Warner Music contro l’azienda dolciaria Crumbl</a>, intentata lo scorso aprile.

Warner Music, una causa a PacSum

Con l’accusa di violazione di copyright per una serie di post su Instagram e TikTok

La piattaforma di ticketing “fai da te” Eventbrite sarà acquisita dalla società tecnologica con quartier generale a Milano Bending Spoons: l’operazione, che deve ancora passare al vaglio sia dell’autorità regolatoria americana che degli azionisti di Eventbrite, vedrà la società italiana impegnarsi per circa 500 milioni di dollari. L’operazione dovrebbe essere finalizzata entro la prima metà del prossimo anno.

"Come fan di lunga data abbiamo identificato alcune opportunità che siamo entusiasti di esplorare con il team di Eventbrite, dopo la conclusione della transazione”, ha dichiarato il co-fondatore e CEO di Bending Spoons Luca Ferrari: “Tra queste, la creazione di una funzionalità di messaggistica dedicata, l'introduzione dell'intelligenza artificiale per una più semplice creazione di eventi, il miglioramento della ricercabilità e la creazione di un sistema per il mercato secondario dei biglietti. Ci impegniamo a investire in Eventbrite a lungo termine e speriamo di riuscire ad aiutarla a raggiungere nuovi traguardi”.

"Dopo ogni acquisizione solitamente investiamo in un ambizioso sforzo per rinnovare la tecnologia, riprogettare l'interfaccia utente, accelerare il rilascio di nuove funzionalità, ottimizzare il marketing e la monetizzazione e riprogettare l'organizzazione per migliorare le prestazioni a lungo termine", ha fatto sapere Eventbrite, in una nota, alla quale ha fatto eco Julia Hartz, co-fondatrice e CEO della piattaforma: “Guardando al futuro, sono motivata dalla velocità, dalle risorse e dalla forza innovativa di Bending Spoons per spingere Eventbrite verso il suo prossimo capitolo”.

Eventbrite è la prima azienda musicale a entrare nella galassia di Bending Spoons, che già controlla società come WeTransfer, MeetUp, Brightcove, Evernote e StreamYard.

Bending Spoons acquisirà Eventbrite

La società milanese verso un accordo da 500 milioni di dollari

Nel terzo trimestre 2025 DEAG, società di live promoting tedesca che in Italia controlla MC2 Live, ha visto il proprio fatturato crescere del 39,9% su base annua, toccando quota 12,2 milioni di euro: il margine operativo lordo della società è aumentato - riferisce la stessa azienda - in modo “sproporzionato”, passato dai 2,2 milioni di euro registrati tra i mesi di luglio e settembre 2024 ai 12,2 del terzo trimestre di quest'anno.

Allargando il quadro ai primi nove mesi del 2025, DEAG ha visto le proprie entrate aumentare del 27,7% su base annua, a quota 322,8 milioni di euro, con EBITDA più triplicato rispetto alle stesso periodo dell’anno precedente a quota 18,8 milioni di euro. “Questo significa una buona certezza di pianificazione e visibilità per lo sviluppo aziendale nell'ultimo trimestre del 2025 e per il 2026”, ha fatto sapere, in una nota, la società. In base ai risultati iscritti nel proprio bilancio quest’anno, DEAG si aspetta di chiudere l’anno con una performance finanziaria sopra le aspettative, con un EBITDA destinato a migliorare “in modo significativo”.

"Abbiamo registrato performance molto positive nei primi tre trimestri e ora abbiamo notevolmente alzato le nostre previsioni per il 2025”, ha fatto sapere Detlef Kornett, CEO del Gruppo DEAG: “La domanda di biglietti rimane elevata e ci affidiamo sempre più alle nostre piattaforme. Con una solida struttura finanziaria e un portafoglio eventi interessante e diversificato, siamo in una posizione eccellente per proseguire il nostro percorso di crescita nell'ultimo trimestre e negli anni a venire".

DEAG, nel Q3 2025 ricavi su del 39,9%

A quota 167,4 milioni di euro, con EBITDA quintuplicato a 12,2 milioni di euro

Warner Music Group ha confermato di aver rinnovato il contratto al proprio CEO Robert Kyncl. Il dirigente, da tre anni alla guida del gruppo controllato da Access Industries, ha guadagnato circa 19 milioni all’anno: gli adeguamenti previsti dal nuovo accordo con la multinazionale prevedono un'opzione azionaria una tantum da 10 milioni di dollari da erogare in tre tranche di pari entità nel corso di tutta la durata del nuovo accordo - 7 anni - e legate alle prestazioni dei titoli legati all’azienda.

Tra le altre novità introdotte dal nuovo contratto c’è anche un corrispettivo in quote azionarie basate sulle performance di mercato con valore obiettivo pari a 5 milioni di dollari l’una, il primo dei quali dovrebbe essere erogato a gennaio 2026: secondo l’accordo i premi "matureranno nel terzo anniversario della data di concessione”, a condizione che Kyncl continui a essere operativo nell’organico dell’azienda, mentre il numero preciso di azioni guadagnate dipenderà "dal raggiungimento di obiettivi finanziari e a lungo termine” che saranno stabiliti dalla stessa WMG. Nel caso di abbandono del proprio ruolo da parte di Kyncl o di suo licenziamento per giusta causa, l’azienda sarà tenuta a corrispondergli un anno di stipendio (in contanti o sotto forma di obbligazioni), un anno di assicurazione sanitaria e “un bonus annuale pro-rata per l'anno di cessazione del rapporto”.

Secondo la federazione sindacale americana AFL-CIO il trattamento economico accordato da Warner Music a Kyncl è di 257 volte superiore allo stipendio medio erogato ai propri dipendenti negli Stati Uniti.