<p style="text-align:left"> </p> <p style="text-align:left"><span><span><span><span>E’ probabile che, 30 anni fa oggi, solo pochissimi tra voi </span></span></span><span><span><span>si stessero connettendo a Internet con un modem analogico a 14,4k. E, anche se sarei </span></span></span><span><span><span>felice di essere smentito, sono certo che nessuno lo stesse facendo per collegarsi </span></span></span><span><span><span>al primo sito musicale italiano. Lo lanciammo, il 2 giugno 1995, per raccontare la musica in tempo reale, con una s</span></span></span><span><span><span><span>emplice e ambiziosa </span></span></span></span><span><span><span>visione: fare il primo magazine digitale specializzato, che avesse il ritmo di un’agenzia ma che fosse dedicato agli appassionati anziché agli addetti ai lavori.</span></span></span></span></p> <p style="text-align:left"><span><span><span><span>Quella mattina molti rappresentanti dei media accorsero alla presentazione che si teneva a Milano, in un locale sotto la Torre Velasca che non c’è più. Proprio mentre la mia splendida metà mi sosteneva facendo onore al buffet e dando l’esempio agli astanti che sembravano entusiasti di seguirlo, io cominciavo a capire il vero significato di “pioniere”. Quella mattina, infatti, credevo di sapere quale fosse il problema da risolvere: ossia, raccontare ai colleghi giornalisti il senso e il meccanismo di questa nuova testata musicale chiamata “Rock Online” che non avremmo mai stampato, perché non era proprio un giornale ma una cosa chiamata “sito”; inoltre - sempre più difficile - non si sarebbe pagato per leggerla, nè era previsto che uscisse in forma di edizioni quotidiane, settimanali, o mensili. “Ma in che senso gratis e in tempo reale?!?”. Una questione parecchio complessa, se mi credete. Eppure mi accorsi subito che quello era un ostacolo meno che collaterale in confronto a quello, imprevisto, che mi si parò subito davanti: spiegare bene cosa fosse esattamente “questa Internet”. Fu così, quindi, che quella mattina capii intimamente anche il vero significato di “evangelizzatore”. Quanto a quello di “editore”, dovetti imparare a rivisitarlo profondamente e </span></span></span><span><span><span><span>da quel momento in poi non ricordo un giorno, una settimana, un mese o un anno simile all’altro. </span></span></span></span></span></p> <p style="text-align:left"><span><span><span><span><span>La routine: mai pervenuta. La parola chiave: trasformazione. La velocità: turbo.</span></span></span></span></span></p> <p style="text-align:left"><span><span><span><span><span><span>eCommerce e portali, MP3 e Napster, iPod e smart phone, social media e podcast, MySpace e Facebook, app e algoritmi, YouTube e Spotify, lockdown e TikTok, creator economy e intelligenza artificiale generativa. </span></span></span></span></span></span></p> <p style="text-align:left"><span><span><span><span><span><span>Con Rockol sempre sul pezzo, a raccontare ogni svolta e ogni falsa partenza della scena e dell’industria musicale. Attenti ad adattare costantemente la nostra “visione” ad un contesto fluido e frenetico. In mezzo a tante onde da schivare e da cavalcare siamo diventati campioni di surf. </span></span></span></span></span></span></p> <p style="text-align:left"><span><span><span><span>Nati per andare oltre i media tradizionali, ai quali oggi invece apparteniamo, abbiamo fatto i conti con un cuore giornalistico che pulsava al ritmo dell’attualità per mostrare la propria attitudine a informare ed abbiamo gestito, nel frattempo, quella giusta ambizione che suggeriva di esercitare anche la “nobile” funzione della critica, per analizzare, valutare, orientare, formare il gusto. </span></span></span></span></p> <p style="text-align:left"><span><span><span><span><span>Informazione e critica al servizio del lettore. Certo che sì. Tuttavia, oggi so che un magazine musicale è soprattutto un’altra cosa: è una lente e un amplificatore del <strong>talento</strong>. </span></span></span></span></span></p> <p style="text-align:left"><span><span><span><span><span>Lo scopre, lo promuove, ne fa curatela scegliendo cosa mostrare e a chi dare voce, informando e criticando, pure coltivando il dubbio. Cerca un equilibrio sottile. Quell’equilibrio in cui si gioca la credibilità e il futuro dei media musicali che, da quando la musica viaggia veloce, algoritmica, invisibile, sono chiamati a una sfida che si è acuita parecchio, ed è diversa da prima.</span></span></span></span></span></p> <p style="text-align:left"><span><span><span><span><span>Quella ingenua startup, più che come una casa editrice, dovette immediatamente strutturarsi come una piattaforma. Quella spontanea innovazione di 30 anni fa presto dovette svestire i panni della <em>semplice</em> testata musicale per diventare media company. Ma ciò che conta veramente è che quel gigantesco contenitore di articoli, video e dati col tempo è diventato una <strong>voce.</strong></span></span></span></span></span></p> <p style="text-align:left"><span><span><span><span><span><span>E’ abbastanza facile essere virali, mentre “esserci” è piuttosto complicato: è diverso e pure un po’ eroico. </span></span></span></span><span><span><span>“Medium” è altra cosa da “megafono”: si filtra, si traduce, si seleziona - un esercizio in cui credo che la squadra di Rockol eccella. Continuando ad allenarsi nella propria competenza, indipendenza, personalità, passione e visione, sono fiducioso che possa continuare a rimanere un punto di riferimento ed emergere dal rumore di fondo di questi e dei prossimi anni.</span></span></span></span></span></p> <p style="text-align:left"><span><span><span><span><span>Ma tornando al talento. </span></span></span></span></span></p> <p style="text-align:left"><span><span><span><span><span>Il talento, che rende la musica una forma di intrattenimento nel ‘qui e ora’, nel lungo periodo sa trasformarla in specchio, sintomo e a volte motore della società in cui nasce. Per prendere nota che i generi musicali nascono da contesti sociali concreti<strong> </strong>- il blues era un grido di dolore contro la segregazione, il rock esprimeva la ribellione, il punk nacque in mezzo a una grave crisi economica, il reggae dalla diaspora e dal colonialismo, l’urban racconta il disagio delle periferie - non occorre essere fini sociologhi. Però occorre tenerlo ben presente. Solo così si evita di cedere alla tentazione della superficialità e della censura. E serve anche ricordare come le trasformazioni nei linguaggi musicali, nei formati di fruizione e nei ruoli sociali degli artisti riflettono mutamenti più ampi: nei consumi, nei rapporti generazionali, nel valore attribuito alla creatività. </span></span></span></span></span></p> <p style="text-align:left"><span><span><span><span>In questa industria in senso lato, e nel nostro mestiere in particolare, non ci occupiamo di salvare vite umane, anzi: siamo molto fortunati a lavorare con il talento e ad alimentarcene per provare a esprimere il nostro, se ne abbiamo. Ma facendo bene il nostro pezzettino – restando molto concentrati sul nostro pezzettino - possiamo documentare l’evoluzione culturale del nostro tempo, </span></span></span><span><span><span>f</span></span></span><span><span><span>avorire il dialogo tra mondi diversi, fare da ponte tra cultura popolare e cultura alta, tra industria e attivismo, tra arte e pubblico.</span></span></span></span></p> <p style="text-align:left"><span><span><span><span><span>Il nostro pezzettino, se siete fan della musica, potrete apprezzarlo da adesso restando sintonizzati su </span></span></span><span><span><span><u><a href="http://www.rockol.it/trenta">questa pagina</a></u></span></span></span><span><span><span>, dove troverete pubblicati in successione per diverse settimane molti contributi dedicati alla musica suonata, raccontata e spiegata nell’intervallo 1995-2025.</span></span></span></span></span></p> <p style="text-align:left"><span><span><span><span><span>Non immaginavo che </span></span></span><span><span><span><span>Rockol potesse essere </span></span></span></span><span><span><span>più longevo di molte delle sue band preferite, e oggi </span></span></span><span><span><span><span>stappa una bottiglia pregiata per festeggiare trent’anni</span></span></span></span><span><span><span> portati come chi ha fatto nottata dopo un grande concerto e, soprattutto, per celebrare la sua gente, la sua squadra, le sue lettrici e i suoi lettori.</span></span></span></span></span></p> <p style="text-align:left"><span><span><span><span><span>E io faccio un po’ di rumore per Rockol. </span></span></span></span></span></p> <p style="text-align:left"><span><span><span><span><span>Grazie, sinceramente, a chi c’era, a chi c’è, a chi ci sarà. A chi ci segue, ci sostiene, ci critica, ci corregge. E, soprattutto, a chi fa musica: senza, ovviamente, non saremmo mica qui. </span></span></span></span></span></p> <p style="text-align:left"><span><span><span><span><span>Buon compleanno, Rockol.</span></span></span></span></span></p> <p style="text-align:left"> </p>