I Five Finger Death Punch hanno ri-registrato diversi brani del proprio repertorio per la pubblicazione del best of “Best Of – Volume 1”, uscito lo scorso 18 giugno per celebrare i vent’anni di attività della band di Las Vegas. Come spiegato la gruppo sul proprio sito ufficiale, la decisione è stata presa per contestare la cessione dei master da parte della loro vecchia etichetta, la Prospect Park, dei loro primi sette album - da “The Way of the Fist” del 2007 a “And Justice for None” del 2018: il catalogo, ceduto a Spirit Music Group, era partecipato al 50% dal gruppo, che - tuttavia - non aveva la possibilità di rivendicarne la gestione.

"Non eravamo a conoscenza dell'accordo: è stato tenuto completamente segreto, e questa è la parte fastidiosa della faccenda", ha dichiarato al Los Angeles Times il chitarrista e leader della band Zoltan Bathory: "Avrei voluto che ce ne avessero parlato, perché avremmo potuto concludere l'affare insieme, o forse avremmo rilevato la loro parte. Non abbiamo nemmeno potuto scegliere. L'abbiamo saputo da qualcun altro". 
 
La vicenda ricorda - pur con altre proporzioni - quella di Taylor Swift, che - <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-752264/taylor-swift-master-annuncio-popstar-acquisizione-fine-battaglia">prima di tornare in possesso del proprio catalogo</a> - inaugurò la serie di uscite “Taylor’s version” in polemica con Scooter Braun, che nel 2019 - con l’acquisizione dell’etichetta Big Machine Music - riuscì a entrare in possesso dei master dei primi sei dischi pubblicati dall’artista.&nbsp;

"Quando è successo, ci siamo chiesti subito: 'Beh, è successo anche a Taylor e lei cosa ha fatto?'", ha aggiunto Bathory: "L'ha testato sul campo. Ed è una grande artista. Ora tocca a noi'".

I contrasti tra i Five Finger Death Punch e il fondatore di Prospect Park Jeff Kwatinetz non sono una novità: nel 2016 la label intentò una causa al gruppo accusandolo di violazione di contratto - per il passaggio alla label Better Noise Music, che ha pubblicato i due album più recenti del gruppo, “F8” del 2020 e “AfterLife” del 2022. La band rispose al fuoco con una controquerela: la vertenza venne appiana in via stragiudiziale nel 2017.

"La cosa più assurda è che vedo i fan di Taylor Swift sui nostri social media fare il tifo per noi”, ha spiegato Bathory: “E’ la cosa più bizzarra. Noi e lei siamo così lontani l'uno dall'altra, nello stile. Ma sembra che abbiano toccato il tasto giusto. Immagino che chi non capisce o non sia al corrente di come funziona l’industria musicale pensi comunque che casi come questi siano ingiustizie".

Five Finger Death Punch

Il Marketing dei Cataloghi Musicali

Taylor Swift

Rockol.it Logo

Rockol.com S.R.L.

Cataloghi: i Five Finger Death Punch come Taylor Swift

Industria

La band ha ri-registrato diversi brani di repertorio in polemica con la propria vecchia label

Il governo ungherese ha negato il visto di ingresso nel paese ai Kneecap, band irlandese inclusa nel cartellone dell’edizione 2025 dello Sziget Festival di Budapest, previsto tra i prossimo 6 e 11 agosto. A renderlo noto sono stati gli organizzatori della manifestazione per mezzo di una nota pubblicata sui propri canali social ufficiali oggi, giovedì 24 luglio.

“Alle 11.00 di oggi siamo stati informati ufficialmente dal governo ungherese che ai Kneecap è stato negato l’ingresso nel paese per evitare che si esibiscano allo Sziget Festival il prossimo 11 agosto”, si legge nel comunicato diffuso: “Crediamo che questo provvedimento, mai preso prima nei nostri confronti, sia inutile e deplorevole”.

“Dopo le preoccupazioni sollevate nelle ultime settimane tanto dal governo quanto da diversi gruppi di pressione in tutta l’Ungheria riguardo la performance dei Kneecap, abbiamo collaborato a stretto contatto con la band, ricevendo rassicurazioni in merito al loro set, durante il quale non sarebbero stati violati né i valori del nostro festival né le leggi ungheresi. La nostra manifestazione condanna l’hate speech, e allo stesso tempo garantisce il fondamentale diritto alla libertà artistica di ogni artisti. La cancel culture o il boicottaggio culturale non sono la soluzione. Negli ultimi trent’anni, lo Sziget ha rappresentato uno spazio libero e sicuro per tutte le culture, guadagnando una significativa attenzione a livello internazionale e rafforzando la reputazione dell’Ungheria”.

“Abbiamo paura che la decisione annunciata oggi dal governo di bandire i Kneecap vada a discapito non solo dello Sziget, ma anche dello standing internazionale dell’Ungheria stessa”, prosegue la nota: “Lo Sziget Festival continuerà a fare quanto in suo potere per restare, in tutti i sensi, l’isola della libertà”.

Quella annunciata oggi rappresenta la prima ingerenza, da parte delle autorità di Budapest, nei confronti della manifestazione, che da sempre ha ospitato artisti da ogni parte di mondo, senza preclusioni di natura politica, sociale, culturale o di orientamento.&nbsp;In <a href="https://x.com/zoltanspox/status/1948289100743671904" target="_blank">un messaggio</a> postato sui propri canali social ufficiali, il portavoce dell’esecutivo guidato da Viktor Orbán Zoltán Kovács ha motivato il provvedimento accusando i Kneecap di antisemitismo e incitazione al terrorismo.

A rendere, se possibile, ancora più paradossale la situazione, c’è anche un altro aspetto. Lo Sziget Festival è una delle tante manifestazioni - tra le altre, il Sonar di Barcellona, il Wacken Open Air e il Mysteryland - organizzate da Superstruct, società di live promoting <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-745339/kkr-acquisisce-superstruct-musica-dal-vivo-concerti-festival">acquisita lo scorso anno per 1,3 miliardi di euro dal fondo dal colosso del private equity KKR</a>.

A metà dello scorso maggio <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-751946/boicottaggio-sonar-cosa-sta-succedendo-kkr-israele-palestina">l’edizione 2025 del Sonar è stata colpita da una campagna di boicottaggio proprio a causa di KKR</a>, accusata da diversi comitati di supporto alla causa palestinese di avere interessi speculativi nell'ambito dell'occupazione israeliana dei territori della Cisgiordania: in segno di dissenso nei confronti della condotta del gigante finanziario band come Animistic Beliefs e La Élite hanno cancellato le loro esibizioni ai festival organizzati da Superstruct - nel caso specifico, rispettivamente il Sonar e il Festival Internacional de Benicàssim, altro evento organizzato da Superstruct. Boiler Room, la piattaforma di live streaming <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-745339/kkr-acquisisce-superstruct-musica-dal-vivo-concerti-festival">che Superstruct ha acquisito la scorsa estate dal DICE</a>, alla fine dello scorso maggio ha diffuso una nota dove accusava i gestori della nuova proprietà di aver “effettuato investimenti che non sono categoricamente in linea” con i propri valori.&nbsp;Nonostante la presa di distanza, artisti come DJ Slugo, DJ Clent, Ikonika, Beatrice M. e Mia Koden, hanno cancellato in segno di protesta le proprie apparizioni a diversi eventi organizzati da Boiler Room.

Non stupisce il bando del governo di Budapest nei confronti dei Kneecap: lo scorso maggio il presidente ungherese Victor Orbán aveva accolto nel paese il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, violando così il mandato d’arresto internazionale nei suoi confronti spiccato nel novembre dello scorso anno dalla Corte Penale Internazionale per crimini di guerra e contro l’umanità a Gaza. Meno scontato, d’altra parte, era che i Kneecap accettassero di esibirsi presso un festival accusato - seppure tramite la sua proprietà -&nbsp;di avere interessi nei territori&nbsp;dove sono in corso le&nbsp;operazioni&nbsp;dell’esercito di Tel Aviv. Le esternazioni riguardanti&nbsp;la situazione in Medio Oriente hanno causato a gruppo più di un problema, <a href="https://www.rockol.it/news-752077/kneecap-mo-chara-accusa-terrorismo-sostegno-hamas-e-hezbollah">come - tra i tanti - un’indagine per terrorismo nei confronti di uno dei due elementi della band, Mo Chara</a>.

Dal canto suo, Superstruct già lo scorso 19 maggio aveva voluto chiarire - per mezzo di una nota ufficiale - la propria posizione riguardo il rapporto con KKR. “Superstruct è stata fondata partendo dal principio che i festival sono una parte essenziale della cultura popolare, e uno dei modi più divertenti e stimolanti per unire le persone”, aveva spiegato l’azienda: “Ognuno ha il diritto di esprimere la propria opinione, ma non siamo una piattaforma politica: siamo solo appassionati di musica e amiamo quello che facciamo. Lo stesso vale per le migliaia di persone che vengono ai nostri festival e per coloro che contano su di noi per il loro reddito: allestitori, costruttori di palchi, artisti, venditori, guardie di sicurezza e tutti coloro che lavorano con noi ogni giorno”.

“Gli ultimi anni, dopo la pandemia, sono stati davvero difficili per tutti noi del nostro settore”, aveva spiegato Superstruct: “Organizzare festival non è mai stato così complesso e i costi per allestire gli spettacoli non sono mai stati così alti. Sappiamo tutti di festival che hanno chiuso i battenti, ma siamo orgogliosi di poter sostenere i nostri festival affinché prosperino e prosperino. Gli investimenti forniscono all'intera industria musicale, non solo ai festival, il supporto necessario per raggiungere gli standard più elevati e la migliore esperienza che i fan e gli artisti giustamente si aspettano”.

“I nostri azionisti sostengono questa missione, sono pienamente in linea con i nostri valori e desiderano contribuire allo sviluppo del nostro settore”, aveva concluso l’azienda: “Senza il loro supporto non saremmo in grado di offrire un portfolio di festival così diversificato. Superstruct è una società gestita in modo indipendente e prende le proprie decisioni in base a ciò che è nel migliore interesse dei nostri fan, artisti e colleghi. Abbiamo sempre cercato di offrire agli artisti la possibilità di esprimersi e condividere la propria creatività con milioni di fan, vecchi e nuovi. Ci preoccupiamo del benessere del nostro staff e non possiamo tollerare individui o gruppi che esercitino pressioni, perseguitino o cerchino di influenzare indebitamente fan, artisti o colleghi”.

Kneecap

Il caso dei Kneecap allo Sziget, tra visti negati e boicottaggi

Il governo nega l'ingresso nel paese alla band pro-Pal, difesa dal festival (nel mirino dei pro-Pal)

Potrebbe avere esito positivo il negoziato&nbsp;- <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-753334/sanremo-tra-rai-e-comune-obiettivo-accordo-entro-fine-luglio">fino a qualche giorno fa ancora apparentemente in alto mare</a> - tra Comune di Sanremo e Rai per l’organizzazione della prossima edizione del Festival della Canzone Italiana. Secondo quanto riferito dall’ADNKronos in un incontro informale tra il sindaco della cittadina ligure Alessandro Mager (accompagnato dall’assessore al Turismo Alessandro Sindoni) e i vertici del servizio pubblico si sarebbero compiuti sostanziali passi avanti - in un clima “disteso e costruttivo” - verso un accordo tra le parti.

La scadenza fissata per chiudere un accordo è stata fissata entro il prossimo 30 luglio, quando si terrà l’ultimo CdA della Rai prima della pausa estiva: da alcuni partecipanti all’incontro - secondo la stampa online ligure - sarebbe trapelato un “moderato ottimismo” circa un possibile esito positivo delle trattative.

Sanremo, segnali di distensione tra Comune e RAI

Secondo fonti di stampa ci sarebbero le premesse per uno sblocco della trattative

Il Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha annunciato l’approvazione in via definitiva delle Linee guida e del Codice di Condotta per gli influencer.

“Le Linee guida mirano a garantire il rispetto delle disposizioni del Testo unico sui servizi di media audiovisivi che gli influencer sono chiamati a rispettare”, specifica l’authority: “Questi professionisti poiché creano, producono e diffondono contenuti audiovisivi hanno la responsabilità editoriale di ciò che pubblicano sulle piattaforme di condivisione video e sui social media”.

“Il Codice di Condotta, redatto con il contributo di rappresentanti del settore, aziende e intermediari dell’influencer marketing, stabilisce criteri di trasparenza, riconoscibilità e responsabilità”, prosegue la nota di AGCom, precisando come le misure approvate siano rivolte a influencer “rilevanti”, ovvero che superino i 500mila follower, o che possano vantare un numero di visualizzazioni medie mensili pari a un milione su almeno una delle piattaforme di social media o di condivisione video utilizzate: tali influencer – oggetto di un elenco ad hoc che sarà pubblicato sul sito dell’Autorità - “dovranno essere chiaramente individuabili e attenersi a regole precise in materia di comunicazioni commerciali, tutela dei diritti fondamentali, protezione dei minori e tutela della proprietà intellettuale”.

L’esecuzione delle misure individuate nel Codice sarà assicurata con sistemi di monitoraggio, verifica del rispetto delle regole e applicazione di sanzioni in caso di violazioni.

“Le nuove regole per gli influencer – ha dichiarato il presidente di Agcom Giacomo Lasorella – sono un’ulteriore conferma dell’impegno dell’Autorità a tutela dei cittadini e del mercato per un mondo digitale sicuro e affidabile”.

Soddisfazione per l’approvazione del testo - soprattutto per quanto riguarda le parti relative al rispetto della proprietà intellettuale - è stata espressa da FIMI - Federazione Industria Musicale Italiana, che aveva preso parte alle consultazioni in fase di elaborazione del codice.

AGCom, approvati Codice Condotta e Linee Guida sugli influencer

'A tutela dei cittadini e del mercato per un mondo digitale sicuro e affidabile'

Lo scorso gennaio il FireAid -&nbsp;mega concerto benefico organizzato in collaborazione con Live Nation,&nbsp;AEG Presents e&nbsp;Los Angeles Clippers, con la partecipazione di Lady Gaga, Billie Eilish, Stevie Wonder, Olivia Rodrigo, Sting e molti altri -&nbsp;aveva raccolto una cifra record per aiutare le vittie dei devastanti incendi nell'area di Los Angeles: ben 100 milioni di dollari. Ora, però, c'è chi si chiede con che criterio siano stati redistribuiti, e soprattutto a chi. Tra gli scettici c'è anche il deputato Kevin Kiley, che ha richiesto ufficialmente un'indagine del Dipartimento di Giustizia americano.

In base alle comunicazioni fatte prima, durante e dopo l'evento, infatti, i&nbsp;fondi raccolti dovevano essere elargiti tramite donazioni dirette, e cioè a tutti coloro che avevano perso tutto a causa degli incendi: proprietari di casa, piccoli imprenditori e via dicendo. A quanto pare circa 75 milioni, sui 100 raccolti, sono già stati spesi, ma non sono arrivati direttamente alle famiglie colpite, che dichiarano di non aver visto un centesimo: sarebbero invece arrivati a organizzazioni no profit che hanno partecipato ad appositi bandi per aggiudicarseli. Non solo: molte di queste organizzazioni non si trovano nell'area di Los Angeles, ma in altre aree della California, a centinaia di chilometri di distanza dalle zone colpite, e spesso non si occupano neppure&nbsp;di tematiche affini.

"Per la sua natura giuridica FireAid non ha la possibilità di fare pagamenti diretti a singoli individui, e non è mai stato questo il programma" ha dichiarato in risposta alle polemiche&nbsp;Chris Wallace, ufficio stampa di FireAid. "Abbiamo lavorato di concerto con no profit fidate e locali. Ogni dollaro è destinato alla comunità, e neanche un dollaro è stato speso in costi amministrativi". Cosa che, si spera, sarà chiarita dall'inchiesta.

FireAid: dubbi sulla destinazione dei fondi raccolti

I proventi del concerto benefico erano destinati alle vittime degli incendi nell'area di L.A.

La Royal Albert Hall apre le danze: tra tutte le venue inglesi con più di 5.000 posti, sarà la prima ad aderire al fondo per la cosiddetta "grassroots live music", ovvero per quei piccoli club indipendenti o underground che faticano a risollevarsi dalla crisi. Lo farà devolvendo alla causa una sterlina per ogni biglietto venduto.

La stima è che questo impegno possa fruttare 300.000 sterline l'anno, da devolversi non solo ai club ma anche ai promoter locali&nbsp;e alle agenzie di booking più piccole. Il LIVE Trust britannico sta da tempo facendo campagna affinché il governo tramuti in legge quello che per ora è un contributo puramente volontario.

Royal Albert Hall: una sterlina per biglietto alle venue indie

Sarà la prima arena a impegnarsi nel fondo per i live club indipendenti e underground

Nel secondo trimestre del 2025 YouTube ha visto i ricavi generati dalla pubblicità crescere su base annua del 13%, toccando quota 9,8 miliardi di dollari: il dato è stato rivelato nel corso di un evento organizzato da Alphabet, la società madre di Google, per comunicare le proprie performance finanziarie trimestrali.

Le entrate ascrivibili ai servizi offerti dalla piattaforma - come, tra gli altri, YouTube Music - sono cresciute dell’11,7% su base annua, andando a contribuire a un bilancio complessivo pari a 11,2 miliardi di dollari”.

"Continuiamo a registrare ottime performance su YouTube, così come sul fronte degli abbonamenti, a dimostrazione del grande slancio che caratterizza queste attività in forte crescita”, ha dichiarato il CEO di Google Sundar Pichai: “Negli Stati Uniti, gli Short ora generano lo stesso fatturato per ora di visualizzazione dell'in-stream tradizionale su YouTube. E in alcuni Paesi, superano persino il tasso dell'in-stream".

“Siamo legati al nostro business pubblicitario, e lo siamo altrettanto al nostro business degli abbonamenti”, ha aggiunto il Chief Business Officer di Google Philipp Schindler: “Gli abbonamenti stanno diventando sempre più importanti per YouTube. Abbiamo registrato una forte crescita nei prodotti in abbonamento YouTube, che includono, per essere chiari, YouTube TV, YouTube Music e Premium. Quindi penso che continueremo attivamente con questa strategia a doppio livello anche in futuro”.

YouTube, nel Q2 2025 ricavi da adv su del 13%

Bene anche i servizi, con ricavi in crescita dell’11,7%

Il dolore per la morte di Ozzy Osbourne, leggenda del rock, padrino dell'heavy metal e personaggio mediatico ineguagliabile, è grande: oltre ai ricordi di amici e colleghi, arriva anche il cordoglio delle case discografiche e degli editori musicali con cui aveva lavorato in passato.

"Siamo profondamente rattristati per la perdita dell'unico e solo Ozzy Osbourne, uno dei più grandi cantanti, songwriter e performer che il rock abbia mai avuto" dichiara&nbsp;Kevin Gore, presidente del dipartimento&nbsp;Global Catalog di&nbsp;Warner Music Group. "Ozzy è stato il vocalist e l'autore dei testi per i primi otto rivoluzionari album dei Black Sabbath, tutti pubblicati in America tramite Warner, e la Rhino ha per molto tempo avuto il privilegio di curare il catalogo della band, enormemente importante. Porgiamo le nostre più sentite condoglianze alla famiglia, agli amici, ai colleghi musicisti e ai suoi milioni di fan in tutto il mondo".

Anche BMG ricorda con affetto il compianto artista: "Il suo contributo alla musica e alla cultura popolare è incommensurabile. Come parte dei Black Sabbath era uno stimato membro del catalogo BMG e delle sue edizioni, e siamo orgogliosi di preservare la sua eredità e quella della band. BMG porge le sue più sentite condoglianze alla famiglia Osbourne".&nbsp;

Ozzy Osbourne, il cordoglio di discografia e publishing

Warner Music Group e BMG ricordano il compianto rocker, scomparso ieri a 76 anni

Come ogni anno, la European Broadcasting Union ha pubblicato il suo tradizionale report sugli andamenti degli ascolti radio, tv e digitali nel vecchio continente. i risultati non dovrebbero sorprendere, anche se potrebbero certamente essere più rosei: , in termini di tempo speso a interagire con il mezzo, infatti, si registra un progressivo declino. Nel 2024, infatti, il tempo di ascolto medio giornaliero è sceso a 2 ore e 14 minuti (13 minuti in meno rispetto a 5 anni fa, 2 minuti in meno rispetto al 2023). Il dato scende a 1 ora e 13 minuti per i giovani (17 minuti in mento rispetto a 5 anni fa, 2 minuti in meno rispetto al 2023).

La (magra) consolazione è che si registrano dati simili anche sul fronte televisivo: il tempo di visione, che aveva avuto un picco durant la pandemia, continua a calare (siamo a 3 ore e 13 minuti settimanali, 18 minuti in meno rispetto a 5 anni fa e 3 minuti in meno rispetto al 2023), specie tra i giovani (1 ora e 13 minuti, 21 minuti in meno rispetto a cinque anni fa e un minuto in più rispetto al 2023). Pare insomma che i mass media tradizionali abbiano ormai fatto il loro tempo.

&nbsp;

EBU, pubblicato il report sui trend degli ascolti radio in Europa

Continua il declino negli ascolti, anche se non si tratta di un calo vertiginoso

Le azioni di Believe non sono più disponibili alle contrattazioni presso la Borsa Euronext di Parigi: è il risultato del completamento del processo di delisting avviato dal fondatore dell’azienda Denis Ladegaillerie, che - alla guida di un consorzio ad hoc creato insieme ai fondi di investimento EQT X e TCV, Upbeat BidCo - ha condotto con successo un’operazione di buyback della società fondata nel 2005.

Grazie all’opzione di squeeze-out permessa dalle leggi francesi, il titolari dell’1,33% del capitale che non avevano accettato l’offerta del consorzio affronteranno ora una liquidazione “forzata” (che l’azienda, in una nota ufficiale, ha definito “imminente”) grazie alla quale incasseranno 17,20 ad azione: una volta terminato anche questo passaggio, Believe tornerà a tutti gli effetti un’azienda privata.

Proprio in quanto azienda privata, la società con quartier generale a Parigi sospenderà qualsiasi tipo di comunicazione finanziaria, a partire dai risultati finanziari del primo semestre 2025, che non saranno diffusi.

Believe, buyout (quasi) completato

Il consorzio guidato da Ladegaillerie si riprende l’azienda: squeeze-out 'imminente'

L’associazione di etichette indipendenti Impala ha accolto con soddisfazione <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-753332/umg-downtown-e-ufficiale-la-commissione-ue-apre-un-indagine">l’avvio - da parte della Commissione Europea - di un’indagine antitrust</a> sulla <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-748886/virgin-music-group-umg-acquisira-downtown-music">proposta di acquisizione da parte di Universal Music Group della società di servizi per artisti ed etichette Downtown Music</a>.

"La decisione della Commissione Europea conferma la gravità di questo caso”, ha dichiarato Helen Smith, Executive Chair di Impala: “Tutti i settori hanno bisogno di grandi aziende forti come leader e tutte le imprese meritano buone opzioni se i fondatori vogliono uscire. Tuttavia, c'è un punto in cui le grandi dimensioni sono troppo grandi per l'ecosistema. Riteniamo che la Commissione Europea abbia ragione a scavare più a fondo e crediamo che bloccare questo accordo sia l'unico modo per salvaguardare la concorrenza e la diversità".

"Questo è un segnale positivo che indica che i rischi posti dal consolidamento del mercato nel settore musicale sono stati compresi”, ha aggiunto il Chair di Impala Dario Draštata: “Gli operatori indipendenti in tutta Europa hanno già risentito dell'impatto della crescente potenza di UMG, con altre acquisizioni <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-747375/universal-music-completata-l-acquisizione-di-pias">come quella di PIAS a ottobre</a>. Ulteriori acquisizioni nazionali in mercati chiave sono già state completate quest'anno e altre sono in cantiere. Bloccare questo accordo sarebbe un passo importante nella giusta direzione".

"Questa indagine rappresenta un momento cruciale per il futuro del panorama musicale europeo”, ha precisato Francesca Trainini, Presidente di Impala e Vicepresidente dell'associazione di etichette indipendenti italiane PMI: “L'intervento della Commissione dimostra che queste preoccupazioni vengono prese sul serio. Il rischio di rafforzare il leader e perdere un grande concorrente è oggi più evidente che mai. I rimedi sarebbero inefficaci nell'attuale mercato musicale. Confidiamo che la Commissione adotti le misure necessarie per tutelare la concorrenza, l'accesso e la diversità nel settore".

Secondo quanto comunicato dalla Commissione Europea ieri, martedì 22 luglio, una decisione riguardo la proposta di acquisizione è attesa entro il prossimo 26 novembre.

Impala, soddisfazione per l’indagine UE su UMG / Downtown

‘La decisione della commissione conferma la gravità di questo caso’

Proseguono, dietro le quinte, le trattative tra Comune di Sanremo e Rai per definire le condizioni di affidamento dell’organizzazione delle prossime tre edizioni - con opzione di rinnovo per altri due anni - del Festival della Canzone Italiana. Secondo quanto riferito dall’ADNKronos il servizio pubblico e il municipio ligure avrebbero come obiettivo la chiusura di un accordo entro la fine del mese in corso, perché - come riferito da una fonte qualificata consultata dall’agenzia - “prima della pausa agostana bisogna aver sciolto la riserva, altrimenti la possibilità di un accordo salta”.

Il negoziato tra le parti è stato definito “teso”. Il punto critico che starebbe tenendo lontane le parti sarebbe la richiesta, da parte del Comune, di ricevere l’1% del gettito pubblicitario generato dalla manifestazione: viale Mazzini non sarebbe disposto a cedere, in questo senso, non solo per ragioni finanziarie, ma anche strategiche - versare la cifra a Palazzo Bellevue implicherebbe rendere pubblici alla concorrenza dati aziendali sensibili.

Nel frattempo, al netto dell’esito delle trattative tra Comune e Rai, resta sullo sfondo le posizioni degli altri stakeholder della manifestazione, industria discografica in primis. Come riferito sempre dall’ADNKronos, il sottosegretario alla Cultura con delega alla Musica Gianmarco Mazzi si è detto pronto ad assecondare i desiderata dei discografici, che da tempo spingono per un cambiamento profondo del Festival.

“Credo che per la prima volta si stia veramente pensando a un altro format", ha dichiarato Mazzi - direttore artistico del Festival nel 2005, nel 2006, nel 2009, nel 2010, nel 2011 e nel 2012 - a margine di un evento celebrativo per gli 80 anni dell’Agis: “Penso che gli eventi abbiano un loro corso storico, anche se le origini non si possono mai dimenticare. Però ci sono tanti modi di festeggiare un'origine, pur dando un'evoluzione ad un evento. Tra l'altro, non rivelo un segreto se dico che la comunità della musica e degli artisti spinge per questo, spinge per arrivare a un evento molto più partecipato, più internazionale, che abbia un'estetica molto più grande e contemporanea. Dico questo da ciò che intuisco e dai segnali che intercetto. Chiaro che Sanremo nell'immaginario resterà sempre Sanremo ma non è detto che non si possa evolvere".

Sanremo: tra Rai e Comune obiettivo accordo entro fine luglio

Ma la trattativa rimane ‘tesa’. E una scadenza che potrebbe fare saltare tutto incombe...

Trovano effettivo riscontro <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-753187/downtown-umg-commissione-europea-aprira-indagine">le indiscrezioni fatte trapelare lo scorso 16 luglio dall’agenzia Reuters</a>: con una nota ufficiale diffusa oggi, martedì 22 luglio, la Commissione Europea ha annunciato l’avvio di “un'indagine approfondita per valutare”, ai sensi delle norme antitrust europee, “la proposta di acquisizione di Downtown da parte di&nbsp; Universal Music Group”.

“La Commissione - si legge nel comunicato ufficiale - nutre dubbi preliminari sul fatto che l'operazione possa consentire a UMG di ridurre la concorrenza nel mercato della distribuzione di musica registrata nello Spazio Economico Europeo acquisendo dati commercialmente sensibili delle etichette discografiche concorrenti. La Commissione nutre inoltre dubbi preliminari sul fatto che l'operazione possa consentire a UMG di ridurre la concorrenza nel mercato della fornitura di servizi per artisti ed etichette nel Spazio Economico Europeo, eliminando un'importante forza concorrenziale. I servizi per artisti ed etichette consistono principalmente in servizi di distribuzione a etichette e artisti terzi, tra cui monetizzazione, marketing e promozione, nonché analisi e gestione dei dati”.

“L'indagine preliminare della Commissione indica che l'operazione potrebbe consentire a UMG di acquisire a monte dati commercialmente sensibili delle etichette discografiche rivali”, spiega la nota di Bruxelles: oltre all’elaborazione di dati commercialmente sensibili di label terze, la major - in caso di via libera all’acquisizione - “avrebbe probabilmente la possibilità e l'incentivo a utilizzare dati commercialmente sensibili di etichette discografiche terze per le proprie attività commerciali, in particolare quelle legate alla musica registrata”. “L'accesso da parte di UMG a tali dati potrebbe danneggiare le etichette discografiche rivali e potrebbe in ultima analisi avere l'effetto di rafforzare ulteriormente UMG, che è già leader nel mercato della distribuzione di musica registrata nello Spazio economico europeo”.

La Commissione avrà ora 90 giorni lavorative per trarre le proprie conclusioni: una decisione è attesa entro il prossimo 26 novembre.

“Acquisendo Downtown, UMG acquisirebbe un importante fornitore di servizi per le etichette discografiche concorrenti di UMG e per gli artisti”, ha commentato il Commissario per l'Economia e la Produttività; Attuazione e Semplificazione Valdis Dombrovskis: “L'avvio di un'indagine approfondita ci consentirà di valutare con maggiore attenzione se questa acquisizione avrà un impatto negativo su artisti, etichette e, in ultima analisi, sui consumatori europei”.

Secondo la Commissione UE la proposta di acquisizione “non ha raggiunto le soglie di fatturato previste dal Regolamento UE sulle concentrazioni”. Tuttavia, come già emerso, l’operazione “è stata notificata per l'autorizzazione al controllo delle concentrazioni in Austria e nei Paesi Bassi, dove ha raggiunto le soglie di notifica nazionali relative al fatturato”. “La stragrande maggioranza delle concentrazioni notificate non pone problemi di concorrenza e viene autorizzata dopo un esame di routine”, conclude la nota.

UMG / Downtown, è ufficiale: la Commissione UE apre un’indagine

Ma ci sono ‘dubbi che l’operazione possa consentire alla major di ridurre la concorrenza’

Alla fine il Tomorrowland, come aveva promesso, ha aperto le sue porte nonostante il devastante incendio che aveva distrutto il main stage appena 48 ore prima dell'inizio del festival. E a 48 ore dalla conclusione del primo weekend di programmazione, si può dire che sia stato un successo: un secondo palco è stato ricostruito a tempo di record e tutti i dj set e live previsti&nbsp;si sono svolti senza problemi, davanti alle 200.000 persone accorse per l'evento.

Ma come è stato possibile recuperare così in fretta? Merito di un aiuto inaspettato, quello dei Metallica, che hanno "prestato" al Tomorrowland parte della struttura del loro palco&nbsp;progettato per il tour mondiale M72, che al momento del rogo era smontato e conservato in un&nbsp;magazzino in Austria. Spediti per via aerea in Belgio nel giro di poche ore, gli elementi in questione hanno permesso che lo spettacolo continuasse senza variazioni sostanziali, anche se su un palco molto più piccolo rispetto all'originale (le dimensioni erano circa un terzo&nbsp;rispetto al main stage andato a fuoco) e con meno effetti speciali (per ragioni di sicurezza i vigili del fuoco&nbsp;hanno vietato l'utilizzo di giochi pirotecnici). Oltre 200 operai&nbsp;specializzati hanno lavorato senza sosta per ricostruire la struttura distrutta a partire dal materiale fornito dai Metallica.

&nbsp;

Dopo l'incendio il Tomorrowland è risorto (grazie ai Metallica)

All'indomani del primo weekend di festival, un primo bilancio dell'edizione segnata dal rogo

Si terrà tra i prossimi 17 e 21 ottobre, come da tradizione tra Miami e Los Angeles, la diciannovesima edizione di Hit Week, il festival della musica italiana nel mondo finanziato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e realizzato da ITA - Italian Trade Agency (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane) e FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana).

Hit Week 2025 avrà uno speciale focus sul rapporto tra cinema e musica italiana: protagonisti artistici della diciannovesima edizione del festival saranno Calibro 35 e Joan Thiele.

Anche quest’anno a ospitare gli eventi legati alla manifestazione saranno la Miami Beach Bandshell Arena in Florida e lo storico Whisky a Go Go in California, unitamente agli Istituti italiani di cultura di Miami e Los Angeles. Nei giorni del festival, inoltre, saranno coinvolti più luoghi-chiave delle due città statunitensi che,&nbsp;durante la settimana a vocazione italiana, ospiteranno panel con i maggiori operatori&nbsp;del music biz statunitense, lezioni degli artisti protagonisti nelle università più&nbsp;prestigiose, dj set e show acustici con il consolidato obiettivo di esportare il sistema&nbsp;musicale industriale italiano nel mondo, riconosciuta e apprezzata punta di&nbsp;diamante della diffusione del made in Italy.

“L'impegno di questa iniziativa è chiaro: rafforzare la presenza culturale ed&nbsp;economica dell'Italia negli Stati Uniti”, è il commento di ICE - Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane: “La rilevanza e la costante crescita di Hit Week nel panorama internazionale sono sottolineate anche dal ruolo storico e autorevole di ITA - Italian Trade Agency, da sempre al fianco delle iniziative che valorizzano il Made in Italy. Hit Week si distingue per il suo impatto su più fronti. Il festival è progettato per generare concrete opportunità di business, favorendo lo sviluppo&nbsp;commerciale e un networking qualificato tra i professionisti del settore. L'evento va&nbsp;ben oltre la semplice esibizione musicale, puntando alla promozione culturale e alla&nbsp;penetrazione del mercato. Il programma coordinato include showcase musicali di&nbsp;artisti selezionati da FIMI e seminari educational presso prestigiose università&nbsp;americane di italianistica. Queste attività contribuiscono a creare una più profonda&nbsp;consapevolezza e cultura sulla musica italiana, ampliandone il pubblico e&nbsp;l'apprezzamento. La manifestazione gode inoltre di un ampio piano di comunicazione, assicurando visibilità e impatto comunicativo eccezionali. Le esibizioni in location iconiche come la Miami Beach Bandshell Arena e il leggendario Whisky a Go Go di Los Angeles ne massimizzano l'impatto e la risonanza”.

Hit Week 2025 a ottobre negli USA con Joan Thiele e Calibro 35

Per la 19esima edizione del festival un focus speciale su cinema e musica italiana

Blaze Foley era un cantautore texano scomparso nel 1989. Lo scorso weekend, sulla sua pagina Spotify, è stato pubblicato un nuovo brano, intitolato "Together", completamente sconosciuto alla Lost Arts Records, etichetta che controlla l’eredità artistica di Foley. Come riferito da un’inchiesta di 404 Media, la canzone - intestata a tali Syntax Error - è caratterizzata da voci palesemente generate dall’AI e da una cover digitale che richiama l’immagine di Foley.

"Posso dire con certezza che questa canzone non è Blaze, non è minimamente vicina allo stile di Blaze, per niente”, ha dichiarato il responsabile del catalogo dell’artista Craig McDonald: “E’ una specie di bot potenziato dall’intelligenza artificiale. Non ha nulla a che fare con il Blaze che conosciamo, l'intero post ha l'autenticità di un algoritmo".

La stessa cosa pare sia successa a Guy Clark, cantautore scomparso nel 2016 i cui eredi hanno visto comparire sulla propria pagina Spotify un brano sconosciuto, “Happened To You”, sempre intestato ai Syntax Error.

Entrambi i brani sono stati rimossi dopo le segnalazioni degli aventi diritti, ma - sullo sfondo, e soprattutto alla luce del <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-753166/velvet-sundown-brevissima-storia-lungo-futuro">caso relativo ai Velvet Sundown</a> - resta il problema della segnalazione, da parte dei DSP, dei contenuti generati dall’AI. In questo senso a segnalarsi come tra le piattaforme più proattive è Deezer, che ha sviluppato <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-752723/deezer-implementa-nuovo-sistema-ai-detector">un particolare sistema di rilevamento di contenuti musicali “sintetici”</a> messo a punto per intercettare le oltre 10mila tracce generate dall’AI che quotidianamente vengono caricate sui propri server.

Spotify, online canzoni generate dall’AI a insaputa degli artisti

Il “caso Blaze Foley” e un brano sconosciuto comparso sulla pagina ufficiale senza alcun permesso

SIAE ha annunciato l’ingresso nel proprio staff di due nuovi dirigenti.

Barbara Moroni è stata nominata Retail Excellence Director: laureata al Politecnico di Milano in Ingegneria Gestionale, con trascorsi professionali in Abbott e Amplifon, Moroni - come ha fatto sapere SIAE - forte di “una solida esperienza nell’analisi dei dati applicata al mondo retail e commerciale, porta con sé una visione strategica orientata all’innovazione e all’efficienza”. “La mia specialità è l’ottimizzazione dei mondo retail commerciale, con un approccio data-driven”, ha dichiarato Moroni: “Ho accettato con orgoglio la sfida trasformativa di SIAE e sono felice di mettere a disposizione la mia esperienza”.

Gianluca Magnante è stato nominato Service Operation &amp; QA Director. Laureato in Ingegneria Elettronica all’Università degli Studi Roma Tre, con trascorsi professionali in Telecom Italia, Lottomatica e Accenture, Magnante - spiega SIAE - grazie a una “solida esperienza in ambito IT maturata in settori come telecomunicazioni, gaming e assicurazioni”, porta alla collecting “un approccio orientato all’eccellenza operativa e alla collaborazione trasversale”.

“Sono qui in SIAE perché qui ho trovato l’ambiente giusto per contribuire a un percorso di forte innovazione tecnologica e organizzativa, grazie a un approccio ‘One Team’”, ha dichiarato Magnante.

SIAE, nominati due nuovi dirigenti

Barbara Moroni e Gianluca Magnante entrano nell’organico della collecting

Mentre stati membri e Commissione Europea <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-753087/intelligenza-artificiale-presentato-il-codice-di-condotta-ue">si stanno preparando all’analisi finale del Codice di Condotta dall’AI Act</a>, arriva una prima, importante reazione da parte di un esponente del comparto tecnologico globale riguardo il testo elaborato per regolare l’utilizzo dei modelli di intelligenza artificiale sui mercati europei.

Per mezzo di un post pubblicato sul proprio account LinkedIn ufficiale, il Chief Global Affairs Officer di Meta Joel Kaplan ha fatto sapere che la società americana fondata e guidata da Mark Zuckerberg non sottoscriverà il testo nella sua versione finale a causa delle “incertezze giuridiche per gli sviluppatori di modelli” e di altre criticità giudicate insormontabili dall’azienda.

“L'Europa sta imboccando la strada sbagliata per quanto riguarda l'AI”, ha commentato Kaplan: “Abbiamo esaminato attentamente il Codice di Condotta della Commissione Europea per i modelli di intelligenza artificiale per uso generale e Meta non lo firmerà. Questo codice introduce una serie di incertezze giuridiche per gli sviluppatori di modelli, nonché misure che vanno ben oltre l'ambito di applicazione della legge sull'AI”.

“Le imprese e i responsabili politici di tutta Europa si sono espressi contro questo regolamento”, ha proseguito Kaplan: “All'inizio di questo mese, oltre 40 delle maggiori imprese europee hanno firmato una lettera in cui chiedono alla Commissione di bloccare l’attuazione del testo. Condividiamo le preoccupazioni sollevate da queste aziende secondo cui questa portata eccessiva limiterà lo sviluppo e l'implementazione di modelli di intelligenza artificiale di frontiera in Europa e bloccherà le aziende europee che cercano di costruire attività su di essi”.

La posizione di Meta marca ancora di più la distanza tra il comparto tecnologico e il settore creativo, che anche in fase di presentazione della versione finale del Codice di Condotta ha ribadito - per bocca del CEO di FIMI Enzo Mazza - le perplessità riguardanti eccessive concessioni agli sviluppatori dei modelli generativi. “Andare contro le basi dell’AI Act significa aprire a un Far West dove aziende tecnologiche senza scrupoli cercheranno di sfruttare al massimo la propria forza sul mercato, colpendo al cuore la produzione artistica”, <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-749661/ai-act-mazza-fimi-rilancia-l-allarme-sul-codice-di-condotta">aveva commentato Mazza</a>: “Il Parlamento europeo, che ha approvato l’AI Act ha ora l’importante compito di verificare che lo sforzo fatto non venga compromesso”.

Mentre aziende come Microsoft, OpenAI (società sviluppatrice di ChatGPT) e Anthropic si sono dette disponibili a sottoscrivere il Codice di Condotta UE, ancora incerta resta la posizione di un player di primo piano sul panorama globale, Google, che a oggi non si è ancora espresso con chiarezza al riguardo.

Codice di Condotta AI Act europeo: Meta non firmerà

Per la big tech l’Europa sull’intelligenza artificiale ‘sta imboccando la strada sbagliata’

<a href="https://musicbiz.rockol.it/news-751569/stai-innovando-la-musica-raccontacelo-speciale-startup-musicbiz">Come già annunciato a metà dello scorso mese di maggio</a>, Rockol MusicBiz - la sezione di Rockol dedicata all’industria musicale - ha avviato un focus sulle start-up musicali italiane. Nelle prossime settimane, con cadenza regolare, su queste pagine presenteremo i profili delle nuove aziende che stanno cercando di innovare l’industria di settore combinando tecnologia a sensibilità artistica e creativa. Protagonista della puntata di oggi è…

Nome del progetto/startup:&nbsp;SoundRights 
Anno di fondazione:&nbsp;2023 
Sede operativa:&nbsp;Bergamo, Italia 
Nome e ruolo dei fondatori:&nbsp;Simone Prandin – CEO &amp; Co-founder (nella foto, a destra);&nbsp;Fabiano Bongiovanni - CEO &amp; Co-Founder (a sinistra)

Descrizione sintetica dell’attività:

SoundRights è il primo progetto italiano nato per liberare artisti e operatori del settore dalla burocrazia musicale. Più che una startup, è una community che vuole cambiare le regole del gioco: rendere i diritti d’autore e connessi un linguaggio semplice, condiviso e accessibile a tutti. Nato tra Milano e Bergamo, SoundRights fornisce contenuti educativi, strumenti digitali e uno spazio di confronto per aiutare autori, produttori, editori e organizzatori di eventi a conoscere e far valere i propri diritti.

Che problema risolvete, per chi e come?

La musica italiana soffre di un sistema di diritti complesso, opaco e frammentato. Borderò, permessi, collecting diverse: una giungla che blocca chi vorrebbe solo fare musica e scoraggia locali e organizzatori. SoundRights è nato ascoltando centinaia di professionisti che ci hanno detto la stessa cosa: “troppa burocrazia, poca chiarezza, tanta voglia di cambiare”. Offriamo una piattaforma e una community che semplifica tutto: informazione chiara, strumenti digitali per gestire licenze e royalties, e un dialogo diretto con chi la musica la crea e chi la utilizza.

In cosa consiste l’innovazione?

L’innovazione di SoundRights è duplice: tecnologica e culturale. Da un lato stiamo sviluppando una piattaforma che integra un wallet digitale per diversi tipi di royalties, un sistema di licensing rapido per eventi e contenuti digitali, e API per dialogare con collecting societies e marketplace di licenze. Dall’altro stiamo creando un movimento dal basso che in meno di tre mesi ha già unito migliaia di professionisti senza alcuna campagna a pagamento.

Stato attuale:

Siamo in beta e in rapida evoluzione: la prima release ufficiale è prevista per Q4 2025. Intanto la community cresce ogni giorno con contenuti semplici e una rete di collaborazioni locali che stanno già testando le prime soluzioni.

Partnership o investitori (se presenti):

Dialogo aperto con operatori storici del settore (editori, collecting societies) e primi eventi pilota in Lombardia. Alla ricerca di partner strategici e investitori per accelerare la fase seed.

Link utili:

Sito web: <a href="http://www.soundrights.it">www.soundrights.it</a> (in fase di sviluppo) 
Instagram: <a href="https://www.instagram.com/soundrights">https://www.instagram.com/soundrights</a> 
Demo e press kit disponibili su richiesta.

Contatti diretti:

 soundrights@soundrights.it 
Simone Prandin: +39 347 4401308 
Fabiano Bongiovanni: +39 347 4488458

Startup musicali, il focus: SoundRights

Una panoramica sulle realtà innovative italiane: oggi parliamo di…

A sei mesi dal lancio - ideato per celebrare i dieci anni del programma Singles - dell’<a href="https://musicbiz.rockol.it/news-750182/spotify-il-programma-singles-celebra-i-10-miliardi-di-ascolti">iniziativa rivolta agli artisti europei</a>, presso gli studi di registrazione aperti da Spotify nella propria sede centrale di Stoccolma sono stati realizzati undici brani, che hanno totalizzato complessivamente oltre 40 milioni di stream.

Come riferito dallo stesso DSP in una nota diffusa oggi, lunedì 21 luglio, tra le performance migliori fatte registrare dalle canzoni prodotte nell’ambito della sezione europea di Spotify Singles c’è quella di “Nothing Breaks Like a Heart” di Damiano David, che da sola ha accumulato 33 milioni di stream a livello globale.

Per quanto riguarda le prestazioni dei singoli usciti nell'ambito del programma negli ultimi sei mesi&nbsp;sul mercato nazionale, l'Italia ha registrato il secondo maggior consumo di Spotify Singles con 3,5 milioni di stream, dopo la Spagna, con oltre 4,8 milioni di stream, e prima degli Stati Uniti, con oltre 2,9 milioni di stream, seguiti da vicino dal Messico con 2,7 milioni di stream. Con il Brasile (2,1 milioni di stream) e l'Argentina (850 mila stream) anch'essi nella top ten.

“Lo Studio di Stoccolma è un potente simbolo dell'impegno di Spotify verso il talento europeo”, ha commentato Federica Tremolada, General Manager Europe di Spotify: “In soli sei mesi, abbiamo visto artisti superare i confini, trovare nuovo pubblico e plasmare il futuro della musica proprio qui in Europa”.

Spotify Singles è il franchise di musica originale registrata più longevo di Spotify, prodotta con gli artisti negli studi di registrazione di Spotify. Nato dall'idea di offrire agli artisti “uno spazio creativo per reinterpretare il proprio lavoro o rendere omaggio ai propri idoli”, il progetto a inizio 2025 ha celebrato il traguardo dei 10 miliardi di stream per il suo progetto Spotify Singles aprendo lo studio agli artisti di tutta Europa.

“Con questa espansione dello Studio di Stoccolma a un numero maggiore di talenti europei emergenti, si è aperta una nuova era, offrendo opportunità a una vasta gamma di artisti di sperimentare, registrare e connettersi con i fan di tutto il mondo”, ha commentato Spotify.